La comunità accademica di Bergamo si è stretta per l'ultimo saluto ad Alberto Castoldi, per due mandati - dal 1999 al 2009 - alla guida di via Salvecchio, e per anni docente stimato di Letteratura Francese. E' stato il rettore Remo Morzenti Pellegrini a prendere la parola nell'Aula Magna, in Sant'Agostino: nel suo messaggio di commiato ha ripercorso le tappe essenziali della carriera di Castoldi del quale ha sottolineato la «coraggiosa visionarietà».
Il ruolo del rettore emerito, scomparso la scorsa settimana all'età di 77 anni, è stato fondamentale infatti per le tappe cruciali della crescita dell'università cittadina: Castoldi ha combattuto contro la carenza degli spazi e il sottofinanziamento, a lungo gravi problemi nella storia della realtà di alta formazione bergamasca. La sua presenza, ha proseguito il rettore, l'attenzione con la quale ha contribuito a intrecciare e rendere via via più solidi i rapporti con il contesto sociale, economico e culturale nel quale l'università è cresciuta, hanno consentito all'istituto di via Salvecchio di raggiungere il livello di eccellenza che lo caratterizza oggi. Al termine del saluto in Città Alta, il feretro ha raggiunto il Tempio Votivo di via Statuto, dove è stata celebrata la cerimonia religiosa.
La comunità accademica di Bergamo si è stretta per l'ultimo saluto ad Alberto Castoldi, per due mandati - dal 1999 al 2009 - alla guida di via Salvecchio, e per anni docente stimato di Letteratura Francese. E' stato il rettore Remo Morzenti Pellegrini a prendere la parola nell'Aula Magna, in Sant'Agostino: nel suo messaggio di commiato ha ripercorso le tappe essenziali della carriera di Castoldi del quale ha sottolineato la «coraggiosa visionarietà».
Il ruolo del rettore emerito, scomparso la scorsa settimana all'età di 77 anni, è stato fondamentale infatti per le tappe cruciali della crescita dell'università cittadina: Castoldi ha combattuto contro la carenza degli spazi e il sottofinanziamento, a lungo gravi problemi nella storia della realtà di alta formazione bergamasca. La sua presenza, ha proseguito il rettore, l'attenzione con la quale ha contribuito a intrecciare e rendere via via più solidi i rapporti con il contesto sociale, economico e culturale nel quale l'università è cresciuta, hanno consentito all'istituto di via Salvecchio di raggiungere il livello di eccellenza che lo caratterizza oggi. Al termine del saluto in Città Alta, il feretro ha raggiunto il Tempio Votivo di via Statuto, dove è stata celebrata la cerimonia religiosa.