L'avvocato Claudio Salvagni questa mattina ha presentato a Como l'appello contro la sentenza con cui il primo luglio Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. L'appello è stato presentato presso la cancelleria penale di Como, dove il legale del muratore di Mapello è entrato intorno alle 12.30. Con sé aveva un plico di circa 258 pagine che non si limitano ad attaccare la prova regina dell'accusa - ovvero il dna sugli indumenti di Yara - ma le indagini nella loro globalità. Salvagni è stato accompagnato da due consulenti: il criminologo Ezio Denti e dal professore Sergio Novali. Il ricorso è un attacco frontale alla sentenza di condanna: si mette in evidenza come non sia stata accolta perizia su dna, non siano state prese in considerazione le piste della difesa ma ci sia concentrati su Bossetti. «Bossetti ha ancora fiducia nella giustizia» ha detto Salvagni all’uscita. L’avvocato ha poi attaccato le conclusioni della corte d’Assise di Bergamo: «Il processo non regge. Ci siamo trovati di fronte a una sentenza e a un processo che ha fatto a stracci il diritto sostanziale, il diritto processuale e il diritto costituzionale. E' mancato il coraggio. E' stata scelta la via più breve.Abbiamo assistito a un processo dove i consulenti hanno fatto a gara per smentire loro stessi. Si è letteralmente fuggiti al confronto con la difesa in materia di prova scientifica». Il ricorso, 258 pagine in tutto, è stato depositato a Como per «comodità» in quanto entrambi i difensori di Massimo Bossetti hanno studio in città e hanno «lavorato tutta la notte per concluderlo». In questi 45 giorni di lavoro ci siamo posti il problema: 'siamo noi autoconvinti dell'innocenza?'. Ora più che mai siamo convinti di essere dalla parte giusta. Abbiamo delle cose interessanti che sono state approfondite, portiamo un approccio scientifico al massimo livello. Bossetti è sereno, crede ancora nella giustizia".
L'avvocato Claudio Salvagni questa mattina ha presentato a Como l'appello contro la sentenza con cui il primo luglio Massimo Bossetti è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. L'appello è stato presentato presso la cancelleria penale di Como, dove il legale del muratore di Mapello è entrato intorno alle 12.30. Con sé aveva un plico di circa 258 pagine che non si limitano ad attaccare la prova regina dell'accusa - ovvero il dna sugli indumenti di Yara - ma le indagini nella loro globalità. Salvagni è stato accompagnato da due consulenti: il criminologo Ezio Denti e dal professore Sergio Novali. Il ricorso è un attacco frontale alla sentenza di condanna: si mette in evidenza come non sia stata accolta perizia su dna, non siano state prese in considerazione le piste della difesa ma ci sia concentrati su Bossetti. «Bossetti ha ancora fiducia nella giustizia» ha detto Salvagni all’uscita. L’avvocato ha poi attaccato le conclusioni della corte d’Assise di Bergamo: «Il processo non regge. Ci siamo trovati di fronte a una sentenza e a un processo che ha fatto a stracci il diritto sostanziale, il diritto processuale e il diritto costituzionale. E' mancato il coraggio. E' stata scelta la via più breve.Abbiamo assistito a un processo dove i consulenti hanno fatto a gara per smentire loro stessi. Si è letteralmente fuggiti al confronto con la difesa in materia di prova scientifica». Il ricorso, 258 pagine in tutto, è stato depositato a Como per «comodità» in quanto entrambi i difensori di Massimo Bossetti hanno studio in città e hanno «lavorato tutta la notte per concluderlo». In questi 45 giorni di lavoro ci siamo posti il problema: 'siamo noi autoconvinti dell'innocenza?'. Ora più che mai siamo convinti di essere dalla parte giusta. Abbiamo delle cose interessanti che sono state approfondite, portiamo un approccio scientifico al massimo livello. Bossetti è sereno, crede ancora nella giustizia".