Il gip di Brescia ha già deciso i due arrestati restano in carcere
Restano in carcere i presunti assassini dei coniugi Seramondi. Lo ha stabilito il Gip di Brescia Giovanni Pagliuca che ha convalidato i fermi.
Restano in carcere i presunti assassini dei coniugi Seramondi. Lo ha stabilito il Gip di Brescia Giovanni Pagliuca che ha convalidato i fermi.
Sarà un perito ad analizzare dal punto di vista tecnico il fucile a canne mozze che ha ucciso a Brescia i coniugi Francesco «Frank» Seramondi e Giovanna Ferrari.
Ha suscitato proteste da parte di molti lettori il testo delle locandine del giornale oggi in edicola, locandine con cui si annunciavano gli arresti di Casazza per il duplice omicidio di Brescia, e che definivano «bergamaschi» i due fermati.
Fermati nella Bergamasca i presunti autori dell’omicidio di Francesco Seramondi e della moglie Giovanna Ferrari, uccisi martedì 11 agosto nella loro pizzeria d’asporto a Brescia.
È Ibrahim Basam, siriano di 51 anni, l’uomo ucciso a Cologno al Serio. Sotto choc le donne che hanno tentato di soccorrerlo.
Brembate, la Procura ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio, per fare chiarezza sulla morte di Carlos Lima Silva, 31 anni, transessuale brasiliano noto nell’ambiente con il nome di «Barbara» o anche «Barbarella», trovato cadavere lunedì nelle acque del Brembo, venticinque giorni dopo la sua scomparsa.
Ha scritto al presidente del Consiglio e al presidente della Repubblica il fratello di Stefania Cancelliere, la donna uccisa a colpi di mattarello sul pianerottolo del condominio di Legnano.
Andrà agli arresti domiciliari nella casa dell’anziana madre a Bergamo il 61enne che il 27 giugno 2012 uccise l’ex compagna Stefania Cancelliere a colpi di mattarello sul pianerottolo del condominio di Legnano, dove lei viveva.
La polizia di Malindi avrebbe effettuato martedì un doppio arresto nell’ambito delle indagini per l’omicidio di Andrea Maffi, il quarantenne operatore turistico di Villongo.
Andrea Maffi, l’operatore turistico quarantenne di Villongo trovato morto in Kenya, è stato assassinato a coltellate. Su Facebook il cordoglio degli amici.
I carabinieri del Ros di Brescia nelle loro informative le chiamano «convergenze», elementi che potrebbero legare due delitti.
«Appena è caduta a terra ci siamo avvicinati: era una maschera di sangue e aveva ferite ovunque, pure un taglio alla gola. Ha detto soltanto: “lui mi ha ucciso”».
Sono tornati tutti in libertà per mancanza di gravi indizi di colpevolezza gli indiani colpiti da fermo per rissa aggravata e tentato omicidio, nell’ambito della vicenda che, a settembre 2013, aveva visto l’uccisione della dottoressa Eleonora Cantamessa. Resta in carcere solo il giovane condannato per il duplice omicidio.
Svolta nel giallo di Trezzano sul Naviglio. A 7 mesi dal delitto, Lucia Fiore è stata fermata nella Bergamasca, dove si era trasferita insieme al figlio a casa di un parente perché l’appartamento era sotto sequestro. È accusata di aver sedato il marito con una forte dose di medicinali e di averlo soffocato.
È stato condannato a vent’anni Isaia Schena, il camionista di Cene accusato di aver ucciso sul monte Bue una ballerina romena, Madalina Palade, 27 anni.
La balistica ha confermato: è la pistola 357 di Roberto Costelli l’arma che ha ucciso il rom Roberto Pantic. Il pubblico ministero ha contestato all’uomo l’aggravante dei futili motivi e della discriminazione razziale.
Roberto Costelli, 39 anni, disoccupato di Calcio incensurato, ha ammesso di aver sparato un mese fa contro i camper dei nomadi: un colpo aveva raggiunto Roberto Pantic, 43 anni, uccidendolo.
Bocche cucite fra gli inquirenti che indagano sull’omicidio di calcio. Nessuna conferma dal pm Pugliese, né dai carabinieri del nucleo investigativo, se non per il fatto che l’arresto per droga è scaturito nell’ambito dell’indagine sul delitto.
C’è un arresto nell’indagine sull’omicidio di Roberto Pantic, il nomade raggiunto da un colpo di pistola alla testa mentre dormiva con la famiglia in uno dei due camper di sua proprietà, parcheggiato nella campagna di Calcio, lo scorso 22 febbraio.
È stata confermata la custodia in carcere per Massimo Bossetti: la prima sezione penale della Cassazione ha respinto il ricorso della difesa che ne chiedeva la scarcerazione.