Il centrodestra che fu Ora comanda la Lega
Analisi a caldo del voto amministrativo, con il Carroccio che domina, Forza Italia alla canna del gas e il centrosinistra che lascia 4 Comuni sul campo.
Curioso di tutto ed
esperto di niente. Classe 1968 (ohibò…), maturità tecnica e studi in
Giurisprudenza, lavora a L’Eco di Bergamo dal novembre 1997. Vicecaporedattore
dal 2014, è stato inviato e per tre anni ha guidato la redazione web. Scrive di
cronaca, politica, trasporti e Atalanta, della quale è tifosissimo. Ha da
sempre una passionaccia per il calcio inglese in tutte le sue forme e categorie,
una spiccata simpatia per il Manchester City e una fornitissima biblioteca,
anche di storie di calcio. Che prova a raccontare su Corner.
Analisi a caldo del voto amministrativo, con il Carroccio che domina, Forza Italia alla canna del gas e il centrosinistra che lascia 4 Comuni sul campo.
A chi, ironizzando, sostiene che gli svizzeri siano bravi solo a fare gli orologi e i buchi nel formaggio, mandiamo a dire che se la cavano gran bene anche nei trafori. E per giunta con una certa qual puntualità. Svizzera, appunto. Da ieri la galleria ferroviaria più lunga del mondo è la loro: il San Gottardo, 57 chilometri e 100 metri. Un giocattolino da 11 miliardi di euro (21 per tutto il sist…
Nike è al lavoro per le nuove divise 2016-17. Su internet gira qualche indiscrezione sui modelli base, e c’è chi ha provato a spingersi oltre. Ma forse nemmeno tanto...
Primi anni ’70, i nerazzurri erano in corsa nell’Angloitaliano contro la squadra che sta per vincere (a sorpresa) la Premier League.
Dove eravamo rimasti nel Risiko dei cieli? Con lo spauracchio di Montichiari pronto per l’ennesima volta a prendere il volo, forte di tutte le sue peculiarità storiche: in primis le infinite possibilità di sviluppo, poi l’elevata infrastrutturazione (più potenziale che reale, considerato che il raccordo diretto con Brebemi non c’è ancora, né tanto meno l’alta velocità ferroviaria) e soprattutto l…
Era il 1988, e i nerazzurri giocarono una sfortunata e indimenticabile partita in Coppa delle Coppe.
Un’icona di un calcio in bianco e nero che le divise orange della sua Olanda del calcio totale seppero colorare in un modo unico.
Anche il centrodestra bergamasco ha i suoi Meloni nella Bassa. No, non quelli (con la emme minuscola) celebri di Calvenzano, ma esponenti della coalizione che a Caravaggio e Treviglio rappresentano alla perfezione i mal di pancia tra Lega e Forza Italia. Ben precedenti alla resa dei conti in corso nella Capitale, dove Forza Italia punta su Bertolaso e la Lega punta i piedi sulla Meloni (Giorgia, …
A colloquio con Howard Schultz, alla guida del colosso planetario delle caffetterie, che rivela i suoi progetti per l’Italia.
La vecchia saggezza popolare insegna che «chi va al mulino s’infarina». Uno dei padri della Repubblica, Pietro Nenni, aggiungeva che «A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro... che ti epura». Entrambe le frasi sembrano calzare a pennello per una Lega Nord che, dopo la famosa «Notte delle scope» – aprile 2012 – pensava di avere fatto piazza pulita al proprio interno. Prima la reg…
Un rondò, una fermata del treno di qua, un’altra di là, una ferrovia per Orio al Serio, anzi no (voliamo alto...) meglio una funivia... Non c’è che dire, siamo in una fase di iperattività quasi bulimica sul versante delle opere pubbliche. Tavoli che si aprono qua e là che manco all’Ikea, vertici, progetti, approfondimenti e annunci. Chi tira Rfi ad Est e chi ad Ovest, chi bussa alle porte di Auto…
Sono numeri che spaventano, inutile nasconderlo. Quattordici milioni di passeggeri da qui al 2030 sono davvero tanti per una realtà come Orio al Serio, cresciuta in modo esponenziale dall’arrivo di Ryanair, anno di grazia 2002. Ora lo scalo bergamasco è il terzo d’Italia, e ha superato nel 2015 quota 10 milioni: un traguardo decisamente impensabile.
A volte guardare le cose dal basso aiuta, rende tutto molto più vicino. Tecnicamente è una metodologia «bottom up», che sale cioè dal basso verso l’alto, da contrapporre a quella «top down» che vede le cose calate sempre dai vertici. Talvolta imposte.
Spazio e tempo. Due dimensioni fondamentali in un’operazione come l’integrazione tra Sea e Sacbo, prospettata nello studio affidato a Stefano Paleari, da oggi già rettore dell’Università degli studi di Bergamo e profondo conoscitore del mondo degli aeroporti.
Partiamo da un dato incontrovertibile: biglietti e abbonamenti del trasporto pubblico locale coprono il 35% del costo del servizio in Lombardia. Il resto è tutto finanziamento pubblico. Quindi c’è poco da fare poesia, se manca (o si riduce) quest’ultima voce, delle due l’una: o si tagliano i servizi, o si aumentano i biglietti. Tertium non datur. Quindi la scelta diventa solo ed esclusivamente po…
Volare alto? Si può. Anzi, si deve. Il matrimonio ad alta quota che attende Sea e Sacbo è tanto affascinante quanto ricco di incognite. Non tutte necessariamente negative. Partiamo dai dati di fatto illustrati dal rettore Stefano Paleari agli azionisti delle due società. o meglio dal dato principale: il cielo è molto grande, e non è che tiri proprio una buonissima aria. Il mercato dei vettori ved…
Sul fatto di andare insieme ci sono pochi dubbi, soprattutto sul versante bergamasco. I soci di Sacbo si sono ormai convinti che stare soli nei tormentati cieli del Nord non sia poi così conveniente. Soprattutto in prospettiva. Il matrimonio con la milanese Sea s’ha quindi da fare, il problema è semmai come.
Si dice che l’erba del vicino sia sempre più verde. Nonostante la Regione sia più sul rosso andante rispetto al padano Pirellone, in Emilia Romagna lo sono anche i treni.
Per evitare colpi di caldo partiamo dai dati certi. «Non tutta la flotta è moderna: il 45% è ancora senza condizionamento. Poi abbiamo un’altra quota dove l’impianto è stato applicato dopo, in modo posticcio. Il restante 40% ha la climatizzazione: sono i treni nuovi».
Risiko, guerra dei cieli, partita a scacchi. La vicenda, a tratti tumultuosa, dei cieli del Nordest offre fior di spunti immaginifici. Di quelli che fanno titolo, che colpiscono. In realtà, viste le ultime mosse ad Est, il gioco più adatto alla situazione è quello della moscacieca. Tutti che dicono di avere un piano, ma nessuno che probabilmente sa dove andare davvero. Tutti pronti a suon di dich…
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