Pecco e Jannik, due modi diversi di essere grandi
L’ANALISI. Strana domenica, quella in cui la Serie A lascia la scena a una Nazionale che innesta la retromarcia facendo riaffiorare fantasmi europei.
Classe 1967, è stato rapito a 16 anni dal giornalismo e non è
stato più liberato. Anche perché le sue famiglie (quella d'origine e quella
attuale) si sono sempre ben guardate dal rivolerlo indietro. Assunto a L'Eco di
Bergamo nel 1993, ha cominciato allo Sport e allo Sport è tornato dopo essersi
occupato per vent'anni di cronaca locale e nazionale, politica ed esteri.
Raccontando fatti, personaggi e storie del mondo sempre con occhio
orgogliosamente bergamasco.
L’ANALISI. Strana domenica, quella in cui la Serie A lascia la scena a una Nazionale che innesta la retromarcia facendo riaffiorare fantasmi europei.
L’ANALISI. Maledetta sosta, che spezza il ritmo a un’Atalanta lanciatissima: sei vittorie nelle sette gare giocate dall’ultima interruzione per le nazionali. Cinque su cinque in campionato, sei di fila da inizio ottobre.
IL COMMENTO. L’Atalanta ha dimezzato il distacco (da -6 a -3), portandosi al terzo posto a due lunghezze da un’Inter che solo grazie al Var ha evitato una mezza figuraccia contro il Venezia ultimo in classifica.
L’ANALISI. I giochi sono fatti, i giurati hanno votato. E quella di stasera a Parigi sarà soltanto una sfarzosa passerella. Eppure immaginiamo, solo per un attimo, che per assegnare definitivamente i Palloni d’Oro 2024 i candidati debbano presentare un biglietto da visita.
SPORT. E adesso diciamo pure che è stato facile. Il 2-0 con il quale l’Atalanta ha regolato il fanalino Venezia è vittoria da squadra non solo di qualità (cosa che si sapeva), ma matura e consapevole della propria forza.
L’ANALISI. Nella settimana dell’addio al tennis di Rafa Nadal, il successo di Jannik Sinner nella finale del Master 1000 di Shanghai su Nole Djokovic – sotto gli occhi di Roger Federer e Carlos Alcaraz – ha il sapore di un passaggio di consegne generazionale.
IL PUNTO. Certo, sarà dura affrontare un weekend senza Atalanta proprio adesso che ci siamo rifatti gli occhi.
IL COMMENTO. Dal 1998, anno di uscita del celebre film che porta quel titolo, situazioni come quella vissuta dall’Atalanta nei primi 8’ della ripresa sabato sera a Bologna vengono definite di «Sliding doors», porte scorrevoli.
IL COMMENTO. Ormai non ci sarebbe nemmeno bisogno di ricordarlo. Anche perché la consuetudine dell’Atalanta al doppio (e poi magari più avanti triplo) impegno stagionale è tale che le tre partite in una settimana o poco più sono ormai diventate la regola.
IL COMMENTO . E poi arriva il momento in cui la retorica si deve fare parte. Perché ci sono cose, momenti, situazioni che solo la realtà può raccontare.
ATALANTA. Il centravanti della nazionale: «È successo tutto all’improvviso, un grande passo per la mia carriera, un salto di qualità. Gasperini vuole il meglio da me e sa come tirarlo fuori».
ITALIA. Da Koopmeiners-Scamacca-Lookman a Pasalic-De Ketelaere-Retegui.
L’ultima gara di preparazione al primo impegno stagionale, forse il più prestigioso, quello della Uefa Super Cup contro il Real Madrid in programma il prossimo 14 agosto, non termina nel migliore dei modi per i nerazzurri che nella ripresa cedono dopo 10’ minuti di completo black out difensivo.
L’intervista di Piero Vailati
IL MATCH. L’Atalanta in campo sabato 27 luglio nell’amichevole. Gol di Parrott al 36’, nella ripresa il pareggio con l’autogol di Moller Wolfe, poi la rete di De Ketelaere, infine l’AZ riagguanta il pareggio con Zeefuik.
ITALIA. Un cartellino da timbrare. Un apostrofo grigio, per dirla alla Cyrano de Bergerac, tra le parole «festa» e «Supercoppa». Quella con il Real Madrid, che fino a Ferragosto ci sogneremo sotto l’ombrellone.
IL COMMENTO. «Sono legato all’Atalanta e lo sarò ancora». Parole e musica di Gian Piero Gasperini. Ultima gemma (penultima? C’è un terzo posto da portare a casa) di questa stagione ormai al tramonto anche se Bergamo vorrebbe non finisse mai.
IL COMMENTO. Il primo fu Eddy Merckx. Il Cannibale, quello con la C maiuscola, era lui. Pare che nel 1969, durante il primo dei cinque Tour dominati dal belga, la figlia del ciclista francese Christian Raymond – onesto faticatore del pedale che l’anno dopo avrebbe vinto la sua unica tappa alla Grande Boucle – abbia chiesto al padre come stesse andando la corsa, e la risposta sia stata più o men…
IL COMMENTO. Esauriamo subito i convenevoli. La Juve è sempre la Juve, ha grandi individualità, ha la capacità di far giocare male gli avversari, ha più esperienza a livello di finali.
L’ANALISI. Questa Atalanta, il cui spirito guerriero riflette la fiera componente longobarda che fa capolino nelle radici bergamasche, non dovrebbe trovarsi poi così male questa sera a Salerno.
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