I topi della Raggi sindaco di Roma
Che deve fare quella povera donna dell’avvocato Virginia Raggi, neosindaca pentastellata di Roma?
Che deve fare quella povera donna dell’avvocato Virginia Raggi, neosindaca pentastellata di Roma?
In questo inizio di giugno del tutto inusuale sono tornati due classici della tradizione italiana: le mezze stagioni (mattino si cuoce, sera si gela) e lo sconfittismo, malattia infantile della politica che porta chi lo contrae ad azioni meravigliosamente funzionali a perdere quando si sta vincendo.
Il gong del primo round è suonato. Senza vincitori. O meglio, senza vincitori definitivi. Perché il primo turno delle elezioni amministrative ha confermato i verdetti attesi in molti grandi Comuni: a Roma domina il Movimento 5 Stelle di Virginia Raggi, a Milano parità tra Sala e Parisi, a Napoli vince De Magistris, a Torino Fassino.
Nella Capitale l’esponente grillina è già molto avanti. A Milano più ravvicinate le distanze tra Sala e Parisi
Non so per quale specifica ragione i militanti del Movimento 5 Stelle si siano precipitati fuori dalla sala in cui Virginia Raggi, candidato sindaco di Roma, stava tenendo una conferenza, alla comparsa, annunciata da uno di loro, dei vigili urbani nelle strade circostanti l’edificio.