Gli attori del Teatro Caverna scendono in piazza ma la loro protesta è un atto di resistenza poetico e sociale. Il venerdì allestiscono un piccolo banchetto di fronte al «loro» teatro chiuso nel quartiere di Grumello del Piano a Bergamo e alle persone in difficoltà donano insieme a una borsa della spesa anche una poesia o un piccolo brano teatrale.
Si chiama «Pane e poesia», ed è un’idea nata l’anno scorso in autunno, un’iniziativa culturale e solidale «per dare un segnale alle persone che non di solo pane vive l’uomo, ma che c’è necessità di stare insieme, di creare socialità anche attraverso l’arte» ci dice Damiano Grasselli direttore artistico di Teatro Caverna.
I ragazzi raccolgono beni di prima necessità, li suddividono in borse della spesa e aspettano che la gente si faccia avanti e venga a ritirare il pacco: due chiacchiere, gli sguardi che si incrociano in un sorriso e una poesia declamata. Pochi gesti, semplici ma capaci di un effetto taumaturgico sull’anima.
«Quando ad ottobre hanno chiuso per la seconda volta i teatri, stavamo uscendo proprio in quei giorni con il programma della nostra stagione che non abbiamo mai potuto sviluppare - aggiunge Damiano-. In quelle settimane si organizzavano molte proteste di piazza, a noi non è sembrato giusto fare solo una manifestazione semplicemente per protestare, perchè le persone non avrebbero capito. Serviva fare qualcosa per stare con gli altri, per dialogare con le persone che sono sì il nostro pubblico, ma anche i nostri interlocutori. «Pane e poesia» poteva essere l’idea giusta per far capire che il teatro è anche un lavoro e un modo per stare insieme per conoscersi e per parlare».
In due ore sono stati distribuiti più di trenta pacchi, segno di un periodo difficile che attraversa trasversalmente le famiglie del quartiere e il Teatro Caverna con questa iniziativa ha dimostrato di esserci, non solo a parole.