Sanremo, nostalgia di un’Italia felice
Sui giornali Sanremo è un disastro. Canzoni brutte, vallette insapori, inventiva zero. Non c’è un comico che faccia ridere. Per l’Auditel invece è un trionfo.
Sui giornali Sanremo è un disastro. Canzoni brutte, vallette insapori, inventiva zero. Non c’è un comico che faccia ridere. Per l’Auditel invece è un trionfo.
C’è sempre qualcosa di nuovo da leggere su Pier Paolo Pasolini, uno di quegli autori che non invecchiano. Qualche mese fa è uscita una raccolta di conversazioni tra lui e il critico inglese Jon Halliday in cui Pasolini spiega cosa intendesse per «cinema d’autore».
È uno dei pochissimi direttori d’orchestra donna al mondo. È nata tra i laghi piemontesi ma da 11 anni Damiana Natali vive a Bergamo dove dirige, con dolcezza e fermezza, l’orchestra Ars Armonica, che ha fondato sei anni fa.
Ci sono frasi che definiscono una sensibilità umana, persino un’epoca. Come questa di Andrej Sinjavskij: «Quale tenerezza provi all’improvviso per un pezzo di sapone!…». Era il 1967, anche in Italia la società entrava in ebollizione.
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