«Non intervenne per curare 8 persone» Guardia medica condannata a 4 mesi
Il medico era accusato di essersi rifiutato di intervenire in un hotel di Foppolo, dove sei ragazzini inglesi e due professori accusavano vomito e dissenteria.
Il medico era accusato di essersi rifiutato di intervenire in un hotel di Foppolo, dove sei ragazzini inglesi e due professori accusavano vomito e dissenteria.
Sentenza con rito abbreviato per tre dei quattro ultrà fermati a gennaio con cocaina ed eroina: un anno e mezzo ciascuno. Pena sospesa per l’unico incensurato.
Dopo una mattinata nella quale si sono succedute testimonianze di persone che hanno dichiarato di non aver visto né Massimo Bossetti, né il suo autocarro il giorno della scomparsa di Yara nei pressi del centro sportivo di Brembate Sopra, è arrivata una serie di notizie abbastanza rilevanti.
È scattata, venerdì 1° aprile, la 36ª udienza del processo Bossetti ed è continuata la serie di testimonianze di persone, chiamate dalla difesa, che gravitavano nelle ore della scomparsa di Yara Gambirasio nella zona del centro sportivo di Brembate Sopra. Ed è stata una serie di «non ho visto nulla».
Dalmine, sentenza a favore dell’ex titolare di una ricevitoria: effettuò ben 928 giocate in un’ora. La Corte dei Conti annulla il debito: un «raptus».
Udienza a Bergamo per il processo all’uomo accusato di aver «adottato» gattini per poi maltrattarli e ucciderli. Parlano i primi testimoni.
Mariella Armati, mamma della dottoressa Eleonora Cantamessa, uccisa nella Bergamasca la sera dell’8 settembre 2013, ha seguito da lontano l’andamento del processo d’appello contro chi ha ucciso sua figlia, l’indiano Vicky Vicky: «Non abbiamo fatto ricorso perché dopo la chiusura del processo di primo grado non volevo più sapere di avvocati e tribunali».
In corte d’Assise d’appello di Brescia il processo a carico dell’indiano Vicky Vicky: confermata la condanna di primo grado.
La vicenda kafkiana del docente: la condanna per la pipì a bordo strada gli ha fatto perdere il posto, quella per mendacio l’ha portato a insegnare in comunità.
Caso Yara, mercoledì 16 marzo si torna in aula per il processo a carico di Massimo Bossetti. Questa volta l’imputato sarà sentito dalla Corte che lo deve giudicare.
Massimo Bossetti l’aveva già accennato la scorsa udienza: «Chi si è seduto qui e ha parlato contro di me, ha mentito. Hanno mentito tutti, tranne i miei consulenti». Nell’udienza di venerdì 11 marzo ha ultimato l’opera fornendo la lista di coloro che, a suo dire, non avrebbero detto la verità.
Quando la battaglia è per principio, non scoraggia una sentenza negativa. Si va avanti, anche se, per cercare di riottenere 5 euro e 78 centesimi dal proprio Comune, si sono già spesi circa 400 euro in spese legali.
Decisione simbolica «pesante»: l’amministrazione scolastica non si è costituita in giudizio nel caso Rho. Scadevano venerdì 11 marzo i termini, secondo il rito Fornero, cinque giorni prima dell’udienza fissata il 16 marzo davanti al giudica del lavoro Lapenta.
Nella mattinata del 10 marzo a Bergamo si è tenuta l’udienza in cui Massimo Bossetti figura come parte offesa dopo aver denunciato il professor Fabio Buzzi per le affermazioni sul Dna a «Segreti e Delitti» su Canale 5. Il giudice si è riservato sull’opposizione all’archiviazione, la decisione nei prossimi giorni.
Una sentenza la Cassazione ha stabilito che se il datore di lavoro non fa rispettare il divieto deve risarcire i dipendenti obbligati al fumo passivo.
È arrivato in Tribunale poco prima di mezzogiorno giovedì 10 marzo: stavolta non nei panni di accusato del delitto di Yara, bensì in quelli di presunta vittima del reato di diffamazione. Ha denunciato un genetista per un’intervista in tv.
Da imputato a parte offesa. Massimo Bossetti sarà in Tribunale anche giovedì prossimo, 10 marzo, non nei panni di accusato del delitto di Yara, bensì in quelli di presunta vittima del reato di diffamazione. Ha denunciato un genetista per un’intervista in tv.
Oggi, venerdì 4 marzo, l’imputato Massimo Bossetti sarà sentito in aula. Folla mediatica fuori dal tribunale, alle 8.40 sono arrivati i legali, alle 9.30 è la volta del pm. Poco dopo anche Bossetti.
Un uomo di 45 anni residente in Val Brembana (omettiamo ogni ulteriore dettaglio per tutelare i minorenni coinvolti) è stato condannato a dieci anni di carcere dal tribunale di Brescia per violenza sessuale su minore e produzione di materiale pedopornografico.
Due condanne a cinque anni e quattro mesi, una a cinque anni e mezzo di carcere: queste le richieste del pm Enrico Arnaldi di Balme, oggi a Torino, al processo contro tre attivisti di Elf, movimento definito dagli inquirenti «ispirato all’ecologismo radicale».