«Petasalti», il custode che da dentro la diga vide l’inizio della fine
IL PERSONAGGIO. Francesco Morzenti era il custode della diga del Gleno e unico testimone diretto della tragedia.
1° dicembre 1923: il disastro del Gleno. A 100 anni dal crollo della diga ripercorriamo qui la storia e la memoria della tragedia
IL PERSONAGGIO. Francesco Morzenti era il custode della diga del Gleno e unico testimone diretto della tragedia.
IL VIAGGIO . Per due giorni 40 persone di Val di Scalve e Val Camonica racconteranno «il disastro» al Parlamento europeo: «È la prima volta».
IL RICORDO. Nelle cronache del 1923 degli inviati de L’Eco di Bergamo le testimonianze dei superstiti del disastro.
IL PROGRAMMA. La prima Messa, a Bueggio, sarà alle 7,15: l’orario in cui la diga un secolo prima si squarciò. Luci ai ruderi.
L’ANNIVERSARIO: Un tonfo fortissimo. Il buio, un grigiore sinistro che avvolge tutto e tutti, portando morte e distruzione. Sono le 7,15 di un sabato di freddo e neve, in Valle di Scalve. Il primo sabato di dicembre, il primo giorno del mese, cent’anni fa. L’inizio della fine.
IL COMMENTO. In questi giorni, cent’anni fa, la diga era piena. Piena fino all’orlo. Era in servizio da una manciata di settimane. Nonostante fosse un’opera tribolata, certo non era immaginabile che alla prima, vera prova di forza la diga cedesse, schiantando a valle 6 milioni di metri cubi di acqua e detriti.