«Lei guardava le stelle, le ho detto: perdonami per ciò che ti sto facendo»
DELITTO DI TERNO. Le parole del 31enne alla vittima prima di colpirla al petto. Il grido di Sharon: «Perché?». «Avevo visto altre persone, ma le ho scartate».
DELITTO DI TERNO. Le parole del 31enne alla vittima prima di colpirla al petto. Il grido di Sharon: «Perché?». «Avevo visto altre persone, ma le ho scartate».
Sei anni e otto mesi di reclusione per tentato omicidio nei confronti dell’allora convivente (tra l’altro in gravidanza), avvenuto a Cividino di Castelli Calepio il 3 giugno dello scorso anno: questa la sentenza di secondo grado nei confronti di Helmi Ghraidia.
Nazmi Kastrati, il kosovaro 32 enne che ha travolto e ucciso con la propria auto Simone Suardi resta in carcere. L’ha deciso il gip Raffaella Mascarino dopo l’interrogatorio di convalida del fermo, confermando così la misura cautelare.
Chi ha fatto sparire la Fiat Bravo grigio chiara che sabato sera a Cortenuova di Sopra ha travolto e ucciso Simone Suardi e che è poi stata ritrovata dai carabinieri di Martinengo e Rudiano in un campo di Urago d’Oglio?
Restano in carcere i due malviventi, autori di una rapina al market A&O di Fiorano al Serio arrestati da una pattuglia di passaggio. I due - un 55enne di Alzano e un 52enne di Torre Boldone,- davanti al giudice Raffaella Mascarino sono stati interrogati questa mattina.
Sul posto della rapina, il bowling di Albino, era arrivato con un ignaro autista su un’auto a noleggio: forse solo un modo per confondere le acque, fatto sta che, appena sceso dall’auto aveva minacciato il gestore del locale con un collo di bottiglia spezzato.
Due anni di reclusione per omicidio colposo e per disastro colposo. E’ la condanna inflitta dal giudice Raffaella Mascarino nei confronti di Ennio Gritti, 47 anni, rimasto ferito nell’esplosione del suo appartamento a Longuelo.
Due anni di reclusione ciascuno per le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose legati a un infortunio sul lavoro. Questa la sentenza emessa venerdì 14 marzo con rito abbreviato per la morte, avvenuta a novembre del 2012, di un operaio .
All’inizio di dicembre dello scorso anno era stato arrestato dai carabinieri dopo aver picchiato suo padre e sfasciato alcuni arredi di casa. Ieri in udienza preliminare il quarantenne A. P., di Treviolo, ancora in carcere, ha patteggiato 4 anni di reclusione .
Anche dopo l’inchiesta che l’ha visto coinvolto, avrebbe continuato a bussare alla porta di automobilisti rimasti feriti proponendo la propria assistenza per il recupero dei risarcimenti. E avrebbe continuato a farlo rimediando nomi, indirizzi e prognosi in modo lesivo della privacy.
La Guardia di finanza lo ha filmato di nascosto mentre cammina, in verità anche piuttosto agilmente, lungo viale Papa Giovanni, poi mentre acquista degli snack da alcune macchinette automatiche, infilando le monete nella fessura senza particolare difficoltà.
Usciva solo da casa, si muoveva agevolmente sugli autobus, andava da solo in giro anche a fare shopping nei negozi, guardava l’ora dal proprio orologio da polso. Il finto cieco era riuscito a ingannare l’apposita commissione sanitaria dell’Asl di Bergamo.
Ha commesso una serie di furti ai danni sia di conoscenti che di datori di lavoro, facendo anche prelievi e acquisti coi loro bancomat, e falsificando assegni: a incastrarla è stato il fatto che poi il contante lo depositava sul suo conto corrente postale.
Istanza di patteggiamento rigettata perché la pena proposta, 10 mesi, non è congrua, è stata cioè ritenuta troppo bassa. È la decisione del gip Raffaella Mascarino sul caso del carabiniere che rubò la borsetta a una barista romena.
Dieci mesi con sospensione condizionale. È la pena che ha chiesto di patteggiare D. T., 35 anni, il carabiniere della tenenza di Seriate (tuttora sospeso) che aveva rubato la borsetta alla barista romena ferita nell’incidente di Chiuduno.
Per la polizia le «magliette» altro non erano che «dosi di stupefacente».Per gli inquirenti - secondo l’ordinanza del gip - il «Paranoia» è risultato «gestire in autonomia attività di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina.
Totalmente capace di intendere e di volere, e quindi imputabile. È stato questo l’esito della perizia psichiatrica su Nicola Comi, l’operaio di 32 anni di Carvico ora in carcere con l’accusa di omicidio volontario per aver ucciso a gennaio di due anni fa a Chignolo d’Isola Eddy Castillo.