«Pm con basso profilo morale» Caso Yara, Belotti rischia il processo
Si riapre la querelle tra il pm Letizia Ruggeri e l’esponente del Carroccio. Il gip di Venezia ha disposto che il pm formuli entro 10 giorni l’imputazione coatta.
Si riapre la querelle tra il pm Letizia Ruggeri e l’esponente del Carroccio. Il gip di Venezia ha disposto che il pm formuli entro 10 giorni l’imputazione coatta.
Il pm Letizia Ruggeri ha ifirmato martedì, di sua iniziativa, un provvedimento di revoca del regime di isolamento giudiziario, in cui da 136 giorni si trovava il muratore di Mapello, accusato dell’omicidio di Yara
«Se si è partiti da un profilo genetico relativo a una persona di cui non si sapeva assolutamente nulla e si è riusciti a ricostruire il suo albero genealogico, quel profilo genetico poi tanto degradato non era, anzi». Non lasciano dubbi le parole del genetista Giuseppe Novelli.
Massimo Bossetti, da 51 giorni in carcere con l’accusa di essere l’assassino di Yara, non si è mosso di un millimetro dalla sua posizione: «Sono innocente». Non sono servite a scalfire la sua granitica determinazione neppure tre ore e mezza di interrogatorio.
«Sulle domande degli inquirenti non entriamo nel merito, ma possiamo dire che Massimo Bossetti ha risposto a tutti i quesiti: la sua vita è stata scandagliata in ogni suo angolo più recondito». Sono queste le parole degli avvocati Claudio Salvagni e Silvia Gazzetti. Bosseti si è proclamato ancora innocente.
Vuole continuare a chiamare «papà» l’uomo che per 43 anni ha creduto suo padre e che lo ha cresciuto. Soprattutto vorrebbe vederlo, perché l’anziano è gravemente malato. Per questo Massimo Bossetti, ha dato mandato ai suoi legali di presentare istanza al pm per autorizzare l’incontro.
Per gli inquirenti , al momento, il dettaglio non riveste un particolare significato ai fini investigativi. Ma un primo report riguardo alle analisi che si stanno compiendo sui computer di Massimo Bossetti parla di tracce relative a immagini pornografiche.
Non è quella di Mapello, via Natta, l’ultima cella agganciata dal cellulare di Yara Gambirasio. E non è alle 18,49 l’ultimo segnale del suo telefonino di marca «Lg». C’è infatti un dato non citato nel decreto di fermo del pm Letizia Ruggeri, e neppure nell’ordinanza di custodia cautelare.
Per difendersi Massimo Giuseppe Bossetti ha rispolverato, davanti ai magistrati di Bergamo, un'ipotesi già circolata qualche settimana dopo la scomparsa della ragazzina di Brembate di Sopra: l'omicidio come «vendetta contro il padre» la punizione per uno sgarro.
Le indagini sul caso di Yara Gambirasio non si fermano, nonostante l’arresto di Massimo Bossetti. Nel pomeriggio di venerdì si è tenuto in Procura, a Bergamo un summit fra il pm Letizia Ruggeri, il comandante del Ris di Parma e quello del Ros di Brescia.
«Lo vedevo sui ponteggi. Non passava inosservato con il pizzetto e i capelli ossigenati, abbronzato anche se era dicembre». La signora dalla strada giù in basso indica la villa di testa della «stecca» di via Pratomarone in cima a Palazzago, frazione Burligo.
Il colpo di scena era atteso ed è arrivato: Massimo Bossetti, nelle tre ore di faccia a faccia con il pm Letizia Ruggeri che ieri mattina lo ha interrogato in carcere, ha fatto due nomi. I nomi di due persone che lavoravano con lui sul cantiere di Palazzago.
Il pm Letizia Ruggeri lascia il carcere dopo l'interrogatorio
È durato quasi tre ore l’interrogatorio in carcere di Massimo Bossetti che da venti giorni ormai si trova dietro le sbarre, in isolamento, con la pesantissima accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio. Al pm ha voluto confermare la sua innocenza e ha cercato di fornire spunti per l’indagine.
Per Massimo Bossetti martedì 8 luglio è il giorno del faccia a faccia con il pm Letizia Ruggeri, che questa mattina varcherà la soglia del carcere di via Gleno per interrogarlo. Un incontro chiesto proprio da lui, dall’uomo che da venti giorni ormai si trova dietro le sbarre, in isolamento.
La trama del giallo dell'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio si arricchirà martedì 8 luglio di un nuovo capitolo. A scriverlo nel carcere di Bergamo, dove si trova dal 16 giugno scorso, sarà Massimo Giuseppe Bossetti nel suo primo faccia a faccia con il pm Letizia Ruggeri
«So che sei innocente, tutti noi ti crediamo. E so che lo dimostrerai». Ester Arzuffi, la mamma di Massimo Bossetti, non vede il figlio da sabato 14 giugno, due giorni prima che lo arrestassero. Tra pochi giorni lo incontrerà in carcere.
A voler usare l’algida terminologia alfanumerica degli inquirenti, sarebbero «Ignoto 2» e «Ignota 3». Ci sono due dna repertati sul luogo del delitto che non sono mai stati attribuiti, tracce biologiche ritenute poco significative e rimaste sempre al margine dell’indagine sull’omicidio di Yara.
Intende dimostrare a tutti i costi di essere estraneo alla vicenda. E per questo è disposto ad affrontare anche la strada più complessa, quella del processo con la pesante accusa di omicidio volontario, evitando scorciatoie che possano portargli a qualche sconto di pena.
Non ci sono i peli di Massimo Bossetti fra quelli analizzati dagli esperti dell’Università degli studi di Pavia, su incarico del pm Letizia Ruggeri, che coordina le indagini sul delitto di Yara Gambirasio.