Bossetti, appello della sorella in tv «Aiutateci a trovare il vero colpevole»
Alla trasmissione La Vita in diretta, su Rai 1, nel pomeriggio del 25 marzo è intervenuta la sorella del muratore di Mapello in cella per il delitto di Yara.
Alla trasmissione La Vita in diretta, su Rai 1, nel pomeriggio del 25 marzo è intervenuta la sorella del muratore di Mapello in cella per il delitto di Yara.
Sarà l’avvocato Paolo Camporini ad affiancare Claudio Salvagni nella difesa di Massimo Bossetti. La nomina verrà ufficializzata solo nei prossimi giorni, ma la si può praticamente dare per certa.
Depositata la richiesta al gip per il processo al muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio.
Martedì sera 17 marzo l’avvocato Claudio Salvagni, difensore di Massimo Bossetti, sarà ospite della trasmissione televisiva «Bergamo in diretta» (alle 20,50 su Bergamo Tv) condotta da Paola Abrate e dedicata interamente al caso Yara.
L’avvocato Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti, ipotizza l’eventualità di presentare una richiesta di rito abbreviato, ma condizionato, per il suo assistito, in carcere dallo scorso 16 giugno con l’accusa di aver rapito e ucciso Yara Gambirasio.
«Cosa posso dire ora ai genitori di Yara? Nulla!! Perché solo se io fossi il colpevole potrei dirgli qualcosa ma io non li conosco, non so chi fosse Yara, non ho idea di cosa loro pensino. Sono sicuro che la loro sofferenza è grande, ma perché io ci sono finito di mezzo? Cosa c’entro io?».
Rimane in carcere Massimo Bossetti, il muratore arrestato nel giugno scorso per l'omicidio di Yara Gambirasio. Lo hanno deciso i giudici del Riesame di Brescia, respingendo l'istanza di scarcerazione presentata dalla difesa.
Il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio e le indagini che hanno condotto all’arresto di Massimo Bossetti hanno suscitato molto interesse non solo in Italia, ma anche all’estero.
«Non ho mai visto quella ragazza, non sono un assassino, sono un padre di famiglia». Lo ha detto in dichiarazioni spontanee Massimo Bossetti durante l’udienza al tribunale del riesame di Brescia.
È previsto per la giornata di martedì 10 marzo il riesame dell’istanza di scarcerazione di Massimo Bossetti, consegnata lo scorso 20 febbraio dal suo avvocato Claudio Salvagni al tribunale del Riesame di Brescia: cinquanta pagine che dimostrerebbero, a suo dire, l’innocenza di Bossetti, in carcere dal 16 giugno scorso con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio.
Contraddizioni e presunte bugie a moglie, colleghi di lavoro e inquirenti. Ecco cosa pesa nel quadro delle accuse a Massimo Bossetti.
In rete spunta un profilo Twitter «Giustizia Yara» e un video dove compare un uomo con la celebre maschera di Guy Fawkes.
Cosa si sono detti Massimo Bossetti e la madre Ester Arzuffi in una telefonata risalente al giorno di Pasquetta del 2014? Perché i due a colloquio in carcere (intercettati) quando parlano dell’argomento abbassano il tono di voce? Se lo chiedono gli inquirenti e il dato emerge dalle carte dell’inchiesta sull’omicidio di Yara.
Il colloquio in carcere con la madre Ester: i due accennano bisbigliando a una conversazione telefonica risalente ad aprile.
Sono tre le telecamere che, tra le 18 e le 18.47 del 26 novembre 2010 - vale a dire nei minuti che gli inquirenti considerano immediatamente precedenti alla scomparsa di Yara Gambirasio, il cui cadavere venne trovato tre mesi dopo in un campo di Chignolo d'Isola - riprendono per sette volte il furgone Iveco Daily di Massimo Bossetti, l'uomo in carcere con l'accusa di aver ucciso la tredicenne.
Yara è stata aggredita con un’arma bianca nel campo di Chignolo dove poi è morta, non è stata trascinata e durante quei terribili istanti è rimasta sia in posizione supina (come poi è stato ritrovato il corpo) sia in posizione prona, ma per meno tempo.
Sono state trovate anche immagini di «ragazze di giovane età mentre eseguono esercizi di danza» nel computer fisso di Massimo Bossetti.
Nelle carte dell’inchiesta, chiusa il 26 febbraio, c’è il racconto di una donna, ritenuto fondamentale dagli investigatori.
«Dimmi cosa ci facevi davanti alla palestra di Yara il giorno in cui è scomparsa». Sarebbe questa la domanda di Marita Comi al marito Massimo Bossetti. Con questa risposta: «Non lo so, temo di non riuscire a spiegarlo». Le due frasi sarebbero state recuperate da un’intercettazione ambientale nel carcere di Bergamo.
Mercoledì 25 febbraio è il giorno in cui la Cassazione decide per l’eventuale scarcerazione di Massimo Bossetti.