Miss Italia, una bergamasca in finale È Mariagrazia Donadoni di Caprino
L’unica bergamasca ad accedere alle finali Mariagrazia Donadoni, 18 anni, di Caprino Bergamasco.
L’unica bergamasca ad accedere alle finali Mariagrazia Donadoni, 18 anni, di Caprino Bergamasco.
Ci sono tante bergamasche aspiranti Miss Italia 2019. Le 188 protagoniste della fase finale sono già a Mestre: la diretta televisiva su Rai 1 è in programma venerdì 6 settembre a Lido di Jesolo dove gareggeranno 80 bellissime.
Continua il percorso verso l’elezione di Miss Italia, alla bergamasca è stato assegnato il titolo di Miss Sport.
Nuove selezioni sabato 15 giugno per il concorso di bellezza Miss Italia. Gaia Trussardi, 21 anni, già passata alle regionali farà da madrina.
Riservatissima, ma i paparazzi sono stati abili e pare che ormai la bergamasca non celi più il nuovo amore. Gaia Trussardi e Adriano Giannini sono stati immortalati dagli obiettivi dei fotografi come riportato da alcuni siti di gossip.
Bergamo nel cuore, tra i ricordi delle musiche di Natale, i colletti inamidati sotto i maglioni a trecce, scelta della mamma.
La moda può essere solidale. Dal 22 al 27 febbraio a Milano va in scena la tanto fotografata, cliccata e ambita Settimana della Moda a cui parteciperà anche il brand bergamasco Cividini, di casa a Gorle.
«La falcata è atletica, avanzano sicure, consapevoli leggere, con grande naturalezza, e sanno scavalcare agili gli ostacoli del prevedibile. Volare con la fantasia. Il loro fascino è immediato, inevitabile, indescrivibile. Te le trovi davanti all’improvviso informali e impeccabili. So Elegantly Pop!». È questo un estratto del brano che l’attore Adriano Giannini ha recitato all’inizio dello show d…
Personaggi in cerca d’autore. Così si potrebbero definire gli uomini contemporanei. In fatto di stile e di abbigliamento, sembrano spezzati a metà: sono in bilico tra ieri e oggi, nostalgia e tecnologia, ruoli tradizionali e genderless.
Nasce da una delle più famosi canzoni di Dolly Parton, «Jolene», che narra di una donna bellissima cui la cantante chiede di non rubarle l’uomo, la collezione Trussardi per il prossimo inverno.
La sfilata nel pomeriggio, ma Gaia Trussardi ha anticipato la sua donna 2016 in una conferenza stampa di prima mattina, tra tradizione, viaggio e leggerezza.
Geometrie e stratificazioni. Parte da qui la nuova collezione di Cividini. La maison bergamasca conferma la sua presenza alla Settimana della Moda di Milano, in passerella sabato pomeriggio 26 settembre a Palazzo Bocconi. Oltre a Cividini anche Daniela Gregis, giovedì alle 18 nell’oratorio della Passione in Sant’Ambrogio, e Trussardi, domenica alle 17 in Corso Venezia.
Per la prima volta nella storia una «maison» mette le mani sulla bottiglietta in vetro: fattore Expo. A Firenze da giovedì la linea bambino con I Pinco Pallino.
Un’installazione, non una passerella. Il cuore della cultura di Milano, non una location di settore. Per il debutto della collezione uomo primavera/estate 2016, Trussardi sceglie le stanze della biblioteca Braidense all’interno della Pinacoteca di Brera. È una dichiarazione che getta un ponte tra arte e moda e tra passato e presente.
Lo stellato del Gruppo Trussardi si veste di una nuova immagine e lo fa di pari passo con la presentazione del nuovo executive chef Roberto Conti.
È una nuova Krizia essenziale, dalle linee pulite e architettoniche, dal gusto raffinato e senza sbavature.
Sensualità e rigore. Gaia Trussardi contrappone la seduzione dell’essenzialità all’aplomb dell’uniforme nella collezione Trussardi autunno/inverno 2015-16. La presentazione alla Settimana della Moda.
La ripetono entrambi la frase di papà Nicola: «Trussardi non sarebbe Trussardi senza il jeans». Ci credono fermamente Gaia e Tomaso che partono da qui, dalla storia del marchio nato proprio a Bergamo nel 1987, per presentare a Milano la nuova vita di Trussardi Jeans, brand del gruppo chiuso due stagioni fa e ora tornato alla luce, dopo un’opera di riorganizzazione e ristrutturazione.
«Io sono il più bergamasco della famiglia? Può darsi, ma anche Gaia ogni tanto non si fa mancare qualche inflessione orobica. E poi, qui a Milano, l’accento ce lo individuano immediatamente».