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«UP TO YOU», in scena il confronto tra generazioni

Articolo. Dal 21 al 26 maggio, torna a Bergamo e nei comuni di Brusaporto e Scanzorosciate la quinta edizione di «UP TO YOU», festival di spettacolo dal vivo organizzato da giovani under 30

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Taca Tè», Sanpapiè

Sei giorni densi di appuntamenti: sei spettacoli, due flash mob e tanti incontri. È la sfida del gruppo di giovani di «UP TO YOU» per riflettere sul contemporaneo, sulla possibilità di dialogo e sullo scontro tra generazioni, per creare comunità uscendo dalla comfort zone, con un’arte che mette in bilico le certezze. Il festival, realizzato con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura di Bergamo e il contributo dei comuni di Brusaporto e Scanzorosciate, è diventato ormai appuntamento fisso nel calendario culturale della città e della provincia.

La formula consolidata è quella della “direzione giovane”, ovvero una direzione artistica composta da 30 ragazze e ragazzi dai 18 ai 30 anni, guidata e accompagnata fin dalle prime fasi dalla compagnia «Qui e Ora Residenza Teatrale».

«Vieni a teatro, mettiti scomoda, scomodo, scomod*» è il claim scelto per questa quinta edizione. I ragazzi e le ragazze, trovandosi a crescere in un presente sempre più incerto e precario, si pongono l’obiettivo di coinvolgere attivamente, provocando e interrogando, il mondo di oggi e le generazioni precedenti. Gli spettacoli in cartellone descrivono la volontà di ripensare gerarchie, confini e relazioni per rispondere con urgenza alle crisi del nostro tempo. Il tema centrale dell’edizione 2024 di «UP TO YOU» si riflette sul contemporaneo, sulla possibilità di costruire dialogo intergenerazionale, sullo scontro/confronto tra opposte generazioni, culture, visioni del mondo, toccando diversi appuntamenti del festival. L’idea è che lo scambio intergenerazionale contribuisca a costruire una società più inclusiva e armoniosa, dove le esperienze e le competenze di ogni generazione vengano valorizzate e integrate, dove il dialogo tra le parti favorisca non solo la crescita individuale, ma anche il benessere collettivo.

Il festival inaugura oggi, martedì 21 maggio, alle ore 21, presso il Centro Polivalente di Brusaporto con lo spettacolo « Mia mamma fa il notaio, ma anche il risotto » di e con Filippo Capobianco, classe 1998, campione mondiale di poetry slam nel 2023. Lo spettacolo è uno strampalato racconto di formazione il cui protagonista, Moscerino, cerca un dialogo con la propria madre, notaio importante e indaffarata, o più semplicemente incapace di parlare con il figlio. Il desiderio di comunicare, in ogni modo e con ogni mezzo, è tema centrale dello spettacolo e accompagna negli anni il protagonista, di storia in storia. La guida in questo viaggio di formazione è una sola: la poesia, che è anche l’ultima chiave per rompere lo specchio e permettere alla mamma e a Moscerino di guardarsi finalmente negli occhi.

Il 22 maggio alle ore 21, presso l’Auditorium di Piazza Libertà, andrà in scena « Taca Tè », spettacolo di Sanpapiè con la coreografia di Lara Guidetti. Anche in questo caso si tratta di un dialogo tra generazioni: lo spettacolo è una rivendicazione del diritto di esistere nel tempo, una sfida giocata tra due corpi anagraficamente lontani che convergono nel presente della danza. In scena, Antonio Caporilli e Francesca Lastella affrontano il grande tema dell’incontro intergenerazionale attraverso un dibattito fisico senza sosta, dove passato e futuro si specchiano l’uno nell’altro, nel tentativo di costruire una relazione in grado di muoversi senza timore sulla linea del tempo in entrambe le direzioni.

«”Taca tè” , cioè “inizia tu” è un invito reciproco a stare nel presente, in una dimensione propria della danza, a trovarsi nel tempo dell’altro e trovare una possibile comunicazione, che servirebbe a costruire una società più sana» spiega Guidetti. Un incontro tra tempi e generazioni diverse, due età della vita che si osservano e confrontano in un flusso di ascolto, intimità profonda, limiti che si spostano, corpi che discutono e si accordano. Così i codici del ballo liscio, che invitano a ruoli, melodie e spazi, si diluiscono in un ambiente “altro”, che progressivamente si libera dalle strutture, per aprire molteplici sguardi sul corpo e sulla relazione.

Sempre sotto la guida di Lara Guidetti, di Sanpapié, venerdì 24 maggio in piazza della Libertà e domenica 26 maggio in Piazza Vecchia, Città Alta, avverrà il flash mob intergenerazionale «Ballo ballo ballo». «Si tratta di un invito a vivere lo spazio di quel momento sospeso senza preoccuparsi di quello che non siamo più o di quello che saremo» racconta la coreografa. Attraverso la danza avverrà, infatti, l’incontro tra le due anime del lavoro sul territorio che la compagnia «Qui e Ora» porta avanti da anni: da una parte le persone under 30 della direzione artistica di «UP TO YOU»; dall’altra le “over” del laboratorio «Maledonne», realizzato in diversi comuni della bergamasca. «Entrambe le operazioni – lo spettacolo Taca Tè e il flash mob – nascono da un incontro/scontro tra generazioni: under e over, due età diverse chiamate ad abitare un medesimo spazio» osserva Guidetti, che ha curato le coreografie di entrambi i lavori. «Siamo in un momento storico in cui esiste una grande differenza tra generazioni, questo sembra precludere una relazione».

Lo scambio intragenerazionale prosegue con « Davidson », di Balletto Civile, collettivo nomade di performers, in scena venerdì 24 maggio presso l’Auditorium di Piazza della Libertà. Lo spettacolo è ispirato a «Padre Selvaggio» di Pasolini, un abbozzo di sceneggiatura scritta nel ’63 e pubblicata postuma nel 1975. È la storia di Davidson, un giovane liberiano sensibile e acuto che incontra un insegnante progressista e tormentato – una figura di frontiera, alter ego dello stesso Pasolini – che cerca di dare ai suoi allievi un’istruzione moderna e anticolonialista. L’opera è incentrata proprio sul conflitto che inevitabilmente si sviluppa tra l’insegnante e l’allievo, diffidente verso il metodo innovativo e la cultura del suo docente. Al cuore del contrasto fra le due figure, vi è ovviamente il rapporto tra bianchi e neri, inficiato dalla differente concezione della storia e dei rapporti di potere. «Uno scontro necessario alle generazioni più giovani per potersi emancipare e scoprire la propria identità» sostiene Maurizio Camilli, danzatore, che in scena interpreta il ruolo dell’insegnante.

Quella che vi abbiamo presentato è solo una selezione: il programma completo è disponibile sul sito della compagnia . «UP TO YOU» significa «sta a te». Il nome del festival sottolinea la necessità di fare la propria parte per costruire il mondo. «UP TO YOU» è l’occasione per mettere in relazione generazioni diverse, per confrontarsi con giovani cittadini e cittadine per innovare la modalità di fruizione della cultura in città. L’intenzione è quella di “imparare facendo”, in un percorso di tutoraggio in cui gli spunti teorici, dati da chi fa questo lavoro da professionista da anni, vengono colti e fatti crescere nella pratica dal gruppo.

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