Autolinee, dopo oltre due anni riapre la mensa di don Fausto
«Posto caldo».Sabato 24 dicembre a Bergamo si inaugura il servizio intitolato a don Resmini. Ogni sera 130 persone potranno cenare nella struttura evitando il freddo.
«Posto caldo».Sabato 24 dicembre a Bergamo si inaugura il servizio intitolato a don Resmini. Ogni sera 130 persone potranno cenare nella struttura evitando il freddo.
La decisione di creare un polo universitario penitenziario a Bergamo è coraggiosa per vari motivi. Scommettere sulla rieducazione del condannato permettendogli di accedere al livello più alto di istruzione è una scelta che può sembrare controcorrente, ma che non solo è ben radicata nel solco costituzionale, ma anche nella storia del nostro territorio.
Ora anche l’Università degli studi di Bergamo potrà vantare il Polo universitario penitenziario, ossia una serie di servizi specificamente rivolti a studenti privati della libertà personale a seguito di un provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Lurano Monsignor Beschi ha presieduto la Messa per il sacerdote a due anni dalla scomparsa per Covid. Fu cappellano del carcere, instancabile nell’aiutare i poveri. Tante anche le autorità della magistratura alla celebrazione.
Alla Casa del Giovane L’autore è don Dario Acquaroli: «Il suo ricordo continui a generare servizi per accogliere chi ha bisogno di cura».
Il percorso Per il secondo anniversario della scomparsa di don Fausto Resmini, «prete degli ultimi», un ciclo di incontri organizzato dal Patronato e dalla Fondazione: il 17 il cardinale Zuppi.
Un nuovo progetto di formazione, riabilitazione e reinserimento sociale nel carcere di Bergamo.
La Giunta di Palazzo Frizzoni ha deciso di dedicarla al sacerdote vittima del Covid. Messina: «Atto simbolico ricco di significato». Don Acquaroli: «Ci ricorderà le sfide con cui dovremo confrontarci». Don Trussardi: «Giusta riconoscenza».
La ministra a Bergamo per l’intitolazione del carcere a don Resmini. Prima a Sorisole in tarda mattinata, poi in via Gleno. «Nell’opera di don Fausto forte il binomio educazione-giustizia» ha detto.
Il ministro della Giustizia, Marta Cartabia, oggi a Bergamo per intitolare il carcere al cappellano morto di Covid. L’intervento integrale su «L’Eco di Bergamo».
Il Guardasigilli Marta Cartabia a Bergamo per la cerimonia. La direttrice Mazzotta: «Il sacerdote è stato un riferimento per tutti noi».
È trascorso un anno esatto dalla scomparsa di Don Fausto Resmini, portato via dal Covid. Aveva 67 anni, tanti progetti realizzati nella sua vita di prete e tanti avviati, altri da immaginare. Ha lasciato un’eredità importante legata al suo impegno a favore di chi vive per strada, dei detenuti, dei ragazzi difficili.
A un anno dall’inizio della pandemia che ha trasformato Bergamo nell’epicentro del Covid, in edicola con L’Eco uno «speciale» di 32 pagine.
Nella chiesa del Patronato di Bergamo sabato 22 agosto è stata celebrata una Messa in ricordo di don Fausto Resmini, sacerdote degli ultimi, morto lo scorso marzo a causa del coronavirus. Domenica 23 agosto, alle 10,30, un’altra Messa sarà celebrata a Sorisole.
Alberto Daminelli ha lottato contro il Covid-19 per 141 giorni, ma alla fine ce l’ha fatta e ora è a casa. «Ho sognato don Resmini che andava verso una grande luce: gli ho detto “aspettami”, ma mi ha risposto di tornare indietro».
Il ministro della Giustizia Bonafede in un documento del Ministero si è detto favorevole all’intitolazione del carcere di Bergamo a don Fausto Resmini, morto a causa del covid tra il 22 e il 23 marzo scorsi. Accolta la richiesta dei parlamentari bergamaschi Carnevali e Martina.
«L’importo che verrà raccolto sarà interamente devoluto all’associazione – sottolinea ancora la Questura – per permetterle di continuare ad assistere coloro che sono ancor più indifesi ed impotenti in questa surreale emergenza».
Qualche settimana fa io e don Fausto ci siamo trovati da soli in attesa che arrivassero gli altri sacerdoti per la riunione mensile. «Che c’è Fausto? Mi sembri stanco…» gli avevo detto. Lui non si apriva molto: parlava sempre degli altri, dei suoi ragazzi, dei carcerati, dei poveri della stazione. Aveva come una ritrosia a lasciarsi andare, come se non volesse che qualcuno gli guardasse dentro. «…
Sulla scrivania di don Fausto Resmini, alla comunità don Milani di Sorisole, pile di testi, di libri sacri e una montagna di foglietti su cui annotava numeri e nomi di persone che chiedevano un aiuto. Madri di detenuti, parenti di uomini o donne persi per strada, inghiottiti dalla dipendenza da alcol e droghe.
Don Fausto Resmini, della Comunità «Don Milani» di Sorisole: in un anno 464 minorenni nei guai.