Coronavirus, the real death toll: 4.500 victims in one month in the province of Bergamo
This is the result of the analysis carried out by L’Eco di Bergamo and InTwig using the data provided by local municipalities. Versione italiana.
This is the result of the analysis carried out by L’Eco di Bergamo and InTwig using the data provided by local municipalities. Versione italiana.
Buoni spesa, il Comune di Bergamo è già pronto: l’Amministrazione del capoluogo ha definito già nella giornata di oggi tutti i criteri e le modalità di erogazione dei buoni spesa previsti dal Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri siglato nelle scorse ore e che prevede aiuti concreti per la spesa delle famiglie in questi giorni di conoravirus.
Nel pomeriggio di domenica 29 marzo in molte case della città di Bergamo è arrivata una telefonata da parte del sindaco Giorgio Gori
«#Bergamo chiama #Brescia. Questo flagello ci unisce. Più che cugini da oggi siamo fratelli e sorelle. Tenete duro, mi raccomando». Il sindaco Gori scrive al primo cittadino bresciano.
«La città è in una condizione di grande sofferenza, lo sono le famiglie, perché ognuno di noi ha un parente, un amico malato, magari anche grave e purtroppo ad oggi sono tante anche le vittime, ma c’è anche una Bergamo che si sta dando tanto da fare».
Trecentomila euro destinati a tre ambiti: sociosanitario, turistico-culturale, commercio e produzione. Anche Milano ha fatto altrettanto: si punta ad attirare contributi dei diversi privati che si sono già detti disponibili.
La mappa dei negozi, i servizi a domicilio per anziani e malati ma anche i decreti e l’autocertificazione: tutto sul sito di Bergamoaiuta.it.
La delegazione russa composta da 104 persone è arrivata a Bergamo. I particolari dell’operazione sono stati fornito durante una conferenza stampa all’hotel San Marco in città, alla presenza di tutte le autorità politiche locali e regionali.
Una commemorazione intima e riservata, che si è tenuta nella chiesa del Famedio del Cimitero Monumentale.
Fa rumore sui media britannici la decisione annunciata in un’intervista a Sky Uk da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, di far rientrare a casa due sue figlie studentesse in Inghilterra, nella convinzione che - nonostante la tragica situazione del capoluogo orobico sul fronte del coronavirus - fossero comunque «più al sicuro» lì che non nel Regno Unito.
«Cammino senza incontrare nessuno e penso a chi è malato, a chi ha perso una persona cara, a chi trepida per un parente o un amico malato. In queste ore siamo uniti da questo dolore, tutti noi bergamaschi. Ma siamo forti. Ci rialzeremo». Con queste parole Giorgio Gori chiude il lungo post che accompagna il video della sua passeggiata in una Bergamo deserta, dalla stazione a Città Alta.
Da Alzano a Nembro, da Dalmine a Stezzano, alla Bassa tutti, dati alla mano, smentiscono le cifre ufficiali sulle vittime.
Sono arrivati nella mattinata di sabato 21 marzo ancora carri militari al cimitero cittadino per trasportare fuori provincia le bare di salme che sono in attesa di essere cremate. Gori: «Non vedo ancora la lucina in fondo al tunnel»
Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha telefonato giovedì sera 19 marzo al sindaco di Bergamo Giorgio Gori per esprimere la sua «vicinanza e solidarietà al popolo bergamasco» e ha invitato a «tenere duro».
La struttura Ana Dopo il sopralluogo della mattinata la Giunta ferma i lavori: mancano certezze sul personale.
Mezzi dell’Esercito hanno portato numerose bare, circa una sessantina, dal cimitero di Bergamo nei forni crematori di altre regioni dove ci sono comuni che si sono resi disponibili ad accettarle. È quanto accaduto nella serata di mercoledì 18 marzo.
«Abbiamo dovuto spegnerlo perché si formavano capannelli di persone in prossimità degli hot spot che ripetono il segnale».
«La città sta dimostrando grande forza, 500 volontari si sono messi a disposizione per aiutare gli anziani, che non devono uscire di casa. L’ospedale fa sforzi giganteschi, ma le vittime sono tantissime e alcune devono essere trasferite in altre strutture». Giorgio Gori interviene così durante la trasmissione «Che tempo che fa» su Rai Due, programma di Fabio Fazio.
Da domenica 15 marzo le tabaccherie dovranno spegnere le slot machine e mettere nel cassetto gratta e vinci, 10 e lotto e simili.
«Le attività produttive sono rimaste fuori dall’ultimo decreto. La decisione di chiudere è affidata ai singoli, come ha appena fatto la Brembo. Ma sarebbe meglio, lo dicono imprenditori e sindacati, che il governo decidesse per tutti - ad eccezione di settori che non possono essere fermati - uno stop della produzione». A dirlo è il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, in un’intervista a Repubblica.