Caso Yara, la Corte nega alla difesa di Bossetti l’accesso ai reperti
Richiesta negata: i difensori del muratore di Mapello, in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio, non potranno accedere ai reperti del processo concluso con la sua condanna.
Richiesta negata: i difensori del muratore di Mapello, in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio, non potranno accedere ai reperti del processo concluso con la sua condanna.
I giudici della Corte d’Assise di Bergamo si sono riservati di decidere sulla richiesta della difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio, di poter esaminare i reperti che hanno portato alla condanna.
La difesa di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per la morte di Yara Gambirasio, ricorre in Cassazione. Lo annuncia il settimanale «Oggi», in edicola da giovedì 16 luglio. Richiesta anche un’ispezione al Tribunale di Bergamo.
La richiesta presentata dai legali del muratore di Mapello è stata accolta dalla Corte d’assise di Bergamo.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso di ritenere inammissibile il ricorso dei legali di Massimo Bossetti contro la sentenza di ergastolo inflittagli per l’omicidio di Yara Gambirasio. I legali: «Puntiamo alla revisione del processo».
Un incontro per una proposta di collaborazione da un finto consulente della Procura. È successo nel carcere di Bollate a Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per il delitto di Yara Gambirasio e trasferito nel Bresciano da diversi mesi.
Sarà intitolata a Yara Gambirasio la Cittadella dello Sport di Bergamo. Ad annunciarlo è stato il padre Fulvio, durante la conferenza stampa di presentazione del quinto torneo di calcio «La passione di Yara» che si è tenuta a Palazzo Pirelli, a Milano.
La richiesta sarebbe arrivata direttamente dal muratore di Mapello Massimo Bossetti.
Le motivazioni della Cassazione alla sentenza su Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio.
Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, ha chiesto il trasferimento dal carcere di Bergamo a quello milanese di Bollate.
Parla il procuratore Mapelli: «Questa sentenza non riporterà mai indietro Yara, ma almeno stabilisce la verità su quello che le accadde».
La battaglia processuale è giunta all’ultimo atto. L’udienza si è conclusa intorno alle 18 e la corte si è ritirata in camera di consiglio. Ora c’è attesa per il verdetto che comunque arriverà entro venerdì.
L’avvocato di Massimo Bossetti Paolo Camporini prima di entrare in aula per l’udienza in Corte di Cassazione.
Oggi alle 10 è prevista a Roma l’udienza in Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale.
Dai legali un ricorso di 610 pagine contro la condanna all’ergastolo.
Ventitrè contestazioni, la maggior parte sul Dna. E la difesa: «Analogie con il caso Meredith, va assolto».
Massimo Bossetti potrà partecipare ai funerali della madre, Ester Arzuffi, deceduta domenica mattina all’ospedale di Ponte San Pietro.
Contro la sentenza con la quale, nel luglio scorso, i giudici della Corte d’assise di Brescia hanno confermato l’ergastolo per il muratore di Mapello.
Il presidente della Corte d’Assise d’Appello di Brescia, Enrico Fischetti, ha depositato lunedì mattina le motivazioni della sentenza di condanna in secondo grado a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello in carcere con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio.
È rientrato in carcere all’una e mezza della notte fra lunedì e martedì, un’ora dopo che i giudici avevano pronunciato - per la seconda volta in poco più di un anno - la parola ergastolo.
Ecco che cosa è successo nella lunga giornata di lunedì, dopo 15 ore di camera di consiglio. Salvagni questa mattina a una trasmissione radiofonica dice provocatoriamente: «Che il Parlamento faccia una norma: se c’è il Dna non facciamo nemmeno il processo, che altrimenti è una farsa».