Il direttore de L’Eco di Bergamo ospite de «Il giorno e la Storia»
Giorgio Gandola commenterà una serie di anniversari storici dal 10 al 16 agosto su Rai Storia, canale 54 del digitale terrestre.
Giorgio Gandola commenterà una serie di anniversari storici dal 10 al 16 agosto su Rai Storia, canale 54 del digitale terrestre.
Tutta colpa dei sottotetti. E questa volta non ce l’abbiamo col catasto, che qualche mal di testa lo fa venire di suo a chi ne ha bisogno, ma con la pubblica amministrazione parlamentare, che quando utilizza parole fuori contesto lo fa per ingannare i cittadini.
«Nell’Unione Sovietica c’era un giornale che si chiamava Verità e non la raccontava mai». Quando parlava della Pravda, Indro Montanelli si infiammava e non a torto. Oggi a Mosca è cambiato tutto, ma la sensibilità del potere verso l’informazione discende da quei rami e non può che essere particolare. Così, qualche giorno fa l’unico giornale di opposizione sul mercato a Mosca - la Novaya Gazeta de…
La ricetta è semplice: seguire l’esempio della Lombardia. Se lo dicessimo noi saremmo tacciati di campanilismo, ma lo rivela la Confcommercio, che ha varato una simil spending review adottando un metodo di una semplicità disarmante.
A parte la Venere di Milo; la leggenda del Minotauro; il cavallo di legno davanti a Troia; quel Paride speciale che è stato Orlando Bloom; la profetica frase «Timeo Danaos et dona ferentes» (Non mi fido dei greci neppure se recano doni); Omero in tutte le salse, soprattutto quello raccontato da Borges («Era un genio non perché era cieco, ma perché era pazzo»); il tedesco Schlienmann che trova il …
Che senso ha sparare a una bandiera? Prigionieri dei simboli più di ogni altro (forse perché in duecento anni di storia ne hanno collezionati pochi), gli americani hanno dichiarato guerra alla bandiera confederata. Il vessillo del Sud schiavista che perse la guerra di Secessione - e che rappresenta solo un cimelio cromaticamente affascinante per collezionisti - è entrato nel mirino di chi pensa b…
C’è una voragine al centro di Roma. Tre giorni dopo la presentazione in pompa magna del progetto del nuovo stadio trasparente, si scopre che alcuni conti pubblici lo sono molto meno: la capitale rischia un buco da 350 milioni e lo Stato (quindi il contribuente) è in lieve fibrillazione al pensiero di doverli ripianare.
L’incubo era una scala buia. Arrivava a turbare il sonno all’improvviso. Entrava nella mente a scompigliarne l’armonia, ad aumentare i battiti del cuore, a trasformare il riposo in un’indicibile angoscia. Uno scalone di pietra con i gradini bassi che partivano dall’androne, e io stavo alla base con nessuna voglia di percorrerlo ma con l’obbligo di farlo, perché nei sogni non hai mai la facoltà di…
Liberté, égalité, tienilité. È sgrammaticata ma rende l’idea, la terza parola destinata a sostituire fraternité nel motto fondante della repubblica francese. La vicenda di Ventimiglia va molto oltre le regole dell’accoglienza e anche quelle della diffidenza.
Oggi non si compra, si condivide. Il senso del possesso equivale al vecchio, se pretendi qualcosa tutto per te i ragazzi ti associano a Shylock. Oggi non si compra, non ci sono più così tanti soldi per farlo, ma non per questo si rinuncia. Oggi si condivide a basso costo. È l’era dello sharing (appunto, condivisione nel senso di affitto) e le giovani generazioni schiacciate dalla crisi trovano in…
È arrivato secondo. L’ex deputato Angelo Pezzana, eletto in Parlamento nel 1979 con il partito radicale, è sulla bocca di tutti perché titolare di un vitalizio da 2.163 euro al mese per aver partecipato ai lavori della Camera dei deputati per ben nove giorni. Poco più di una settimana, 60.000 euro versati come contributi e 650.00 euro ricevuti in questi anni da parte dello Stato.
Il fisco non fa sconti, e qualcosa ci fa presumere che la lotta all’evasione fiscale sia ripresa nel silenzio efficiente dei controlli a tappeto. Ne abbiamo l’inquietante conferma da una notizia che arriva da Jesolo, dove il chiosco sulla spiaggia della signora Laura Pavan è stato chiuso dopo che gli uomini dell’agenzia delle entrate hanno individuato e punito in maniera esemplare – come vuole lo…
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio. In realtà i passaggi furono due. Il primo reale e notissimo (1915, oggi cent’anni), il secondo sconosciuto e simbolico (2011 e la via fu un’altra, l’autostrada del Brennero) con il Piave e il resto d’Italia del tutto distratti. C’era lo spread da tenere d’occhio, non si può sempre pensare a tutto.
Dov’è la bandiera? La polemica è scoppiata ieri, quando il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha opposto il suo rifiuto a esporre il tricolore sulle facciate degli uffici pubblici domani 24 maggio per ricordare il passaggio dei primi fanti sul Piave. Di fatto l’inizio della prima guerra mondiale italiana.
Ma cos’ha detto di così riprovevole Matteo Renzi davanti alla lavagna per indignare partiti di sinistra (anche parte del suo), sindacati e insegnanti? Ha detto che una professione delicata e strategica come quella del docente deve essere severamente valutata. E a farlo dev’essere anche (non solo, ma anche) il preside che guida l’istituto scolastico.
Fra grandi cuochi, prodotti tipici, Oscar Farinetti, corsi da birraio (padiglione Repubblica Ceca) e apericena prolungato fino a mezzanotte, l’Expo milanese è partita alla grande ma non è ancora riuscita a far emergere il senso più intimo del suo esistere: nutrire il pianeta. Vale a dire occuparsi di chi non ha nulla da mangiare, non di chi ha sempre appetito e dovrebbe stare a dieta.
Sedici miliardi. È chiaro che in una domenica luminosa sarebbe meglio continuare a leggere di Bergamo che torna a correre, di un territorio che in pochi mesi ha visto riaprire l’Accademia Carrara, inaugurare autostrade, rifiorire la cultura con mostre (Palma il Vecchio, dopo l’estate Malevic), idee, restauri di gran pregio.
«Colpa della sinistra», ha scherzato sabato a Genova Silvio Berlusconi, caduto sul palco del comizio per le regionali. Si riferiva alla gamba o più probabilmente alla pedana infida. Lo spirito è quello di sempre. Ne hanno parlato tutti e questo fa riflettere: per comparire nei titoli di testa, il leader di Forza Italia sembra aver bisogno di un episodio casuale che rompe gli schemi costituiti.
Osservando le imprese dei teppisti incappucciati che ieri sfasciavano vetrine nel centro di Milano ci è tornata in mente la mamma di Baltimora. Quella signora con l’abitino giallo che prendeva a sberle il figlio gridandogli «Vergognati, torniamo a casa» nel filmato che un paio di giorni fa ha fatto il giro della rete.
Guglielmo Stendardo si fa un po’ attendere, ma l’esordio in campo ripaga di tutto. «Napoli, Genova, Salerno, Catania, Perugia, Roma, Torino, Lecce, Bergamo - elenca lui, ricordando le città dove ha giocato e vissuto -. Posso dire che sono un bastardo».