Carcere, il 19 aprile l’intitolazione a don Fausto con il ministro Cartabia
Il Guardasigilli Marta Cartabia a Bergamo per la cerimonia. La direttrice Mazzotta: «Il sacerdote è stato un riferimento per tutti noi».
Il Guardasigilli Marta Cartabia a Bergamo per la cerimonia. La direttrice Mazzotta: «Il sacerdote è stato un riferimento per tutti noi».
È trascorso un anno esatto dalla scomparsa di Don Fausto Resmini, portato via dal Covid. Aveva 67 anni, tanti progetti realizzati nella sua vita di prete e tanti avviati, altri da immaginare. Ha lasciato un’eredità importante legata al suo impegno a favore di chi vive per strada, dei detenuti, dei ragazzi difficili.
A un anno dall’inizio della pandemia che ha trasformato Bergamo nell’epicentro del Covid, in edicola con L’Eco uno «speciale» di 32 pagine.
Nella chiesa del Patronato di Bergamo sabato 22 agosto è stata celebrata una Messa in ricordo di don Fausto Resmini, sacerdote degli ultimi, morto lo scorso marzo a causa del coronavirus. Domenica 23 agosto, alle 10,30, un’altra Messa sarà celebrata a Sorisole.
Alberto Daminelli ha lottato contro il Covid-19 per 141 giorni, ma alla fine ce l’ha fatta e ora è a casa. «Ho sognato don Resmini che andava verso una grande luce: gli ho detto “aspettami”, ma mi ha risposto di tornare indietro».
Il ministro della Giustizia Bonafede in un documento del Ministero si è detto favorevole all’intitolazione del carcere di Bergamo a don Fausto Resmini, morto a causa del covid tra il 22 e il 23 marzo scorsi. Accolta la richiesta dei parlamentari bergamaschi Carnevali e Martina.
«L’importo che verrà raccolto sarà interamente devoluto all’associazione – sottolinea ancora la Questura – per permetterle di continuare ad assistere coloro che sono ancor più indifesi ed impotenti in questa surreale emergenza».
Qualche settimana fa io e don Fausto ci siamo trovati da soli in attesa che arrivassero gli altri sacerdoti per la riunione mensile. «Che c’è Fausto? Mi sembri stanco…» gli avevo detto. Lui non si apriva molto: parlava sempre degli altri, dei suoi ragazzi, dei carcerati, dei poveri della stazione. Aveva come una ritrosia a lasciarsi andare, come se non volesse che qualcuno gli guardasse dentro. «…
Sulla scrivania di don Fausto Resmini, alla comunità don Milani di Sorisole, pile di testi, di libri sacri e una montagna di foglietti su cui annotava numeri e nomi di persone che chiedevano un aiuto. Madri di detenuti, parenti di uomini o donne persi per strada, inghiottiti dalla dipendenza da alcol e droghe.
Don Fausto Resmini, della Comunità «Don Milani» di Sorisole: in un anno 464 minorenni nei guai.
I dati dei reati dei minori: in aumento quelli contro il patrimonio. E preoccupa il fenomeno bullismo.
L’Italia è nella morsa del gelo e anche in provincia di Bergamo scatta la mobilitazione per dare un riparo ai clochard.
Le sigle hanno un potere straniante. «Msna», per esempio, significa «Minori stranieri non accompagnati». Quella degli Msna è una delle più gravi emergenze umanitarie che l’ Europa sia stata chiamata ad affrontare negli ultimi anni. È strettamente legata alle crisi economiche e alle guerre che attanagliano il mondo, dal Bangladesh alla Siria, dalla Nigeria all’ Etiopia.
L’omicida 15enne di Zingonia si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari della Tribunale dei minori di Brescia.
Una volta a settimana, Masiello è lì, a Sorisole, a parlare con i ragazzi e a prodigarsi nelle varie attività manuali, dall’assemblaggio alla legatoria, mentre tutti aspettano il giorno della prima partita di pallone.
Sono 600 i minori finiti nei guai con la giustizia nel corso del 2013. I dati, elaborati dalla comunità don Milani di Sorisole, indicano una prevalenza di imputazioni per reati contro il patrimonio (furti) e una preoccupante tenuta dei reati contro la persona e legati allo spaccio di droga.
«Quell’uomo mi chiede conto di Dio, e io non posso negarglielo». Don Fausto Resmini, cappellano del carcere di Bergamo, è l’unica persona a poter incontrare ogni giorno Massimo Bossetti, in cella di isolamento da oltre due mesi perché sospettato dell’omicidio di Yara Gambirasio.
L’inchiesta per presunto traffico illecito di rifiuti nel sottofondo stradale della Brebemi «è tutta un grosso equivoco». E per quanto riguarda la discarica di amianto del gruppo Locatelli a Cappella Cantone «io mi sono adoperato soltanto per fare il mio mestiere». Lo dice Andrea David Oldrati, architetto.
Venerdì Santo, memoria della passione e morte di Gesù Cristo: il vescovo di Bergamo, Francesco Beschi, ha partecipato alla preghiera per i lavoratori nella chiesa delle Grazie nell’ambito del cammino delle Acli e, dopo l’azione liturgica con i malati, in serata ha presieduto la Via Crucis in Cattedrale.
Si rinnova stasera, venerdì 18 aprile, nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie, la Via Crucis all’aperto, che si snoda nelle diverse vie, introdotta alcuni anni fa. La sua caratteristica precipua è portare la Croce nei luoghi significativi del cuore della città.