Ventotto anni dopo
Bisogna ammetterlo, con la comunicazione Matteo Renzi ci sa fare. All’annuncio della nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati, il tweet con la foto di Enzo Tortora è molto di più d’una manifestazione di giubilo.
Bisogna ammetterlo, con la comunicazione Matteo Renzi ci sa fare. All’annuncio della nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati, il tweet con la foto di Enzo Tortora è molto di più d’una manifestazione di giubilo.
Buone notizie dal fronte dei titoli, e il presidente del Consiglio non nasconde la propria soddisfazione in rete.
Al Consiglio regionale della Lombardia i consiglieri della Lega Nord hanno indossato le magliette della manifestazione di sabato a Roma con la scritta «Renzi a casa». Espulso il vicepresidente Cecchetti. Ncd all’attacco: spettacolo vergognoso.
Quando il presidente della Repubblica firmerà i primi due decreti legislativi del Jobs act «chi è licenziato avrà tutele in più e sarà più facile assumere» Lo ha detto il premier, Matteo Renzi aggiungendo che «ne valeva la pena. È la strada per rimettere in moto il Paese»
Benvenuti al Grand Hotel Pd a porte girevoli: c’è posto per tutti in un partito ormai extra large. Ultimi arrivati otto parlamentari di Scelta civica, che non hanno neppure aspettato il congresso (il primo) di oggi per trasferirsi armi e bagagli nell’accampamento di Renzi.
L’elezione del presidente della Repubblica, per unanime commento, è un successo di Matteo Renzi e una brutta sconfitta per Silvio Berlusconi. Il primo si è confermato un giocatore molto abile: ha certo letto e riletto «Il Principe» di Nicolò Machiavelli.
Scacco matto all’ora di pranzo. Giocando la partita da politico navigato senza disdegnare qualche regola del poker, Matteo Renzi ha steso il tappeto rosso davanti a Sergio Mattarella, destinazione Quirinale. Tutto come previsto, un’elezione a orologeria.
Tra le conseguenza del voto greco non c’è solo il temuto terremoto economico - che per la verità a guardare le Borse ieri non si è scatenato.
Il crinale sul quale si è messo da qualche tempo (segnatamente nelle ultime settimane) Matteo Renzi desta perplessità, ma soprattutto preoccupa molti. Non tanto e non solo per le sorti del Pd, quanto per le sorti del Paese.
È il caso di Ubi e del Banco Popolare. Il Governo ha approvato le misure urgenti su settore bancario e investimenti. Lo annuncia il presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri.
«Un autogol clamoroso» per il Governo. Così il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha definito il nuovo regime fiscale forfettario per piccole imprese e professionisti, in vigore dal 1° gennaio 2015.
L’ad Sala: ««L’Expo potrebbe essere un bersaglio ideale per il terrorismo, però è un tema a cui stiamo pensando da un anno e mezzo, quindi ci stiamo preparando, organizzando sulla protezione».
Bisogna «allacciare le cinture a gennaio» non per «paura», ma perché è il momento della «prova dei fatti». Così il premier Matteo Renzi ai deputati del Pd nell’assemblea del 7 gennaio.
La parola d’ordine sarà «ritmo». Beato Matteo Renzi che nel suo inguaribile ottimismo vede l’Italia danzare sulla battigia come Gassman nel «Sorpasso». La sensazione è che il premier cominci a vivere dentro un film e chieda al Paese di seguirlo come quei condottieri da cinemascope che a un certo punto montano a cavallo e tengono il discorso decisivo.
Matteo Renzi ha imposto le marce forzate al Parlamento e al governo, incurante della settimana di pausa natalizia. Lunedì scorso la Camera ha approvato in via definitiva la legge di Stabilità; mercoledì – vigilia di Natale – un insolito Consiglio dei ministri ha varato i primi due decreti attuativi della riforma del mercato del lavoro.
Sono tanti i motivi di interesse istituzionale presenti nei due recenti interventi del presidente Napolitano: quello del 16 dicembre, nella cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni e della società civile; e quello del 18 dicembre, per gli auguri del corpo diplomatico, in cui egli ha anche rivelato l’imminenza delle sue dimissioni.
Perché non ripartono i consumi? È la domanda preferita dai conduttori di talk show per economisti, giornalisti, politici di varia estrazione e pensosi intellettuali in giacca di velluto. La risposta, pur con varie sfumature, è sempre la stessa: perché c’è la crisi.
In rete rimbalzano i filmati del leader leghista e del premier da giovani. Il primo ha partecipato a «Il pranzo è servito» con Davide Mengacci nel ’93, il secondo la «La ruota della fortuna» nel ’94 con il grande Mike. Ma c’è anche Mara Carfagna, futuro ministro, giovanissima studentessa al suo esordio a Telesalerno.
Paolo Rocca si racconta. Toccare con mano un’idea. Ci hanno provato in tanti, ci sono riusciti in pochi. Di sicuro Indro Montanelli quando entrò alla Techint di Buenos Aires negli anni Cinquanta e scrisse che «già contava migliaia di operai animati dal patriottismo aziendale che Agostino Rocca aveva sempre suscitato dovunque avesse piantato bandiera».
Fuori dalla Leopolda ci sono alcune bucce di banana. È bene parlarne non tanto per entrare nel corteo di Susanna Camusso, troppo nostalgico e reducista per servire a qualcosa di propositivo, ma per far sapere agli italiani che Matteo Renzi qualche sbandata l’ha presa e qualcun’altra l’ha evitata sulla strada accidentata delle riforme.