I tagli dal governo centrale agli enti locali sono sempre più consistenti, e i Comuni hanno dovuto nel corso degli anni tentare di arginare il problema della coperta troppo corta: mantenere la qualità, e in alcuni casi addirittura l'esistenza di servizi ai cittadini, possibilmente senza aumentare troppo le imposte . Stando ai dati del ministero degli Interni elaborati dal Dipartimento Welfare della Cisl di Bergamo riferiti al 2014, un lato positivo della medaglia però esiste: la provincia orobica è infatti riuscita a mantenere costanti i fondi stanziati per il cosiddetto 'welfare'. A fronte di una riduzione dei contributi statali pari al 33%, le imposte locali sono aumentate del 19, e la spesa complessiva di Comuni e enti sovraccomunali per i servizi sociali è scesa dell'1,99; ma la 'propensione sociale'(cioè il rapporto tra spesa generale e welfare) è aumentata dello 0,2%. In sostanza, per ogni cittadino bergamasco sono stati spesi, in media, 99,7 € nel campo sociale, contro i 103.5 dell'anno precedente. A Bergamo città sono stati 155,9 contro i 156.6 dell'anno precedente. C'è un'area, quella dell'Isola, nella quale la spesa per il sociale è addirittura aumentata, nel 2014, di oltre il 2% rispetto all'anno prima: nella zona tra Brembo e Adda più di 130 € contro i 127 del 2013 (anche se va detto che mediamente proprio in quella parte della provincia si è avuto nel periodo preso in considerazione dallo studio il più sensibilE incremento delle imposte). La diminuzione più consistente di spese per il sociale si è avuta nell'ambito di Grumello. L'auspicio è che la peculiarità bergamasca possa reggere. Le prospettive non sono rosee: Francesco Corna, segretario della Cisl di Bergamo, ricorda infatti che "Dalla Regione, tramite il riparto del Fondo Sociale, arriveranno 5 milioni e 681 mila euro, contro gli oltre 6 milioni del 2015 e i quasi 7 milioni e mezzo del 2014".
I tagli dal governo centrale agli enti locali sono sempre più consistenti, e i Comuni hanno dovuto nel corso degli anni tentare di arginare il problema della coperta troppo corta: mantenere la qualità, e in alcuni casi addirittura l'esistenza di servizi ai cittadini, possibilmente senza aumentare troppo le imposte . Stando ai dati del ministero degli Interni elaborati dal Dipartimento Welfare della Cisl di Bergamo riferiti al 2014, un lato positivo della medaglia però esiste: la provincia orobica è infatti riuscita a mantenere costanti i fondi stanziati per il cosiddetto 'welfare'. A fronte di una riduzione dei contributi statali pari al 33%, le imposte locali sono aumentate del 19, e la spesa complessiva di Comuni e enti sovraccomunali per i servizi sociali è scesa dell'1,99; ma la 'propensione sociale'(cioè il rapporto tra spesa generale e welfare) è aumentata dello 0,2%. In sostanza, per ogni cittadino bergamasco sono stati spesi, in media, 99,7 € nel campo sociale, contro i 103.5 dell'anno precedente. A Bergamo città sono stati 155,9 contro i 156.6 dell'anno precedente. C'è un'area, quella dell'Isola, nella quale la spesa per il sociale è addirittura aumentata, nel 2014, di oltre il 2% rispetto all'anno prima: nella zona tra Brembo e Adda più di 130 € contro i 127 del 2013 (anche se va detto che mediamente proprio in quella parte della provincia si è avuto nel periodo preso in considerazione dallo studio il più sensibilE incremento delle imposte). La diminuzione più consistente di spese per il sociale si è avuta nell'ambito di Grumello. L'auspicio è che la peculiarità bergamasca possa reggere. Le prospettive non sono rosee: Francesco Corna, segretario della Cisl di Bergamo, ricorda infatti che "Dalla Regione, tramite il riparto del Fondo Sociale, arriveranno 5 milioni e 681 mila euro, contro gli oltre 6 milioni del 2015 e i quasi 7 milioni e mezzo del 2014".