Yara, venerdì riprende il processo I genitori testimoni davanti a Bossetti
Undici settembre. Si ricomincia. È una data suggestiva quella che segna la ripresa delle udienze del processo a Massimo Bossetti, imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Undici settembre. Si ricomincia. È una data suggestiva quella che segna la ripresa delle udienze del processo a Massimo Bossetti, imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Ora è scritto nero su bianco: Massimo Bossetti, in carcere da oltre un anno accusato del delitto di Yara, non ha tentato il suicidio. Anzi è in «buone condizioni generali» e «per null’affatto incline a gesti anticonservativi».
Il segretario generale del sindacato della polizia penitenziaria Sappe, Donato Capece, ha spiegato mercoledì 22 luglio che «non si è mai verificato» un tentativo di suicidio di Massimo Bossetti nel carcere di Bergamo, dove il muratore è detenuto da oltre un anno per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Sabato 18 luglio, il giorno dopo la seconda udienza del processo che lo vede imputato per l’omicidio di Yara, Massimo Bossetti avrebbe impugnato una cintura. Subito calmato dalle guardie: illeso.
Divieto dell’uso delle telecamere durante il dibattimento, saranno consentite soltanto per riprendere la lettura della sentenza, e respinte tutte le cinque eccezioni presentate dalla difesa. Il numero di testimoni dovrà essere ridotto. È il bilancio della seconda udienza del processo a carico di Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso la tredicenne Yara Gambirasio.
Non è negando la presenza in aula delle telecamere o dei fotografi che si evita «una spettacolarizzazione della tragedia» nel processo a Massimo
Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio.
L’uomo, compagno di cella di Bossetti, era già stato arrestato a fine maggio per evasione dai domiciliari.
Respinta anche la richiesta di arresti domiciliari con braccialetto, avanzata in subordine dai legali del carpentiere di Mapello.
Udienza in Cassazione a Roma sull’istanza di scarcerazione di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello in cella per l’omicidio di Yara. Il sostituto procuratore generale Giuseppe Corasaniti dice no. Il verdetto dei giudici è atteso nella mattinata di mercoledì 8 luglio.
«Dopo oltre un anno di carcere, non c’è più ragione che Massimo rimanga in cella, in attesa di giudizio: eventuali esigenze cautelari (in cui ovviamente non crediamo: per noi dovrebbe tornare in libertà) possono comunque essere garantite anche con il nostro assistito agli arresti domiciliari, magari con il braccialetto elettronico».
La prima udienza del processo a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio si è chiusa velocemente. Sono bastate un paio d’ore di tecnicismi per rinviare il processo al 17 luglio. La partita a scacchi in tribunale è iniziata con la mossa delle prime cinque pedine da parte della difesa: eccezioni, tra le quali l’incongruenza sul luogo dell’omicidio e il test dell’alcol organizzato a sorpre…
Come in una partita a scacchi, accusa e difesa hanno cominciato muovendo le pedine. Chi si aspettava torri, cavalli e alfieri è rimasto deluso: dovrà attendere.
I giudici della Corte d’Assise di Bergamo decideranno il prossimo 17 luglio sulle eccezioni preliminari sollevate dalla difesa di Massimo Bossetti a cui si è opposta la Procura.
Ci siamo, alle 8.30 il Tribunale di Bergamo ha aperto le sue porte e alle 9.21ha avuto inizio il processo che vede imputato per l’omicidio di Yara Gambirasio Massimo Bossetti. L’arrivo del carpentiere di Mapello è avvenuto alle 8.48, da via Garibaldi, mentre il suo avvocato, Claudio Salvagni, è giunto alle 8.35.
Il pm Letizia Ruggeri punta sulla prova principe: il profilo genetico del muratore corrisponde con Ignoto 1.
Tutti i numeri del caso Yara, dalla scomparsa della ragazza al ritrovamento del corpo, fino all’arresto di Massimo Bossetti e all’avvio del processo. In mezzo una complessa e lunga inchiesta.
Un elenco interminabile. Sono 711 i testimoni che la difesa di Massimo Bossetti vorrebbe citare in vista del processo che inizierà venerdì 3 luglio.
L’isola di Capri, località per antonomasia simbolo delle vacanze e della mondanità, sarà palcoscenico inconsueto di un «controprocesso» alla vigilia dell’inizio del processo che vedrà alla sbarra Massimo Bossetti.
A meno di una settimana dall’inizio del processo nei confronti di Massimo Bossetti (fissato per il 3 luglio) la trasmissione di Canale 5 «Segreti e delitti» è tornata venerdì sera sul caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa a Brembate Sopra la sera del 26 novembre 2010 e ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola.
«Massi era sorvegliato già due mesi prima che fosse arrestato. Di notte e di giorno. Attorno a casa, nei campi sul retro della palazzina o all’imbocco della strada che dalla Provinciale porta nel nostro cortile c’erano spesso due persone che chiacchieravano o fumavano…». Lo dice Marita Comi, la moglie dell’uomo accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio, in un’intervista al settimanale Oggi, in ed…