Oltre l''80% dei laureati all'Università di Bergamo trova lavoro entro un anno dal termine degli studi; la percentuale sale al 91,3 se si considera chi ha trovato un'occupazione a cinque anni dal termine dei corsi di secondo livello. I dati, che posizionano l'ateneo cittadino al di sopra della media nazionale, sono contenuti nel Rapporto di AlmaLaurea - il consorzio cui aderiscono oltre settanta università del nostro Paese. A favorire l'inserimento nel mondo del lavoro può contribuire, per gli studenti di via Salvecchio, la votazione (in media 99,5 su 110). L'indagine ha coinvolto chi ha concluso il proprio percorso nel 2017, e chi si era laureato nel 2013. C'è da dire che una percentuale molto elevata di chi si iscrive all'Università di Bergamo giunge al termine degli studi avendo già affrontato esperienze lavorative: la media è pari all'80%. Nella maggior parte dei casi, l'occupazione è la stessa che era stata intrapresa durante la frequenza. La maggioranza degli occupati a un anno dalla laurea deve contare su contratti a tempo determinato; gode invece di un contratto a tempo indeterminato oltre il 62% di coloro che si sono laureati nel 2013. Un'altra, significativa differenza tra i due gruppi è rappresentata dalla retribuzione: a un anno dal termine dell'università, lo stipendio mensile netto è in media di 1266 euro, che salgono a 1525 a chi si è laureato da cinque anni. Infine, un altro dato che sarà sicuramente accolto con soddisfazione dal rettore, Morzenti Pellegrini, e da tutto il nostro ateneo: oltre il 92% dei laureati si dichiara soddisfatto della sua esperienza accademica, e oltre il 73% sarebbe pronto a iscriversi allo stesso corso di laurea.
Oltre l''80% dei laureati all'Università di Bergamo trova lavoro entro un anno dal termine degli studi; la percentuale sale al 91,3 se si considera chi ha trovato un'occupazione a cinque anni dal termine dei corsi di secondo livello. I dati, che posizionano l'ateneo cittadino al di sopra della media nazionale, sono contenuti nel Rapporto di AlmaLaurea - il consorzio cui aderiscono oltre settanta università del nostro Paese. A favorire l'inserimento nel mondo del lavoro può contribuire, per gli studenti di via Salvecchio, la votazione (in media 99,5 su 110). L'indagine ha coinvolto chi ha concluso il proprio percorso nel 2017, e chi si era laureato nel 2013. C'è da dire che una percentuale molto elevata di chi si iscrive all'Università di Bergamo giunge al termine degli studi avendo già affrontato esperienze lavorative: la media è pari all'80%. Nella maggior parte dei casi, l'occupazione è la stessa che era stata intrapresa durante la frequenza. La maggioranza degli occupati a un anno dalla laurea deve contare su contratti a tempo determinato; gode invece di un contratto a tempo indeterminato oltre il 62% di coloro che si sono laureati nel 2013. Un'altra, significativa differenza tra i due gruppi è rappresentata dalla retribuzione: a un anno dal termine dell'università, lo stipendio mensile netto è in media di 1266 euro, che salgono a 1525 a chi si è laureato da cinque anni. Infine, un altro dato che sarà sicuramente accolto con soddisfazione dal rettore, Morzenti Pellegrini, e da tutto il nostro ateneo: oltre il 92% dei laureati si dichiara soddisfatto della sua esperienza accademica, e oltre il 73% sarebbe pronto a iscriversi allo stesso corso di laurea.