Costa Volpino, drogato e ubriaco maltratta compagna e figlio piccolo
Sotto l’effetto della droga e dell’alcol ha maltrattato la compagna e il figlio di un anno. È successo a Costa Volpino nella notte tra domenica 29 e lunedì 30 dicembre.
Sotto l’effetto della droga e dell’alcol ha maltrattato la compagna e il figlio di un anno. È successo a Costa Volpino nella notte tra domenica 29 e lunedì 30 dicembre.
Avevano la droga nascosta nello zoccolino della cucina di casa e nel trolley ben 3.700 euro. Sono scattate le manette per due nordafricani, arrestati a Ciserano nella serata di sabato 28 dicembre.
«O mi date i soldi o vi seguo dappertutto. Finché me li date». I carabinieri lo hanno denunciato per estorsione, perché di fatto chiedeva del denaro ai propri genitori minacciandoli. Ma quello che ha combinato il 33 anni di Calcio sta tra lo stalking e la violenza privata.
Giro di vite contro lo spaccio di droga a Gorlago: la Polizia intercomunale dei Colli è scesa in pista nei giorni scorsi. L’ultimo intervento risale a giovedì mattina nella zona del centro sportivo, dove è stato scoperto un bivacco nel locale dell’acquedotto ormai dismesso.
Nessun ultrà fra i presunti acquirenti della droga». Lo sostiene l’avvocato Federico Riva, che assiste Luca Rota, uno degli arrestati settimana in un’operazione antidroga della squadra mobile della questura, ritenuto «esponente di spicco» della tifoseria atalantina .
Caro gip, ti scrivo. Lo ha fatto Pasquale Claudio Locatelli, 61 anni, di Almenno San Bartolomeo, conosciuto anche come «Mario di Madrid» uno dei più grossi narcotrafficanti nel panorama internazionale, in grado di movimentare tonnellate di hashish e cocaina.
Martedì mattina una pattuglia della polizia locale di Ponte San Pietro è riuscita a bloccare uno spacciatore tunisino che stava ingoiando degli ovuli di droga. Con sé aveva almeno cinque dosi, del valore di circa 300 euro più 200 euro circa in contanti.
«Buon Natale a chi spaccia droga e delinque sotto le nostre finestre!». Il singolare striscione è comparso a Ponte San Pietro, alla finestra di uno degli appartamenti del palazzo Moiana ,in via Vittorio Emanuele, all’altezza del capolinea Atb per Bergamo.
Per la polizia le «magliette» altro non erano che «dosi di stupefacente».Per gli inquirenti - secondo l’ordinanza del gip - il «Paranoia» è risultato «gestire in autonomia attività di spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina.
Quattro in carcere, uno agli arresti domiciliari, obbligo di dimora per un altro e di firma per gli ultimi quattro. Alle 4 del mattino di mercoledì gli agenti della Questura hanno scritto la parola fine sull’attività di spaccio di una banda di albanesi e romeni.
Sono stati giudicati in appello da un tribunale federale brasiliano colpevoli di traffico internazionale di stupefacenti e condannati i due fidanzati (lei originaria di Alzano) naufragati all’alba del 24 dicembre 2011 sulle coste di Aracajù con 307 kg di droga.
Due kg di hashish confezionati in 157 ovuli sono stati sequestrati dai i funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Bergamo, in servizio presso la Sezione Operativa Territoriale di Orio al Serio. L’operazione è avvenuta nell’ambito dell’attività di contrasto al traffico internazionale di droga.
Da mesi avevano occupato due appartamenti al quarto piano del palazzo Anna 2, uno dei 6 del complesso residenziale Athena e Anna, a Zingonia di Ciserano. Peccato che quelle due abitazioni non fossero loro e nemmeno avessero alcuna autorizzazione per viverci.
In carcere usava un telefonino col quale chiamare la fidanzata e altri indagati. La sua sfortuna è che gliel’hanno scoperto il giorno prima del processo. E l’episodio, che di per sé sarebbe configurato come illecito amministrativo, è andato a influire sulla quantificazione della pena.
Per nascondere il telefonino ha ricavato una nicchia dietro una piastrella del bagno della sua cella, ma è stato scoperto dagli agenti della polizia penitenziaria. Dopo la perquisizione degli agenti l’ha consegnato spontaneamente agli agenti.
Droga nelle urine? Un rilievo non abbastanza preciso per arrivare a una condanna per guida sotto l’effetto di stupefacenti. Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Alberto Viti, assolvendo dall’accusa un ventiduenne di Merate perché il fatto non sussiste.
Agli inquirenti bergamaschi che sono andati a interrogarlo a Cadice, Pasquale Claudio Locatelli, 61 anni, ha fatto capire di non riconoscere il giudice italiano. «La droga l’ho ceduta in Spagna e per questo sto già pagando . Che ne sapevo che poi coloro a cui l’ho data l’avrebbero portata in Italia?»
Ricordate i 917 kg di hashish sequestrati in via Rosolino Pilo nel 2008, operazione che aveva condotto in carcere Gianfranco Benigni, ex sottufficiale del disciolto Ros? C’era Pasquale Claudio Locatelli, il «Diabolik» della coca, dietro il traffico proveniente dalla Spagna.
C’è una nuova indagine a carico di Pasquale Claudio Locatelli, più noto come «Mario di Madrid» o «Diabolik della cocaina». Il bergamasco, oggi sessantunenne e nativo di Almenno San Bartolomeo, è tra i più noti narcotrafficanti internazionali, soprattutto negli Anni Novanta.
Un giovane milanese in coma per una overdose di sostanze stupefacenti. È il risultato di un rave party a Trigolo, nel Cremasco. La festa si è tenuta su un terreno di proprietà del vicino agriturismo di cui sono titolari alcuni bergamaschi che si sono dichiarati estranei.