-Quel che è certo è che non si tratta più, soltanto, di salvare una stazione o un comprensorio sciistico come quello di Foppolo-Carona-San Simone, impresa già al limite dell'impossibile visti i bilanci e i quasi venti milioni di euro di debito. Ma a rischio è il futuro dell'economia turistica dell'intera valle Brembana, non soltanto quella invernale. Perché seconde case e alberghi ci sono anche d'estate e il funzionamento delle seggiovie contribuiscono a riempirli. Il rogo doloso che ha pesantemente danneggiato gli impianti di risalita di Foppolo è stato, per così dire, il colpo di grazia. Ma anche il disastro che sta risvegliando, con molta probabilità, un senso di responsabilità comune, condiviso, di tutti i sindaci della valle Brembana. Anche altre località sciistiche hanno infatti bisogno di aiuto, basti pensare alla situazione di Piazzatorre dove manca l'innevamento artificiale, ormai indispensabile per poter restare aperti. Così mercoledì i Primo cittadino della valle Brembana si ritroveranno di nuovo, tutti insieme, per tornare a confrontarsi sul futuro turistico di un intero territorio che, ora, non rischia soltanto lo spopolamento, ma ben di più. Ci sarà da discutere è vero. Ad esempio se e quanti soldi dare a Foppolo del milione o poco più ancora da distribuire del Consorzio Bim e cosa fare per gli altri, tanti, piccoli comuni. Giovedì invece è atteso in Comunità Montana Ugo Parolo, sottosegretario regionale alle politiche per la montagna, da lui si attendono le risposte di Regione Lombardia, dopo la disponibilità annunciata nei giorni scorsi; una boccata di ossigeno necessaria per rinascere dalle fiamme di Foppolo. Una soluzione concreta come quella ad esempio del posizionamento della cabinovia usata acquistata ani fa da Brembo super ski e rimasta in magazzino. Intanto anche un gruppo di imprenditori, legati alla nota località sciistica brembana, sembrano pronti a dare una mano. Massimo Sonzogni
-Quel che è certo è che non si tratta più, soltanto, di salvare una stazione o un comprensorio sciistico come quello di Foppolo-Carona-San Simone, impresa già al limite dell'impossibile visti i bilanci e i quasi venti milioni di euro di debito. Ma a rischio è il futuro dell'economia turistica dell'intera valle Brembana, non soltanto quella invernale. Perché seconde case e alberghi ci sono anche d'estate e il funzionamento delle seggiovie contribuiscono a riempirli. Il rogo doloso che ha pesantemente danneggiato gli impianti di risalita di Foppolo è stato, per così dire, il colpo di grazia. Ma anche il disastro che sta risvegliando, con molta probabilità, un senso di responsabilità comune, condiviso, di tutti i sindaci della valle Brembana. Anche altre località sciistiche hanno infatti bisogno di aiuto, basti pensare alla situazione di Piazzatorre dove manca l'innevamento artificiale, ormai indispensabile per poter restare aperti. Così mercoledì i Primo cittadino della valle Brembana si ritroveranno di nuovo, tutti insieme, per tornare a confrontarsi sul futuro turistico di un intero territorio che, ora, non rischia soltanto lo spopolamento, ma ben di più. Ci sarà da discutere è vero. Ad esempio se e quanti soldi dare a Foppolo del milione o poco più ancora da distribuire del Consorzio Bim e cosa fare per gli altri, tanti, piccoli comuni. Giovedì invece è atteso in Comunità Montana Ugo Parolo, sottosegretario regionale alle politiche per la montagna, da lui si attendono le risposte di Regione Lombardia, dopo la disponibilità annunciata nei giorni scorsi; una boccata di ossigeno necessaria per rinascere dalle fiamme di Foppolo. Una soluzione concreta come quella ad esempio del posizionamento della cabinovia usata acquistata ani fa da Brembo super ski e rimasta in magazzino. Intanto anche un gruppo di imprenditori, legati alla nota località sciistica brembana, sembrano pronti a dare una mano. Massimo Sonzogni