Anonymous, Twitter e il caso Yara Il giallo del profilo e del video
In rete spunta un profilo Twitter «Giustizia Yara» e un video dove compare un uomo con la celebre maschera di Guy Fawkes.
In rete spunta un profilo Twitter «Giustizia Yara» e un video dove compare un uomo con la celebre maschera di Guy Fawkes.
Cosa si sono detti Massimo Bossetti e la madre Ester Arzuffi in una telefonata risalente al giorno di Pasquetta del 2014? Perché i due a colloquio in carcere (intercettati) quando parlano dell’argomento abbassano il tono di voce? Se lo chiedono gli inquirenti e il dato emerge dalle carte dell’inchiesta sull’omicidio di Yara.
Il colloquio in carcere con la madre Ester: i due accennano bisbigliando a una conversazione telefonica risalente ad aprile.
Sono tre le telecamere che, tra le 18 e le 18.47 del 26 novembre 2010 - vale a dire nei minuti che gli inquirenti considerano immediatamente precedenti alla scomparsa di Yara Gambirasio, il cui cadavere venne trovato tre mesi dopo in un campo di Chignolo d'Isola - riprendono per sette volte il furgone Iveco Daily di Massimo Bossetti, l'uomo in carcere con l'accusa di aver ucciso la tredicenne.
Yara è stata aggredita con un’arma bianca nel campo di Chignolo dove poi è morta, non è stata trascinata e durante quei terribili istanti è rimasta sia in posizione supina (come poi è stato ritrovato il corpo) sia in posizione prona, ma per meno tempo.
Sono state trovate anche immagini di «ragazze di giovane età mentre eseguono esercizi di danza» nel computer fisso di Massimo Bossetti.
Nelle carte dell’inchiesta, chiusa il 26 febbraio, c’è il racconto di una donna, ritenuto fondamentale dagli investigatori.
«Dimmi cosa ci facevi davanti alla palestra di Yara il giorno in cui è scomparsa». Sarebbe questa la domanda di Marita Comi al marito Massimo Bossetti. Con questa risposta: «Non lo so, temo di non riuscire a spiegarlo». Le due frasi sarebbero state recuperate da un’intercettazione ambientale nel carcere di Bergamo.
Mercoledì 25 febbraio è il giorno in cui la Cassazione decide per l’eventuale scarcerazione di Massimo Bossetti.
Claudio Salvagni, legale del carpentiere di Mapello, in carcere da giugno per l’omicidio di Yara Gambirasio ha consegnato a Brescia la nuova istanza di scarcerazione.
Le presunte tracce del furgone trovate sui vestiti di Yara non hanno alcun valore. Lo dice la difesa di Massimo Bossetti, che sta elaborando una propria perizia da contrapporre a quella dei Ris di Parma.
Dopo la fuga di notizie sull’esito degli esami del Ris sul furgone di Massimo Giuseppe Bossetti, nella mattinata di mercoledì 18 febbraio è stato convocato un vertice tra gli inquirenti, in Procura a Bergamo.
Sui pantaloncini della tredicenne di Brembate Sopra minuscoli frammenti di tessuto dei sedili del furgone di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello che dal carcere continua a proclamarsi innocente.
Il muratore di Mapello in carcere per il delitto di Yara ha scritto una lettera alla redazione al programma condotto da Luca Telese su Canale 5, che ne ha parlato nella serata del 4 febbraio.
L’artigiano di Mapello in cella per l’omicidio della piccola Yara a dicembre ha scritto al suo avvocato una lettera, mostrata nel corso della trasmissione tv «La vita in diretta» su Rai 1 del 3 febbraio.
Caso Yara, dopo il botta e risposta innescato il 28 gennaio con il difensore di Bossetti, interviene nuovamente il procuratore di Bergamo Francesco Dettori.
L’avvocato Claudio Salvagni, legale di Massimo Bossetti:«Le affermazioni del procuratore Francesco Dettori sono emblematiche delle difficoltà della Procura nell’ammettere gli evidenti e già acclarati errori compiuti».
La relazione del consulente della procura: il dna mitocondriale non è attribuibile al muratore. Gli esperti: ma quello che conta è il dna nucleare e i risultati di quattro laboratori non lasciano dubbi.
La difesa di Massimo Bossetti, in carcere da sette mesi per l’omicidio di Yara Gambirasio, ha tutta l’intenzione di esplorare una pista alternativa per dimostrare che il muratore - come sostiene - non c’entra nulla con l’omicidio della tredicenne, nonostante quella che la Procura definisce la «prova regina»: il suo dna sul corpo di Yara.
Parla la mamma dell’artigiano di Mapello in cella per l’omicidio di Yara. In un’intervista all’inviata di «Quarto Grado» Ilaria Mura, andata in onda venerdì 9 gennaio, Ester Arzuffi ha lanciato un appello: «Gli assassini si facciano avanti o, se c’è qualcuno che sa qualcosa, lo dica».