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«Clorofilla»: per sentirsi comunità nell’arte contemporanea

Articolo. Dal 12 al 23 giugno torna la tradizionale mostra di fine anno degli alunni dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara. L’esposizione, diffusa per alcuni luoghi significativi della città, propone un’arte che, dalle aule, va incontro al pubblico per raccontare l’oggi da parte di oltre 200 giovanissimi

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C’è un’occasione da non perdere, a Bergamo, dal 12 al 23 giugno. Per gli amanti dell’arte, per curiosi, per chi non rinuncia a una passeggiata per le strade della città in questo timido inizio d’estate. Torna l’appuntamento con « Clorofilla », l’ormai tradizionale mostra di fine anno dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara – Politecnico della Arti di Bergamo, giunta alla sua sedicesima edizione. L’inaugurazione si terrà mercoledì 12 giugno nella sede centrale dell’Accademia (Piazza Giacomo Carrara 82d); le mostre negli spazi di via Pignolo 73 e in GAMeC sono visitabili dalle 17.

«Ogni anno è una sfida che si rinnova – spiega Francesco Pedrini, direttore dell’Accademia – Gli artisti devono essere i primi a credere che i loro progetti possono essere fondamento per la nostra società». Come la clorofilla ha lo scopo di assorbire la luce necessaria per la fotosintesi, così questa mostra ha il desiderio di catalizzare gli sguardi e le sensibilità dei giovani studenti–artisti, favorendo poi un’occasione per sentirsi comunità. «Teniamo molto al fatto che i ragazzi si sentano ascoltati – continua Pedrini – Cerchiamo quotidianamente di testimoniare il nostro innamoramento per questa professione, che è una scelta di vita: non può essere un ripiego, una decisione laterale. È fondamentale oggi avere degli artisti che abbiano un ruolo attivo nella società. Per questo usciamo dalle porte dell’Accademia e raggiungiamo le strade».

Educare al contemporaneo

La prima edizione di «Clorofilla» era stata voluta da Mario Cresci, primo fautore di un’idea di Accademia sperimentale, basata sul contemporaneo. È interessante che siano proprio dei giovani, in alcuni luoghi simbolo della città, a sostenere e valorizzare quell’arte che ancora oggi fa fatica a riscontrare comprensione e approvazione. Frequentemente si sente «Questo lo so fare anche io», «Ma questa è arte?!», sull’onda degli iconici commenti di Aldo, Giovanni e Giacomo alla “Gamba” di Garpez.

«Clorofilla» è allora un’opportunità che permette di educarsi a un’arte che racconta l’oggi: perché ne è radicata, perché opera di giovanissimi artisti che regalano al pubblico una prova tangibile della loro sensibilità nei confronti del mondo. Per tutta la durata dell’esposizione, saranno presenti docenti e alunni, con i quali il pubblico potrà interfacciarsi, oltre che specifici fogli di sala, preparati appositamente per facilitare la fruizione delle opere esposte.

L’importanza della ricerca

La mostra diffusa ospiterà i lavori realizzati durante l’anno accademico dagli oltre 200 studenti dei corsi triennali in Pittura e Nuove Tecnologie per l’arte, oltre che dei bienni specialistici in Pittura e Culture Multimediali. «Emergerà come la nostra Accademia investa moltissimo sulla ricerca e non si limiti alla pratica – racconta sempre Francesco Pedrini – Al di là della competenza tecnica, cerchiamo di formare degli esperti di immagine. Le opere d’arte degli allievi hanno radici nella comunicazione, negli ambienti virtuali, nella fenomenologia delle arti e nella programmazione digitale». La perizia tecnica è quindi una parte pratica, quasi istintiva, di una ricerca molto più minuziosa e profonda, connessa al mondo contemporaneo.

Le sedi

Dopo l’inaugurazione in Accademia, «Clorofilla» si snoderà tra alcuni luoghi della città, promuovendo un rinnovato legame tra territorio e arte contemporanea, oltre che un’occasione di importante aggregazione culturale.

Alcune opere pittoriche saranno presenti nell’atrio di GAMeC (via S. Tomaso 53) con la mostra «Piatto di cipolle» (13-14 giugno, ore 15-19, 15-16 giugno, ore 10-19), mentre la videoarte troverà casa in Spazio Giacomo (via Quarenghi 48 c/d) con «Temporis brevitatis» (14-20 giugno, dal lunedì al sabato, ore 15.30-19.30). La Polveriera Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota” (scaletta Colle Aperto) ospiterà «La Terra è Bassa», esito del corso di Pittura 3 (14-23 giugno, ore 14-18); al Kilometro Rosso (via Stezzano 87), invece, sarà allestita la mostra del corso di Applicazioni digitali per le arti visive.

Il Parco Caprotti (via Verdi 21, 14-16 giugno, ore 8-20) e il Donizetti Studio (piazza Cavour 15, 14-20 giugno, dal lunedì al sabato, ore 15.30-19.30) ospiteranno «Uffa le aragoste muoiono perché il carapace pesa troppo»; questa mostra prevede anche un intervento sonoro site-specific presso la Stazione di servizio Q8 di Filago, in collaborazione con la Fondazione Teatro Donizetti (da sabato 15 giugno, ore 12, a lunedì 17 giugno, ore 5).

Come da tradizione, l’occasione della mostra diffusa coincide con la possibilità di interessarsi al piano didattico-formativo dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara attraverso l’Open Day. Sabato 15 giugno, alle 10 e alle 11, verranno presentati i corsi triennali in Pittura, Multimedia e Design della Comunicazione Visiva, di recente introduzione. L’appuntamento è presso la sede centrale in piazza G. Carrara 82/2.

Il «Clorofilla Art Prize», premio de «Il Cavaliere Giallo»

Anche quest’anno l’Associazione Culturale «Il Cavaliere Giallo» ha deciso di supportare i giovani artisti dell’Accademia attraverso un riconoscimento concreto: un’opera tra quelle presenti in mostra verrà premiata, venerdì 14 giugno in Piazza Carrara, con un contributo di 800 euro e verrà in seguito donata per la formazione di una Collezione Permanente degli studenti dell’Accademia.

L’opera sarà scelta dai membri dell’Associazione e da una commissione tecnica, che vede come presidente Mario Cresci (fondatore di «Clorofilla» e co-fondatore de «Il Cavaliere Giallo»), Francesco Pedrini (vicedirettore del Politecnico delle Arti di Bergamo con delega Accademia di Belle Arti), Elisa Muscatelli (indipendent curator di The Blank), Maria Teresa Azzola, Adonella Vanotti e Mariella Cesarini (presidente, vicepresidente e membro del direttivo dell’Associazione «Il Cavaliere Giallo»).

«Clorofilla» è la possibilità di (ri)scoprire il ruolo dell’arte all’interno della società, supportando le nuove generazioni in questa scelta carica di significato. «L’Accademia di Belle Arti deve essere ancora conosciuta per il ruolo che ha all’interno della città – conclude Francesco Pedrini – L’invito è aperto a ogni fascia: l’arte è per tutti, ci riguarda, ci rende attori attivi della nostra società».

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