«Non respiro più: così Zina è morta tra le mie braccia»
La sorella di Zinaida Solonari, uccisa dal marito reo confesso, parla al processo: «Lui la teneva a terra con una mano sul collo».
La sorella di Zinaida Solonari, uccisa dal marito reo confesso, parla al processo: «Lui la teneva a terra con una mano sul collo».
Parla il marito di Gianna Del Gaudio, sotto processo per l’omicidio della moglie, l’ex professoressa uccisa a Seriate nel 2016. «Non sono stato io». E insiste sull’ipotesi che dietro l’assassinio della moglie ci sia la stessa mano che ha ucciso Daniela Roveri. Ma quel caso è archiviato e la Procura non intende riaprirlo.
In Aula il 7 maggio. Lettera dal carcere in cui si dichiara pentito e chiede perdono alle figlie.
Processo Del Gaudio: respinta anche la richiesta del pm di acquisire i video delle interviste televisive.
La Difesa nella prima udienza del processo a carico dell’ex capostazione accusato di aver ucciso la moglie Gianna Del Gaudio tre anni fa.
Delitto Del Gaudio: il 70enne accusato di aver maltrattato e ucciso la moglie. Il pm: sua la traccia genetica sul taglierino. Ma ci sono altri due profili ignoti.
La richiesta presentata dai legali del muratore di Mapello è stata accolta dalla Corte d’assise di Bergamo.
La sentenza ha quasi raddoppiato la richiesta della pubblica accusa, condannando il rapper a 9 anni di reclusione.
Accusato di essere il mandante dell’assassinio di Ammandeep Singh, 22 anni, ucciso nel 2017 da una pallottola partita dalla pistola che i rivali del «Taigar Grup» avevano portato con sé in un rimbalzo di raid punitivi tra bande che andava avanti da mesi. È il sesto verdetto di colpevolezza emesso per questa vicenda.
Roberto Guzzetti, condannato in primo grado a 24 anni per l’omicidio di Maria Adeodata Losa, si è sempre dichiarato innocente. Oggi, martedì 23 aprile, in secondo grado ha avuto un leggero sconto di pena.
Hafiz Muhammad Zulkifal, che attualmente abita a Pognano (sottoposto a obbligo di dimora) era imputato davanti alla Corte d'assise di Sassari per il presunto coinvolgimento, come «capo spirituale», nella strage al mercato di Peshawar nel 2009, in Pakistan, che costò la vita a 137 persone.
Il marocchino, 24 anni, è partito da Bergamo con un amico per combattere in Siria nelle file dell’Isis. Detenuto dai curdi, ora vuole collaborare e rientrare in Italia. È accusato di terrorismo internazionale.
La richiesta del pm per Zulkifal, che è ritenuto il «capo spirituale» della strage al mercato di Peshawar. Il pakistano è per ora libero e vive in piazza Affari, ma non si vede mai in giro. Il legale: «Chiederemo l’assoluzione».
Espulsione dalla Bolivia ed ergastolo. È quanto attende Cesare Battisti appena tornerà in Italia. Questione di ore. «La fuga è finita, giustizia è fatta», dice il guardasigilli Bonafede. Ed è lui stesso ad annunciare che l’ex terrorista dei Pac non passerà per il Brasile ma «tornerà in Italia direttamente dalla Bolivia» dove è stato catturato.
Il tribunale del riesame della Corte d’Assise di Sassari, presieduto da Salvatore Marinaro, ha scarcerato per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, i cinque pakistani, presunti terroristi, arrestati il 24 aprile del 2015 in un blitz della Dda di Cagliari e della Digos di Sassari, in quanto ritenuti membri di una cellula legata ad Al Qaeda, con base a Olbia. Per uno di questi è stato …
I processi a Massimo Bossetti sono stati due. Uno vero, in Tribunale, senza colpi di scena. L’altro sui media, dove a ogni udienza (meglio, ad ogni puntata) sembrava che le sorti del muratore dovessero mutare all’improvviso sull’onda di nuovi, clamorosi elementi: asseriti errori di laboratorio che l’accusa avrebbe in precedenza abilmente nascosto per incastrare l’imputato, presunti Dna sintetici,…
I giudici si riuniranno in camera di consiglio. Prima l’imputato rilascerà dichiarazioni spontanee.
Il pm Letizia Ruggeri punta sulla prova principe: il profilo genetico del muratore corrisponde con Ignoto 1.
In via Borfuro e Sant’Orsola: gli immobili sono definiti «di pregio». L’ex inquilino Grasso: «Il canone mai adeguato, ma nessun privilegio».
Nell’udienza in corte d’Assise per il processo che vede imputato Fabio Bertola, immobiliarista 45enne di Verdellino, accusato di essere il mandante dell’assassinio di Roberto Puppo, ucciso nel 2010 in Brasile, si è presentato a deporre Alberto Mascheretti che aveva patteggiato per favoreggiamento.