La donna di Fiumicino era a Bergamo Coronavirus, positivi anche marito e figlio
Primi casi di coronavirus nel Lazio. A darne la conferma è la direzione dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
Primi casi di coronavirus nel Lazio. A darne la conferma è la direzione dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.
Una riunione tra il premier Giuseppe Conte ed i ministri è prevista alle 12.30 nella sede della Protezione Civile.
Sono 14 i casi finora accertati. Martedì la seconda vittima nella nostra provincia dopo l’anziano di Villa di Serio: è un pensionato di Nembro. Altre persone positive in Comuni della media Valle Seriana e anche nella Bassa. Parla l’assessore Gallera. Su «L’Eco» di mercoledì 26 febbraio 14 pagine di approfondimento.
Hanno contratto il virus una donna di 61 anni di un paese della Val Seriana, il marito di lei e un altro componente della comitiva che da cinque giorni si trova in Sicilia.
«Una dichiarazione inaccettabile da una persona ignorante, perché ignora assolutamente quali erano e sono i protocolli definiti dall’Istituto Superiore di Sanità. Noi abbiamo seguito pedissequamente ciò che era stato determinato dall’ISS e le linee guide del Ministero».
Un uomo di 38 anni è ricoverato in prognosi riservata con insufficienza respiratoria all’ospedale di Codogno, in provincia di Lodi. Contagiati la moglie, incinta, e un conoscente stretto. La conferenza stampa in Regione - la diretta web.
È uno dei rimpatriati da Wuhan. Le misure nell’aeroporto bergamasco: «Disposta sulle base delle indicazioni ricevute dalla Protezione civile per i passeggeri in arrivo con voli internazionali».
Il presidente della Regione Lombardia è intervenuto per fare il punto sulla situazione nella nostra regione.
Dal coronavirus all’ansia italiana per la paura di una nuova epidemia il passo è brevissimo. Negli aeroporti, compreso i nazionali Fiumicino a Roma, sono infatti scattate le prime misure di controllo e gli esperti prendono la parola e informano, come ha fatto il direttore delle Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano.
Prima forte ondata di influenza dall’inizio dell’anno: con il rientro a scuola degli studenti e la ripresa delle attività, il virus si è diffuso, causando un brusco aumento dei casi rispetto alle settimane precedenti.
Il 54enne di Predore aveva ricevuto la profilassi con gli altri familiari subito dopo il ricovero della moglie morta lo scorso 3 gennaio. La conferma dell’Istituto Superiore di Sanità: stesso genotipo dei primi quattro episodi.
L’uomo è ricoverato al Papa Giovanni sotto controllo non in condizioni critiche.
Tutti i casi di meningite in Lombardia si sono verificati nella stessa area geografica nell’arco di un mese ma «poiché le autorità sanitarie stanno intervenendo in modo rapido e massivo, il focolaio può essere circoscritto evitando quindi un’epidemia su larga scala». Qui lo speciale di Bergamo Tv andato in onda giovedì 9 gennaio.
Intervenuto a Radio Capital ha rassicurato sui casi di meningite avvenuti negli scorsi giorni nella bergamasca.
Un’intervista per fare chiarezza sui casi di meningite nella Bergamasca. A parlare Giovanni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
Alta attenzione in Valle Camonica per un sospetto caso di meningite di un uomo di 62 anni ora degente nel reparto di Anestesia e Rianimazione degli Spedali Civili di Brescia.
Ambulatori straordinari a Gandosso, Predore e Credaro oltre a Paratico nel Bresciano. Potenziati ancora i centri di Sarnico e Villongo.
«Stiamo facendo tutte le verifiche necessarie e che in queste circostanze s’impongono: a cominciare da come si sono sviluppati questi contagi fino alle verifiche sul genoma del batterio meningococco C che ha contagiato le tre persone di Villongo.
L’uomo è ricoverato in prognosi riservata ai Civili di Brescia. Campagna di vaccinazioni per i cittadini fino ai 50 anni. Aperture speciali del presidio di Sarnico e un ambulatorio d’emergenza in paese.
Dopo il terzo caso di cui si è avuta notizia lunedì 23 dicembre (un operaio di 36 anni ricoverato in prognosi riservata a Brescia ), la Regione congiuntamente al sindaco hanno deciso di proporre una campagna di vaccinazione rivolta a tutta la popolazione tra gli 11 e i 50 anni.