Restano in carcere i due siriani arrestati a Orio
Prima udienza, oggi, del processo ai due siriani fermati la settimana scorsa a Orio con documenti falsi e immagini inneggianti all'Isis sui cellulari. Nuova udienza il 17 dicembre.
Prima udienza, oggi, del processo ai due siriani fermati la settimana scorsa a Orio con documenti falsi e immagini inneggianti all'Isis sui cellulari. Nuova udienza il 17 dicembre.
Il prossimo a dire - o più probabilmente scrivere - che non dobbiamo permettere ai terroristi di cambiarci la vita farebbe meglio, secondo me, a comprarsi uno specchio e a usarlo.
Ad essere proprio franchi, l’incontro di giovedì 26 novembre all’Eliseo tra François Hollande e Matteo Renzi non è apparso centrale nell’agenda europea e francese della lotta al terrorismo. Non tanto per l’ora insolita del colloquio, di primo mattino e prima del volo del presidente francese verso Mosca, quanto per il risultato concreto di esso.
Restano in cella i due siriani fermati ad Orio al Serio mentre cercavano d’imbarcarsi con documenti falsi.
«Abbiamo pensato che una così bella bandiera non poteva non avere un “indirizzo” a cui destinarla»
Sono stati sentiti separatamente i due siriani giovedì mattina a processo dopo l’arresto della scorsa settimana: si tratta di Alari Azma e Alali Fawaze, 19 e 30 anni, bloccati dalla polizia di frontiera di Orio al Serio mercoledì pomeriggio mentre erano in coda per imbarcarsi su un volo Ryanair per Malta, ma con in mano due passaporti palesemente falsi, uno austriaco e l’altro norvegese.
«Tutti gli ostaggi sono stati messi in sicurezza». Lo annuncia la prefettura di Roubaix dopo quanto accaduto nella serata nella cittadina francese. Due dei tre sequestratori sono stati fermati dal Raid, le unità speciali francesi.
Da dieci giorni ormai ogni evento sportivo comincia con il tricolore francese e le note della Marsigliese. Migliaia di cuori assiepati in stadi e palazzetti si sono stretti idealmente attorno ai transalpini, colpiti dalla furia cieca del terrorismo. Emozioni sincere, lacrime che sgorgano da dentro.
Anche al Comunale di Bergamo il ricordo delle vittime di Parigi prima della partita di Atalanta-Torino.
Le note della Marsigliese al Comunale prima di Atalanta-Torino. Sul tabellone dello stadio è comparsa la foto di Valeria Solesin, la ragazza di Venezia morta al Bataclan
Chiamato ad abiurare pubblicamente l’ideologia mortifera dell’Isis, l’islam italiano è sceso ieri in piazza pronunciando parole inequivocabili contro il terrorismo. Sulla conta dei presenti (pochi o tanti?) si sono subito esercitati coloro che guardano alla galassia dei seguaci di Allah con pregiudizio negativo. Ma non è questo (pochi o tanti) il punto.
Nei giorni della grande tristezza e della grande psicosi affiora la paura più grande per l’Europa sotto shock: quella di un attentato chimico o peggio batteriologico. Il primo ad avventurarsi su questo terreno minato è stato il premier francese Valls, poco lucido mentre diceva «L’Isis potrebbe usare armi chimiche».
Dal summit con i vertici delle agenzie di sicurezza statunitensi e di altri Paesi arriva la conferma che purtroppo «l’allarme per il rischio di attacchi terroristici in Italia è allo stato attuale significativo».
Se andrete a vedere Atalanta-Torino, andate allo stadio un po’ prima del solito. I controlli, come un po’ in tutta Italia per il rischio di attentati, saranno più approfonditi del solito.
Hollande parla di stato di guerra, Renzi dice che la battaglia sarà lunga e difficile, allarmi finora sempre falsi stanno diffondendo la paura in tutto l’Occidente, incidendo almeno provvisoriamente sulle nostre abitudini e infliggendo a tutti seri danni economici.
La differenza fra una granata e una melagrana è evidente, ma non per tutti. Per esempio, non lo è stata per un giudice della corte d’Appello di Bari che due anni fa ha assolto in secondo grado Bassam Ayachi, predicatore islamico integralista, lasciandolo libero di dileguarsi, di stabilirsi a Molenbeek (il quartiere di Bruxelles dal quale sono partiti per Parigi molti assassini incappucciati) e di…
Dopo gli attentati a Parigi la catena «Toys R Us» ha annunciato che ritirerà tutte le armi giocattolo dai suoi negozi in Francia.
Il racconto di Alessandro Albanese di Sorisole, in Mali per motivi di lavoro, scampato alla strage di venerdì 20 novembre. Nel frattempo le scuole bergamasche cambiano meta per le gite dopo l’allarme suscitato dagli attentati di Parigi.
Nuovi arresti nell’ambito dei controlli anti terrorismo negli aeroporti italiani. Dopo i due siriani presi a Orio mercoledì 18 novembre, due loro connazionali sono stati bloccati a Ciampino venerdì 20 novembre.
Dopo gli attentati terroristici di Parigi l’allerta in Europa è salita ai massimi livelli. In alcuni Paesi, per esempio nel Regno Unito, sono state diffuse guide con i consigli pratici su come comportarsi nel caso in cui si verifichino episodi simili.