LE GUIDE
IF I, 82 ss.
«O de li altri poeti onore e lume vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore che m'ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore; tu se' solo colui da cu' io tolsi lo bello stilo che m'ha fatto onore. Vedi la bestia per cu' io mi volsi: aiutami da lei, famoso saggio, ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi».
Il viaggio che Dante compie, come ogni nostro viaggio, non avviene in solitudine ma ha bisogno di un accompagnatore o di più accompagnatori e soprattutto di una “guida”. Nella Divina Commedia il ruolo di guida (ma non solo: anche quello di “buon padre”, di amico e di saggio) è esercitato da Virgilio che Dante incontrerà dopo essere stato aggredito dalle tre fiere che lo vogliono ricacciare nella “selva oscura”, cioè nel luogo che rappresenta la morte e la perdizione da cui non si può uscire, da cui non ci si può salvare.
La scelta di far accompagnare l'eroe da una guida non è una novità: anche in altre opere della letteratura occidentale abbiamo incontrato la stessa situazione, pensiamo all'Eneide virgiliana che fa da modello alla Commedia, dove si racconta che Enea scende nell'Ade accompagnato dalla Sibilla Cumana, la profetessa indovina che - come personaggio femminile - rappresenta un'anticipazione di Beatrice colei che, come seconda guida, accompagnerà Dante nel Paradiso Terrestre ed in quello celeste. Se Virgilio rappresenta la cultura e la sapienza antica che può illuminarci nel nostro viaggio terreno, Beatrice rappresenta la Grazia, l'amore, un altro modo di contemplare e di conoscere la realtà che ci circonda attraverso gli occhi del cuore.
Se da soli non ci salviamo abbiamo bisogno di guide e queste guide non si riducono alla sola dimensione conoscitiva ed intellettuale ma sono assistite ed accompagnate a loro volta da altre guide: i sentimenti, l'amore e gli occhi del cuore con cui possiamo comprendere appieno la realtà.
Enzo Noris