TACI, MALADETTO LUPO
IF VII, 7 ss.
Poi si rivolse a quella 'nfiata labbia, e disse: «Taci, maladetto lupo! consuma dentro te con la tua rabbia. Non è sanza cagion l'andare al cupo: vuolsi ne l'alto, là dove Michele fé la vendetta del superbo strupo».
Lasciati i golosi, Dante e Virgilio giungono al girone successivo dove troveranno gli avari e i prodighi, coloro che hanno avuto un pessimo rapporto con il denaro ed i beni materiali.
A guardia del luogo sta Pluto, un demone il cui nome in greco significa ricchezza, il quale -come altri demoni avevano già fatto in precedenza- cerca di opporsi al viaggio dei due pellegrini pronunciando parole minacciose ma senza significato, che esprimono tutta la sua aggressività. Virgilio lo obbligherà al silenzio, costringendolo a sfogare su se stesso la rabbia che voleva scatenare contro di loro.
Le parole di Virgilio, volte a giustificare il viaggio di Dante come voluto dal cielo, ricordano quelle già pronunciate davanti a Caronte e a Minosse. Il viaggio di Dante, come il nostro, è risposta ad una vocazione, ad un appello che viene dall'alto.
Enzo Noris