L’assedio a Marita Comi fuori dal tribunale
L’assedio a Marita Comi fuori dal tribunale
«Se mi condannerete sarà il più grave errore del secolo». Massimo Bossetti, imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha giocato le sue ultime carte. Durante l’ultima udienza del processo il muratore di Mapello ha cercato di convincere la corte della sua innocenza.
È il giorno della sentenza per Massimo Bossetti
Condanna o assoluzione. È il giorno della sentenza per Massimo Bossetti, accusato dell’omicidio della piccola Yara Gambirasio. Al termine dell’udienza finale, la 45° di questo lungo processo, verrà pronunciato il verdetto.
L’alba di oggi non era ancora spuntata, che già i più irriducibili fra gli aspiranti membri del pubblico erano in coda, in attesa dell’apertura dei cancelli, pronti a tutto per accaparrarsi un posto in aula.
È «fiducioso» e ripete: «Sono innocente e la verità deve venire a galla» in questi giorni Massimo Bossetti, per il quale venerdì 1° luglio è attesa la sentenza dei giudici della Corte d’Assise di Bergamo per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Ci siamo. Il processo è finito e nell’udienza di venerdì 1° luglio, la 45ª e ultima, il destino di Massimo Bossetti sarà deciso da sei donne e due uomini: i giudici che compongono la Corte d’Assise.
La Corte ha deciso: niente televisioni nè fotografi per la sentenza del processo a Massimo Bossetti.
Il pm di Bergamo Letizia Ruggeri, a conclusione della sua replica, ha chiesto alla corte di revocare l’ordinanza con la quale ammetteva le riprese televisive della lettura della sentenza del processo per l’omicidi di Yara Gambirasio.
Siamo al rush finale: questa mattina in Tribunale a Bergamo si è aperta l’udienza numero 44 per Massimo Bossetti, unico accusato per la morte di Yara Gambirasio. Lunghe code per entrare: per accaparrarsi un posto in aula c’è chi è arrivato alle 5.30.
Due anni fa l’arresto dell’uomo, accusato di avere ucciso Yara Gambirasio. Giovedì alle 20,30 la sorella parla a Telelombardia.
La reazione del carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio al termine dell’arringa dei suoi difensori
«Massimo, se sei innocente non confessare mai, ti hanno distrutto come uomo e come padre, questo non te lo restituirà nessuno». È stato l’appello che Paolo Camporini, uno dei legali del muratore di Mapello, ha rivolto al suo assistito prima di chiederne l’assoluzione per non avere commesso l’omicidio di Yara Gambirasio.
Gli avvocati della difesa di Massimo Bossetti venerdì 10 giugno hanno sferrato il loro ultimo attacco, quello più importante. «Siamo stati presi in giro sul Dna: le anomalie sono evidenti e nessuno ha però mai detto che si è sbagliato».
Un’indagine da riscrivere e un imputato che è un «testone, un crucco». Avanti con il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio. In Tribunale a Bergamo Massimo Bossetti e la parola è ancora per la difesa del muratore di Mapello.
Di nuovo in aula per il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio. In Tribunale a Bergamo Massimo Bossetti e la parola è ancora per la difesa del muratore di Mapello.
Venerdì 10 giugno si torna in aula per il processo a carico di Massimo Bossetti, accusato del delitto di Yara. Parola ancora alla difesa: gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini proseguiranno le loro arringhe e cercheranno di smontare pezzo per pezzo il castello accusatorio illustrato dal pubblico ministero Letizia Ruggeri che ha chiesto l’ergastolo dopo 13 ore di requisitoria.
Fra meno di una settimana, venerdì 10 giugno, riprenderà il processo a carico di Massimo Bossetti. Si tornerà in aula con la parola ancora alla difesa. Gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini proseguiranno le loro arringhe e cercheranno di smontare pezzo per pezzo il castello accusatorio illustrato dal pubblico ministero Letizia Ruggeri in 13 ore di requisitoria.
L’udienza è finita da pochi minuti e Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti, esce dal Tribunale.