Bergamo, ospedale da campo degli alpini La Regione stoppa il progetto in Fiera
La struttura Ana Dopo il sopralluogo della mattinata la Giunta ferma i lavori: mancano certezze sul personale.
Classe 1965, lavoro a l’Eco di Bergamo dal 2000 (dal 2003 con la qualifica di inviato) per il quale mi occupo principalmente di cronaca giudiziaria.Sul treno del giornalismo sono salito nel 1989, avendo la fortuna di vivere gli ultimi sprazzi romantici di questo mestiere. Che ai miei occhi si sintetizzano con due elementi: la cappa di fumo letterario sprigionata dalle sigarette di pensosi redattori e il ticchettìo delle ultime macchine per scrivere, una soave grandinata che è stata la colonna sonora del mio inizio carriera.Da ragazzo sognavo di fare l’archeologo; coerentemente mi sono iscritto a Economia e Commercio in Città Alta, col risultato di naufragare miseramente negli studi ma riuscendo a laurearmi in briscola a chiamata al prestigioso ateneo del bar Circolino dove sfangavo i pomeriggi da universitario.Il giornalismo è arrivato quasi per caso, ma ha avuto il merito di dare un senso alla mia esistenza, offrendomi uno sbocco in un orizzonte lavorativo che si annunciava nero. Sono profondamente attaccato a questo mestiere, all’inizio l’avrei fatto anche gratis e mi meravigliavo che mi dessero pure dei soldi (anche se con i primi stipendi riuscivo a malapena a pagare la benzina da Sarnico, il paese dove sono nato e cresciuto, a Bergamo). E’ forse anche per questo che fino a qualche anno fa, quando m’è toccato accendere il mutuo per la casa, non ho mai badato troppo alla busta paga.In passato per questo giornale mi sono occupato anche di Atalanta, argomento su cui ho scritto anche dei libri. Per il calcio ho sempre palpitato, i rimbalzi di un pallone hanno scandito la mia vita. Ci ho giocato fino a 51 anni, a livelli infimi ma preziosi per farmi capire che una partita vissuta dal campo è spesso diversa da quella vista da una tribuna.Tra i mille difetti che ho c’è quello della scarsa inclinazione alla sintesi. Se siete riusciti ad arrivare fino a qui, avrete certamente capito.
La struttura Ana Dopo il sopralluogo della mattinata la Giunta ferma i lavori: mancano certezze sul personale.
Alberto Zucchi, epidemiologo dell’Ats: «Mai avuto paura. Isolamento sociale? Necessario e non proibitivo».
Brontolona, diffidente, chiusa, pronta a impaurirsi non appena si deraglia dallo status quo . Eppure, quando scatta un’emergenza, Bergamo si rimbocca puntualmente le maniche, apre cuore e portafogli, presta gratuitamente i suoi muscoli. Si mette a disposizione.
A Nembro e Alzano in attesa della decisione del governo. I bambini giocano in piazza, i panettieri presidiano i forni con le brandine.
La testimonianza di una donna milanese in cura prima a Treviglio e poi a Bergamo. «A casa in quarantena, sto bene. Il vero problema? La spesa a domicilio».
Affittacamere accudisce un’ospite spagnola malata: «Mi hanno consigliato di telefonare, ma era sempre occupato. Paura del contagio? Sono fatalista ed è mio dovere starle accanto». L’Ats: non è virus.
La ricostruzione fatta giovedì 13 febbraio in aula dal Ris sulla base della tipologia degli schizzi di sangue: sorpresa alle spalle mentre stava lavando i piatti.
L’affondo del presidente della Corte d’Appello: «Da tenere in maggior conto i fascicoli sopravvenuti». Tribunale e Procura sopra la media dei fascicoli iscritti.
La Giustizia in fin dei conti è un’entità astratta, a volte tendente all’utopico, con le sue nobili garanzie, i princìpi sacrosanti, il diritto di avere diritti da parte di tutti. La sua macchina, invece, è terribilmente concreta, fatta di uomini che possono sbagliare e di risorse di cui è puntualmente lamentata la carenza. Lo sforzo immane e spesso velleitario è sempre stato quello di cercare di…
Il Riesame: no alla revoca della misura interdittiva per l’ex presidente del collegio sindacale. I giudici: approccio benevolo e tentativo di ridimensionare i peculati attribuiti a Cristini. Il legale: agì correttamente
Depositati gli esiti del prelievo sul giovane che causò la morte di Luca Carissimi e Matteo Ferrari: confermata la presenza di alcol.
È ignifugo come le lenzuola: perché allora le fiamme si sono sprigionate così velocemente? Alla vittima già sequestrato un accendino.
Prosegue l’inchiesta su Promoberg: il direttore ha un milione e mezzo di euro tra denaro depositato su due conti correnti e titoli bancari. Scattano gli accertamenti, ma per ora nessun sequestro.
L’azione della Procura di Bergamo in un anno: congelati immobili e quote societarie, arma che gli evasori temono più del carcere.
Il suo ghigno obliquo è come la zeta di Zorro e, dopo l’Olimpiade, lascia il segno anche sulla Coppa del Mondo di discesa libera. Bergamo mai così alta nel circo bianco, e questo grazie a una ragazza che di orobico sembra avere poco. Sofia Goggia è, infatti, lontana anni luce dall’oleografia pedemontana del bergamasco. Uno stereotipo che ci vuole faticatori silenziosi, chiusi in noi stessi, gente…
Tutti esperti di diritto. Magari dopo essere stati - mezz’ora prima - luminari di medicina, archistar incomprese, criminologi da sofà. Tutti con una virtuale corda saponata appoggiata accanto al mouse del pc, pronti a scodellare scempiaggini fegatose, a denigrare chi ancora si ostina a decidere tramite il codice penale: meglio il forcone, la giurisprudenza di pancia che salva i Barabba e condanna…
Sono le parole di Walter Mapelli, Procuratore di bergamo.«Ottenuti sequestri preventivi per 45 milioni, pochi per una terra così ricca: bloccati solo 5 milioni Abbiamo molte inchieste sulle società che emettono fatture false. Ai reati economici destineremo un pm in più»
Si può considerare normale una domenica di calcio che termina con sei persone - tra agenti e steward - ferite e 450 uomini delle forze dell’ordine schierati per evitare incidenti? Ed è giusto che mezza città viva un pomeriggio in stato d’ansia, tra sirene, incroci militarmente presidiati, convogli scortati come neppure per il presidente degli Usa, poliziotti e carabinieri in assetto anti-sommossa…
La nostra è una provincia che ha sempre ascoltato la parola mafia di rimbalzo, e per questo motivo qualcuno ancora fatica ad ammetterne le infiltrazioni. «Questo è pizzo, non siamo abituati», dice candido un commercialista bergamasco intercettato in un’ inchiesta condotta nel Bolognese.
Forse perché non pochi di noi sono rimasti all’ antica oleografia del mafioso, forse perché sono convinti che la…
«L’altra sera siamo andati al palasport per farci una doccia e ci siamo trovati di fronte a tutte quelle persone che dormono nelle brandine. Dal punto di vista umano è la cosa che per ora ci ha colpito di più, perché ti fa capire che cosa stanno passando». Sono le parole di Emilio Gamba, il vigile del fuoco di Bergamo che fa parte della squadra Usar (Urban search and rescue) della Lombardia all’o…
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