Fu ucciso e gettato nel Naviglio a Calcio. Il pm Silvia Marchina ha chiesto 21 anni per l'omicidio volontario, aggravato da futili motivi, ai danni di Erion Morina, il 20enne kosovaro ucciso a Calcio il 17 gennaio scorso dal cugino, coetaneo, Musli Morina. Il giovane, difeso da Benedetto Bonomo, è accusato di aver ucciso il cugino convivente al culmine di una lite dopo che gli erano spariti 50 euro. Erion fu colpito con 4 coltellate, di cui una - nella zona parietale del capo - mortale. L'imputato trascinò poi la vittima per 36 metri gettandola nel Naviglio cremonese, nella speranza che l'acqua la trascinasse via. Ma il livello era basso e all'alba, seguendo la scia di sangue, due netturbini avevano scoperto il corpo del povero Erion. L'autopsia ha stabilito che il ventenne era ancora vivo quando fu gettato in acqua. L'asfissia da annegamento ha accelerato il decesso, che sarebbe comunque arrivato, ha spiegato il medico legale nella sua relazione. La ferita al capo era infatti talmente grave che Erion sarebbe morto anche se sottoposto a intervento chirurgico. Nella discussione delle parti l'avvocato di Musli Morina ha chiesto l'assoluzione invocando la legittima difesa mentre l'avvocato Stefano Forzani, che rappresenta i genitori della vittima, parte civile nel processo, ha chiesto un risarcimento di 70 mila euro. La sentenza, davanti alla Corte d'Assise del giudice Giovanni Petillo, è attesa per il 30 novembre.
Fu ucciso e gettato nel Naviglio a Calcio. Il pm Silvia Marchina ha chiesto 21 anni per l'omicidio volontario, aggravato da futili motivi, ai danni di Erion Morina, il 20enne kosovaro ucciso a Calcio il 17 gennaio scorso dal cugino, coetaneo, Musli Morina. Il giovane, difeso da Benedetto Bonomo, è accusato di aver ucciso il cugino convivente al culmine di una lite dopo che gli erano spariti 50 euro. Erion fu colpito con 4 coltellate, di cui una - nella zona parietale del capo - mortale. L'imputato trascinò poi la vittima per 36 metri gettandola nel Naviglio cremonese, nella speranza che l'acqua la trascinasse via. Ma il livello era basso e all'alba, seguendo la scia di sangue, due netturbini avevano scoperto il corpo del povero Erion. L'autopsia ha stabilito che il ventenne era ancora vivo quando fu gettato in acqua. L'asfissia da annegamento ha accelerato il decesso, che sarebbe comunque arrivato, ha spiegato il medico legale nella sua relazione. La ferita al capo era infatti talmente grave che Erion sarebbe morto anche se sottoposto a intervento chirurgico. Nella discussione delle parti l'avvocato di Musli Morina ha chiesto l'assoluzione invocando la legittima difesa mentre l'avvocato Stefano Forzani, che rappresenta i genitori della vittima, parte civile nel processo, ha chiesto un risarcimento di 70 mila euro. La sentenza, davanti alla Corte d'Assise del giudice Giovanni Petillo, è attesa per il 30 novembre.