Rientrate da Tunisi le 4 bergamasche «Non possiamo darla vinta al terrorismo»
Sono tornate a casa quattro bergamasche che erano a bordo della Costa Fascinosa durante la tragica tappa a Tunisi.
Sono tornate a casa quattro bergamasche che erano a bordo della Costa Fascinosa durante la tragica tappa a Tunisi.
L’onda lunga e sinistra dell’attentato di Tunisi raggiunge anche Bergamo. Tra le vittime, si è saputo solo venerdì 20 marzo, c’è anche Galina Potapenko, 52 anni, immigrata russa che viveva da tempo a Sarnico.
Bisogna aiutare i libici a riprendersi in mano il loro futuro: lo afferma in questa intervista il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli, che stasera a Bergamo, alla Casa del giovane (ore 21), interviene, con Paolo Magri direttore dell’Ispi di Milano, sul ruolo dell’Italia negli scenari globali.
«Lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di se stesso. Difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà. La libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere».
Maxi controllo allo scalo di Orio al Serio dopo una telefonata di minacce.
La situazione in Libia è ormai ingovernabile e davanti al rischio incolumità, tutte le imprese bergamasche hanno lasciato il Paese.
«Negli ultimi giorni si sono registrati fenomeni preoccupanti in materia di estremismo islamico» denuncia il Pirellone.
Si è convertita all’islam, sposata nella moschea di Treviglio con un albanese e con lui sarebbe da settembre in Siria.
Almeno due milioni di manifestanti: l’ultimo bilancio parla di una partecipazione oceanica marcia repubblicana contro il terrorismo.
La manifestazione #stareinsieme in piazza Vittorio Veneto
Una mattina di febbraio del 1989 un telefono squilla insistentemente in una casa di Londra. L’uomo che va a rispondere all’apparecchio è uno scrittore, uno dei più noti. Non sa ancora che sta per diventare famosissimo.
Il gruppo di hacker ha diffuso un video in cui condanna la strage nella redazione di Charlie Hebdo e promette: scoveremo e chiuderemo sui social network tutti gli account legati a gruppi terroristici.
L’incubo di Parigi, iniziato con l’attentato al giornale Charlie Hebdo, è finito nel sangue pochi minuti dopo le 17 di venerdì 9 gennaio. Tre attentatori sono morti, ma nei blitz della polizia sono morti anche quattro ostaggi. Foto e video dell’intervento delle forze speciali.
Circa 300 persone in piazza Vittorio Veneto dopo l’attentato di Parigi al motto di #stareinsieme. Un minuto di silenzio per le vittime. Gori: «Dialogo tra culture possibile». Un cittadino francese: «Adesso tutto cambierà e questo mi fa paura».
I sospetti responsabili della strage nella redazione di Charlie Hebdo barricati in un’azienda vicino a Parigi con un ostaggio.
Venerdì 9 gennaio sarà giorno di lutto cittadino: lo ha deciso l’amministrazione comunale di Bergamo in segno di cordoglio per le vittime della strage avvenuta a Parigi nella redazione del settimanale satirico «Charlie Hebdo».
Un nuovo attacco, il più grave della sua storia, contro il settimanale satirico francese Charlie Hebdo. Uomini incappucciati e armati hanno fatto irruzione mercoledì mattina nella sede del giornale aprendo il fuoco con dei kalashnikov.
Una coltre di mistero continua ad avvolgere il destino della varesina Greta Ramelli e della bergamasca Vanessa Marzullo, le due giovani italiane rapite nel Nord della Siria a fine luglio e per la prima volta riapparse dopo cinque mesi in un video diffuso nella notte di Capodanno.
Terroristi islamici arruolati per la milizia dell’Isis, vissuti una decina d’anni in Bergamasca: «La notizia - commenta Daniele Belotti - evidenzia che la nostra zona non è assolutamente esente da rischi e pericoli, come dimostrano i fatti di questi giorni.
Sono stati reclutati in Nordafrica i due giovani aspiranti combattenti che hanno vissuto per una decina d’anni nella Bassa e che ora stanno combattendo nelle schiere del Califfato. Emergono nuovi particolari sui presunti terroristi «made in Bergamo».