Terrorismo, il contrasto e il rischio del contagio
ESTERI. Il terrorismo è un’ideologia mortifera che professa la distruzione di comunità per la loro appartenenza religiosa, nazionale o più in generale geografica.
ESTERI. Il terrorismo è un’ideologia mortifera che professa la distruzione di comunità per la loro appartenenza religiosa, nazionale o più in generale geografica.
MONDO. È stato detto e scritto con doverosa abbondanza che la carneficina folle lanciata da Hamas il 7 ottobre aveva tra le sue motivazioni la volontà di interrompere il processo di avvicinamento tra Israele e Arabia Saudita, il tassello decisivo nel puzzle degli Accordi di Abramo varato a suo tempo da Donald Trump e conservato da Joe Biden, che anzi per esso si è molto speso.
MONDO. Nel momento in cui scriviamo, truppe e mezzi di Israele sono già entrati nell’area di Gaza City. Non è ancora l’operazione militare vera e propria, solo raid mirati per cercare gli ostaggi e fare opera di ricognizione.
MONDO. «L’operazione Jenin è finita», ha annunciato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Attualità. Quaranta morti scivolati via nell’indifferenza generale solo dall’inizio dell’anno. Trentadue palestinesi e sette israeliani, più l’ultimo Karam Salman, 18 anni, ucciso da un colono israeliano pochi minuti prima dell’ultimo drammatico appello di Papa Francesco per chiedere di fermare la violenza.
Un appello dall’Europa per il cessate il fuoco, dal quale si è dissociata l’Ungheria. Lo stesso lanciato ai contendenti dalle Nazioni Unite e dagli Usa. Si ripete così il classico canovaccio di ogni escalation del conflitto israelo-palestinese. Tra le micce questa volta ci sono state nelle scorse settimane la chiusura della Porta di Damasco e lo sfratto da 15 case di arabi da parte di coloni ebre…
Per quanto sia triste e crudele dirlo, nell’infinito scontro tra Israele e i palestinesi l’aspetto militare, con i razzi, i bombardamenti e le decine di morti in gran parte civili, è il meno significativo. Anzi, si potrebbe quasi definirlo un rito di cui le parti hanno bisogno per riconoscersi e definirsi a vicenda. Basta osservarne la regolarità: 2001, 2004 (nel 2005 il ritiro delle colonie isra…
L’unica notizia buona, a volerla cercare, è la presentazione di un piano di pace per mettere fine al conflitto israelo-palestinese dopo 12 anni privi di qualsiasi iniziativa. L’ultimo tentativo, il tredicesimo, risale infatti al 2007: la Conferenza di Annapolis tra il presidente palestinese Abu Mazen e l’allora premier israeliano Ehud Olmert. Poi più niente: la parola solo alle armi. Ma definire …
Diventa ogni giorno più difficile capire le ragioni di questa guerra di razzi e bombardamenti tra Gaza e Israele. Perché va avanti da settimane, con morti e feriti su entrambi i lati, anche se è sempre più evidente che nessuno, né i palestinesi né gli israeliani, né Hamas né Netanyahu, vuole davvero arrivare a uno scontro aperto. Eppure siamo qui, con centinaia di razzi che partono dalla Striscia…