Il pm Fabrizio Gaverini ha chiesto il rinvio a giudizio per Ezzedine Arjiun, l'uomo che lo scorso 2 febbraio a Curno ha ammazzato, secondo l'accusa, la moglie Marisa Sartori ed ha tentato di uccidere anche la cognata Deborha. Nella richiesta il pm ha descritto in modo netto e agghiacciante la figura del 34enne in carcere da febbraio. Un uomo spregiudicato, che la stessa perizia psichiatrica disposta dalla procura aveva evidenziato essere perfettamente capace di intendere e di volere. Nella richiesta di rinvio a giudizio ha contestato l'omicidio premeditato aggravato dal legame parentela e dall'assunzione abituale di sostanze stupefacenti e alcol, dai maltrattamenti in famiglia, dalla violenza sessuale. In aggiunta vi è il tentato omicidio della cognata Deborha Sartori. Il nodo cruciale è proprio la premeditazione, che se venisse confermata dal gip porterebbe dritta all'ergastolo escludendo di fatto la possibilità di ridurre la pena a 30 anni. La premeditazione si evince dal fatto - ragiona il pm - che l'uomo quel 2 febbraio portò fuori dalla sua abitazione senza un giustificato motivo il coltello da cucina con lama da 13 cm con cui poi avrebbe ucciso la moglie e tentato di uccidere la cognata. Intenzioni chiare, tanto che, aggiunge, con il coltello in tasca, ha atteso diverse ore nel garage dei genitori l'arrivo delle due sorelle, per poi usarlo e colpire la donna violentemente al torace, all'addome e al braccio. La premeditazione dunque è un elemento chiave supportato anche dalla denuncia presentata dall'avvocato Micheletti quattro giorni prima del delitto e nella quale la povera Marisa già riportava di essere stata minacciata di morte dall'ex marito. Nella stessa denuncia la donna riportò maltrattamenti reiterati e un episodio specifico. Il 13 ottobre l'uomo invitò Marisa con un pretesto al Parco della Roncola e dopo averla minacciata con un coltellino la costrinse ad un rapporto sessuale "Sei ancora mia moglie e devi soddisfare i miei desideri". Una denuncia fatalmente premonitrice. Consegnata in procura il 28 gennaio. Quattro giorni dopo Marisa rimase vittima dell'ex marito. A giorni verrà fissata la data dell'udienza.
Il pm Fabrizio Gaverini ha chiesto il rinvio a giudizio per Ezzedine Arjiun, l'uomo che lo scorso 2 febbraio a Curno ha ammazzato, secondo l'accusa, la moglie Marisa Sartori ed ha tentato di uccidere anche la cognata Deborha. Nella richiesta il pm ha descritto in modo netto e agghiacciante la figura del 34enne in carcere da febbraio. Un uomo spregiudicato, che la stessa perizia psichiatrica disposta dalla procura aveva evidenziato essere perfettamente capace di intendere e di volere. Nella richiesta di rinvio a giudizio ha contestato l'omicidio premeditato aggravato dal legame parentela e dall'assunzione abituale di sostanze stupefacenti e alcol, dai maltrattamenti in famiglia, dalla violenza sessuale. In aggiunta vi è il tentato omicidio della cognata Deborha Sartori. Il nodo cruciale è proprio la premeditazione, che se venisse confermata dal gip porterebbe dritta all'ergastolo escludendo di fatto la possibilità di ridurre la pena a 30 anni. La premeditazione si evince dal fatto - ragiona il pm - che l'uomo quel 2 febbraio portò fuori dalla sua abitazione senza un giustificato motivo il coltello da cucina con lama da 13 cm con cui poi avrebbe ucciso la moglie e tentato di uccidere la cognata. Intenzioni chiare, tanto che, aggiunge, con il coltello in tasca, ha atteso diverse ore nel garage dei genitori l'arrivo delle due sorelle, per poi usarlo e colpire la donna violentemente al torace, all'addome e al braccio. La premeditazione dunque è un elemento chiave supportato anche dalla denuncia presentata dall'avvocato Micheletti quattro giorni prima del delitto e nella quale la povera Marisa già riportava di essere stata minacciata di morte dall'ex marito. Nella stessa denuncia la donna riportò maltrattamenti reiterati e un episodio specifico. Il 13 ottobre l'uomo invitò Marisa con un pretesto al Parco della Roncola e dopo averla minacciata con un coltellino la costrinse ad un rapporto sessuale "Sei ancora mia moglie e devi soddisfare i miei desideri". Una denuncia fatalmente premonitrice. Consegnata in procura il 28 gennaio. Quattro giorni dopo Marisa rimase vittima dell'ex marito. A giorni verrà fissata la data dell'udienza.