Mercato chiuso, parla Percassi «È la nostra migliore Atalanta»
La miglior Atalanta della sua gestione ultima in classifica, il sorteggio di Montecarlo emozione irripetibile.
Classe 1961, collaboratore de L’Eco di
Bergamo dal 1976 per il calcio provinciale, poi è diventato redattore,
caposervizio e dal 2011 inviato al seguito dell’Atalanta. Autore di tre volumi
dedicati alla storia del club nerazzurro (La storia dell’Atalanta, 2007 e
2017), è ideatore della collana di almanacchi dedicata al calcio bergamasco e
l’autore dei primi 30 volumi (1984-2014). Scrive di Atalanta per L’Eco di
Bergamo ininterrottamente dal 1987.
La miglior Atalanta della sua gestione ultima in classifica, il sorteggio di Montecarlo emozione irripetibile.
«Anno storico, felice di vedere i bergamaschi felici. Amichevoli? L’Atletico Madrid.Saremo competitivi con i conti in ordine. Parte un ciclo decisivo per il futuro: programmazione»
Parla Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta: «Consideriamo il Papu intoccabile, ma se arriva un top club da Champions decide lui. Noi vogliamo ripartire con i big, e chiunque voglia partire sarà adeguatamente sostituito. Investiremo».
Ci sono interviste riuscite, interviste meno felici, interviste che vorresti non fare mai. Anche se poi diventano momenti solenni, da consegnare diretti alla storia.
Intervista a mister Gasperini: «Aspetto Gomez a 16 gol. E Petagna senza più la faccia triste vista col Pescara. Non parlo del mio futuro: ho chiesto ai giocatori di non farlo, permettetemi di dare l’esempio».
«Invito tutti allo stadio: possiamo trasformare un grande sogno in realtà. Se Bergamo ci aiuta, sarà meno difficile migliorare la più bella stagione di questi primi 110 anni»
L’ex c.t. Arrigo Sacchi in tribuna: «Atalanta esempio per il calcio italiano: serietà, programmazione, vivaio. Bravo Percassi. Società, squadra e ambiente tanto uniti li ricordo solo a Bilbao: restate così e vivrete un’annata meravigliosa».
Il Papu è in forma, è di buonumore, gioca di psicologia: «Non sono mai stato così bene a inizio stagione; restare all’Atalanta è una gioia, adesso aprirò anche una palestra a Bergamo; Sportiello è giovane e ha vissuto un’estate complicata. ora si deve ritrovare e tornerà a fare la differenza».
Lo chiameremo il «patto del prosciutto», giusto per evitare di chiamarlo «patto dell’insalata»: suonerebbe male. Venerdì a pranzo, a Veronello (dove si allena il Chievo), si sono incontrati Luca Campedelli, presidente del Chievo, e Luca Percassi, a.d. dell’Atalanta, amici da anni perché spesso soci di strategia in Lega. Menù prosciutto e insalata, all’ordine del giorno come liberare Rolando Maran…
Di questo passo il mondo dell’informazione nell’analisi delle partite di calcio dovrà cercare una via d’uscita. Perché per ogni gara andiamo sempre più verso due letture tra loro molto diverse. Una data allo stadio, l’altra figlia della tv. È come vedere (raccontare, commentare, giudicare) due cose diverse. In realtà, invece, si tratta di punti di vista diversi (spesso opposti, purtroppo) dello s…
Quanta disarmante confusione, a proposito del rigore concesso sabato all’Atalanta. Il tecnico del Sassuolo, Di Francesco, l’ha definito «…un rigore assurdo.
Il pareggio di Frosinone è stato brutto, uno 0-0 proprio brutto per tutti. Su questo zero dubbi. La partita ha fatto pensare al pantano della serie B. Vediamo di non scordarcelo: se serviranno altre battaglie per evitar di retrocedere, teniamoci pronti a combatterle. Ma - ribadito che lo spettacolo è stato inadeguato - proviamo a ragionare sulle valutazioni di questo 0-0. Gli atalantini si divido…
Quando venerdì sera è arrivato il messaggio con le generalità del nuovo difensore ingaggiato dall’Atalanta («Fatto Djimsiti Berat», testuale) è bastato un attimo per scivolare nello sconforto dell’inadeguatezza. Perché prima la domanda è sorta spontanea: ma qual è il nome e quale il cognome? E poi la riflessione inevitabile: rincorriamo nomi di mercato irraggiungibili.
Dal ritorno in A dell’Atalanta del 2011 chi chiude l’andata in zona retrocessione poi a fine campionato retrocede in serie B. Alla regola c’è una sola eccezione, il Cagliari 2012/13. Ma negli altri 11 casi (su 12) regola rispettata: le tre di coda al giro di boa sono le tre di coda a fine stagione.
Quindi i giudizi dell’Eco sulla prestazione di Udine non erano poi così severi. O, comunque, sono molto più condivisi di quello che era emerso nel dopopartita del «Friuli» (a parte il d.g. Marino, i toni di tutti sembravano accomodanti). Altrimenti per quale strana ragione da oggi la squadra andrà in ritiro con 24 ore d’anticipo rispetto alle abitudini di Reja?
Il calcio è davvero strano. Basta un niente e cambia tutto. Carmona a sorpresa finisce sotto i ferri (in bocca al lupo, guerriero!) e a dieci giorni dalla sosta di Natale per l’Atalanta cambiano le priorità di mercato: primo un centrocampista. Mentre per il centravanti, anche per i segnali positivi mandati da Denis, è il caso di prendere tempo.
Se Raimondi pare un ventenne, se Cherubin è così affidabile, se Brivio non fa rimpiangere il miglior Dramé, se Cigarini rinasce. Il dopo Palermo porta a riflessioni sottili, che vanno oltre le evidenze di Denis, de Roon e Sportiello.
Gli addetti ai lavori lo chiamano «cobra». Giovanni Sartori di regola aspetta il momento giusto, arriva in silenzio e colpisce, freddo e rapido.
Ha preso German Denis e Maxi Moralez, decisivi (79 reti) per 4 salvezze di fila in A. Dal -6 è stata un’impresa. Ma pure Facundo Parra, Contini e Matheu, errori gravi per un d.g. da 33 mila euro al mese, 400 mila netti all’anno.
Finalmente si gioca. Si fa per dire, si gioca. A mezzanotte Inghilterra-Italia nel cuore dell’Amazzonia, la sfida tra cinque titoli mondiali (4 a 1 per noi...) tra gli inventori del calcio e noi che l’abbiamo migliorato, ridotta a una lotta tra furbi: avrà la meglio chi saprà dosare meglio le energie.
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