Finalmente il buio del Teatro Donizetti quella sera sarà un buio abitato. Un’oscurità popolata da centinaia di sguardi rivolti tutti verso il palcoscenico. Il vecchio orologio sopra il sipario chiuso sarà come sempre debolmente illuminato, abbastanza per leggere le ore, non troppo da disturbare la visione. Così, a un certo punto, si farà silenzio e il sipario rosso si riaprirà di nuovo, dopo gli anni di restauro e le chiusure della pandemia.
Nei giorni scorsi abbiamo raccolto le emozioni di chi sta dietro le quinte, come il Direttore generale della Fondazione Teatro Donizetti Massimo Boffelli. Questa volta tocca ai direttori artistici: tornerà l’opera, tornerà il jazz e tornerà anche la prosa, tra cui uno spettacolo “Novecento”, che il suo autore, Alessandro Baricco, leggerà per il pubblico di Bergamo il 4 giugno. Un testo perfetto per riaprire, ne è convinta Maria Grazia Panigada, direttrice artistica della prosa del Teatro Donizetti: “una storia che parla di una vita trascorsa su un piroscafo, senza mai scendere, isolati, limitati, vincendo la paura con la musica. Parole che possiamo leggere come metafora dei mesi che abbiamo attraversato e di quello che è il teatro”.
Insieme a lei, il direttore artistico del Donizetti Opera Festival Francesco Micheli e la direttrice di Bergamo Jazz Maria Pia De Vito hanno ripercorso questi mesi di lavoro verso la riapertura del teatro. Mesi intensi, che sono arrivati dopo “un inizio anno che è stato un vero e proprio letargo spirituale da parte di tutto il nostro mondo – spiega Micheli – Una sorta di coma in cui la difficoltà e l’impossibilità di fare il nostro lavoro ci ha annichilito. Fortunatamente, ci sono stati molti gesti che in questa paralisi hanno saputo portare luce, come le manifestazioni dei bauli in piazza, anche se l’attenzione e il supporto ai lavoratori dello spettacolo sono stati nulli”.
Musicisti e maestranze, una risorsa da sostenere non solo in pandemia
Una situazione grave e da cui non sarà semplice risollevarsi, che Maria Pia De Vito ha vissuto sia dal punto di vista della direzione artistica, sia come musicista: “questo periodo di profonda difficoltà ci ha mostrato quanto sia fragile e allo stesso tempo essenziale il lavoro degli artisti e delle maestranze che ruotano attorno al mondo dello spettacolo”. Protezione e tutela“sono le parole chiave che dovremo portare con noi anche quando usciremo da questo periodo: la pandemia ha solamente evidenziato problemi che già esistevano e che è fondamentale cercare di risolvere. C’è un grandissimo lavoro da fare, è necessario sostenere i musicisti giovani e giovanissimi e quelle realtà magari più sperimentali che sono fondamentali per la crescita e l’evoluzione della musica, ma che magari non sono delle mega star”.
“Abbiamo passato un periodo terribile, una caduta libera e abbiamo dovuto fare i conti con delle misure che ad oggi in molti casi risultano incomprensibili – continua Maria Grazia Panigada – Ora, a pochi giorni da una riapertura in totale sicurezza, abbiamo avviato una serie di interviste per presentare tutto il personale del teatro, professionisti e professioniste che hanno subito il blocco del periodo e che costituiscono l’anima del Donizetti. Maschere, operatori di biglietteria, personale impegnato in ufficio, illuminotecnici, fonici, che si meritano di avere un po’ di palcoscenico”.
Un nuovo teatro da riscoprire con visite guidate d’artista
Luci puntate anche sul Donizetti stesso, che non sarà solo contenitore, ma anche contenuto: “il nuovo restauro ci restituisce un teatro più bello, più funzionale, anche più democratico, con delle accessibilità migliori” spiega Francesco Micheli. Come potrà scoprire il pubblico stesso da venerdì 28 maggio, data del taglio del nastro del teatro, che inaugura con D’Incanto, un festival di riapertura lungo un mese tra spettacoli, concerti e una specialissima visita guidata Donizetti ON: un tour operistico e immersivo alla scoperta del Donizetti ad opera di Francesco Venturi, un compositore che ha creato una vera e propria opera itinerante nelle sale del teatro. Il pubblico sarà accompagnato da due audioguide recitate in italiano dall’attore bergamasco Maurizio Donadoni e in inglese da Claire Dowie, due protagonisti d’eccezione che daranno letteralmente voce al Donizetti.
“Siamo felicissimi dell’inaugurazione – continua il direttore di Donizetti Opera Festival – Davanti a questa riapertura è come se ci fossimo ritrovati al nastro di partenza della maratona di New York, passando da 0 a 100 in un nanosecondo perché fino a quando non abbiamo avuto conferma ufficiale della ripresa delle attività dubitavamo tutti, dopo tante aspettative deluse nei mesi passati”.
Così gli artisti riprenderanno a esibirsi incontrando il pubblico e Maria Pia De Vito non potrebbe esserne più felice: “torneremo alla ritualità del concerto e dello spettacolo dal vivo, in cui chi siede in platea è l’interlocutore di un dialogo che si crea con chi suona, che sarà anche un potente scambio di energia. Gli eventi online hanno tamponato un pochino la cosa, ma non era pensabile limitarsi a quelli, tornare dal vivo significa tornare a respirare”.
Con Festival D’Incanto, un fitto programma di eventi per riaprire il teatro
Così dopo il weekend inaugurale mercoledì 2 giugno il sipario si alzerà su Donizetti Revolution vol. 7, la conferenza spettacolo di Francesco Micheli, con la partecipazione dei soprani Caterina Sala e Carmela Remigio e il pianista Michele D’Elia. Venerdì 4 e sabato 5 giugno spazio alla prosa, con il reading “Novecento” di e con Alessandro Baricco, accompagnato dalle musiche di Nicola Tescari e la scenografia di Tommaso Arosio ed Eleonora De Leo.
Venerdì 11 giugno invece toccherà a Bergamo Jazz, che in vista del festival autunnale, presenta in prima assoluta un quartetto composto da Michael League al basso elettrico, Lionel Loueke alla chitarra, Bill Laurence al pianoforte e Jeff Ballard alla batteria, una performance dove il jazz incontra il pop e le sonorità africane. Venerdì 18 e sabato 19 giugno torna in scena la prosa: ospite Alessandro Bergonzoni con “Trascendi e Sali”, mentre venerdì 25 giugno ancora jazz con Danilo Rea al pianoforte, impegnato prima in veste solistica e poi in un inedito incontro con il sassofonista Gianluigi Trovesi, il più internazionale dei jazzisti bergamaschi.
La comunità del Donizetti
La riapertura non sarà una ripartenza da zero. Il Donizetti in questa lunga chiusura infatti ha saputo conservare l’affetto del suo pubblico. “Anche quando la crisi sembrava più nera la prosa ha registrato circa cinquemila abbonati – conclude Maria Grazia Panigada – Questo non è stato un periodo di ferma, c’è stata una lunga attesa, ma siamo anche cresciuti. Attorno al nostro teatro è diventata visibile una vera comunità, in cui tutte le parti sono indispensabili, non solo l’artista che fa lo spettacolo. Il nostro pubblico si riconosce nell’esperienza teatrale e non ne vuole più fare a meno e noi non potremmo esserne più felici”.