La Borsa di Milano peggiore d’Europa Male i titoli bancari: Banco e Ubi - 5%
La Borsa di Milano è la peggiore in Europa e chiude l’ultima seduta della settimana con il Ftse Mib in calo del 2,18% a 16.310 punti.
La Borsa di Milano è la peggiore in Europa e chiude l’ultima seduta della settimana con il Ftse Mib in calo del 2,18% a 16.310 punti.
Nonostante la disoccupazione le imprese continuano a non riuscire a soddisfare le loro richieste di personale.
L’Italia resta il fanalino di coda nei tempi di pagamento dei debiti commerciali da parte della Pubblica Amministrazione. Lo segnala la Cgia di Mestre.
Analisi del Dipartimento Cisl di Bergamo sui dati del Viminale. Corna: «L’ente locale riconosce nel welfare strumenti di coesione del territorio».
#riomangioitaliano: ecco l’accordo Coni e Coldiretti in occasione delle olimpiadi di Rio per battere la contraffazione.
Da maniscalco di paese ad azienda che esporta i prodotti in tutto il mondo. Nel mezzo, 86 anni di lavoro. Da Luigi Santus, che quasi 90 anni fa si era specializzato nel produrre ferri per cavalli, e nel sostituirli sugli zoccoli degli animali quando se ne ravvisava la necessità, a nipote Luigi Santus (sì, lo stesso nome) che ha deciso di rinnovarsi sfruttando l’acqua.
Un anno positivo per i «Paperoni di Borsa» bergamaschi, almeno tra i primi della lunga classifica italiana patrimoni di Borsa curata come ogni anno da Mf/Milano Finanza.
La Passerella di Christo è stato un successo. Vero. Ha portato anche tanti benefici economici, con un unico neo: nessuna stabilizzazione di addetti.
Non solo l’alta gamma da corsa: l’azienda di Treviglio crea dei modelli adatti a chi viaggia.
Una bottiglia Magnum da 1,5 litri per la celebre acqua minerale. Come lo Champagne.
I dati Ascom: bar, ristoranti e negozi rimangono aperti. Il rischio per chi è in città di peregrinare tra le saracinesche chiuse quindi è scongiurato.
Il «No tax day» per le imprese bergamasche era domenica 7 agosto: lo rivela lo studio della Cna.
I dati di Coldiretti: colpiti tutti i settori, a cominciare dal tessile. Ma pesanti le ripercussioni sulla filiera agroalimentare.
«Il perdurare della crisi di mercato, il progressivo regresso del volume di affari, registrato in un calo del fatturato del 30% sono nel primo semestre di quest’anno, ha determinato la necessità di cessare l’attività e procedere alla chiusura della società». Inizia così il comunicato dell’azienda.
Ascom Confcommercio Bergamo ha analizzato i dati relativi alle aperture e chiusure delle attività del terziario in città e provincia.