Colombia: il Nobel tra guerra e pace
Referendum, plebisciti, exit poll, consultazioni, sondaggi e crescente disaffezione al voto, possono cambiare la «qualità» della democrazia e il modo di guidare la comunità.
Referendum, plebisciti, exit poll, consultazioni, sondaggi e crescente disaffezione al voto, possono cambiare la «qualità» della democrazia e il modo di guidare la comunità.
Il 4 dicembre, in un modo o nell’altro, avrà fine, per quanto forse solo provvisoria, questa estenuante vicenda della riforma costituzionale. E avrà una fine qualunque sarà l’affluenza alle urne, perché, come molti ormai hanno capito, questo referendum costituzionale non ha un quorum necessario di partecipazione. Esso cioè produrrà i suoi effetti qualunque sia la percentuale dei cittadini votanti.
All’ultimo secondo utile, quando stavano per scadere i termini di legge, finalmente il governo ha deciso la data del referendum sulle riforme costituzionali. Andremo alle urne il 4 dicembre: chi dirà sì, chi dirà no, chi si asterrà senza per questo inficiare la validità della consultazione, dal momento che, in questo caso, il quorum non c’è. Perché Renzi ha deciso il più tardi possibile la data p…
L’ha comunicata il premier Matteo Renzi ai ministri riuniti a Palazzo Chigi
Venerdì 16 settembre inizia la rassegna di incontri di approfondimento sul referendum costituzionale, dal titolo «Verso il referendum costituzionale», promossa dalle Acli provinciali di Bergamo in collaborazione con l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro e altre realtà del territorio.
«Sulla riforma, come governatore, sono per il ’Nò, rispetto al ruolo delle Regioni e al futuro delle autonomie: questa riforma riduce le autonomie, riduce le competenze delle Regioni, introduce poi anche sulle competenze residue delle Regioni un potere assoluto del Governo, con la cosiddetta ’clausola di supremazià, che consente al Governo, senza una giustificazione, se non l’interesse generale n…
«Si vota nel 2018». Comunque vada il referendum?” «Sì, si vota nel 2018».
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, domenica sera 21 agosto al Café della Versiliana incalzato dalle domande di Paolo Del Debbio, lo ha
detto con chiarezza.
«Val San Martino con Bergamo», anche a Monte Marenzo sarà referendum.
Semaforo verde della Corte Costituzionale sulla riforma Boschi: ora il governo ha 60 giorni per decidere la data.
Giovedì 21 luglio alle 20,45, nell’auditorium comunale di Sarnico si costituirà il comitato per il sì al referendum costituzionale 2016.
Con una lettera inviata mercoledì i presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto, Roberto Maroni e Luca Zaia, hanno sollecitato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, una risposta del Governo alla richiesta, avanzata da entrambi nei mesi scorsi, di tenere i rispettivi referendum consultivi regionali sull’Autonomia in un Election Day.
Via libera della regione al referendum per la creazione di un comune unico tra 5 comuni dell'alta valle seriana.
Cerete, Fino del Monte, Onore, Rovetta e Songavazzo: via libera dal Pirellone.
Renzi ha fatto di tutto, e di più, per tenere in vita la luna di miele con gli elettori, sorta splendente al momento della sua scalata a Palazzo Chigi. Non poteva certo illudersi che questa magica stagione durasse illimitatamente. Non avrebbe, però, nemmeno mai immaginato che il suo orizzonte si potesse oscurare così rapidamente.
Il Partito democratico di Bergamo annuncia che sabato sono le ultime ore per firmare il sostegno al referendum costituzionale.
La sovranità popolare è un fondamento delle democrazie e non può mai essere messa in discussione. Così come lo sono i diritti di partecipazione, conquista faticosa e sempre aperta a nuovi orizzonti. Di ciò noi italiani abbiamo un presidio solidissimo nella Carta costituzionale. Tanto premesso, l’uscita del Regno Unito (ironia della parola) dall’Unione Europea deve indurre - oltre alle valutazioni…
Qualcuno mi illumini per favore perché, al solito, io sono rimasto passo indietro: adesso con i britannici ci parliamo o no? A giudicare da certe reazioni al referendum, direi di no. C’è risentimento, rabbia, e tanto, tanto acido sarcasmo.
Neanche 24 ore dopo il referendum britannico ecco che la democrazia popolare ne reclama altri. Lo stesso Regno Unito ne chiede immediatamente uno per rientrarci, con due milioni di firme che hanno mandato in tilt il sito del Parlamento.
Anti-Brexit alla riscossa. Dopo lo shock iniziale per la vittoria degli euroscettici il popolo di «Remain» si ricompatta e lancia una petizione per tenere un secondo referendum sull’Unione europea che in poche ore ha superato i 2 milioni di firme.
«Elettori disinformati producono disastri epocali. Per votare servirebbe l’esame di cittadinanza». È la frase che ha postato il sindaco di Bergamo Giorgio Gori sui suoi profili Twitter e Facebook e che sta facendo discutere. Più tardi Gori ha aggiunto: «E però adesso, noi che restiamo, abbiamo il dovere di farla sul serio, l’Europa Unita».