Bergamo ha pagato un caro prezzo al Covid, anche sotto il profilo del turismo. Il lockdown è costato infatti la bellezza di 65 milioni. Nei primi sei mesi del 2020 si registra infatti un calo un calo del 60% delle presenze e una caduta vertiginosa delle assunzioni nel settore che supera il 70%. Parliamo dell'alberghiero, ristorazione, agenzie viaggi, attività sportive e di intrattenimento. Se a marzo ed aprile, in pieno lockdown con le strutture ricettive chiuse i conti sono presto fatti, a maggio la curva torna a risalire e a giugno arriva al -76,8%. Timidi segnali di ripresa, grazie soprattutto agli italiani. Qualche trolley comincia a rivedersi anche in città, ma siamo ancora davvero indietro. Nei primi sei mesi del 2020 quasi due turisti su tre sono di nazionalità italiana (66,8%), a fronte di quasi uno su due dello scorso anno (53,9%). Sono cambiati anche i tempi di soggiorno che in questi due mesi si sono allungati (da 1,8 a 2,1), perché le persone tendono a restare nella stessa struttura per esplorare il territorio. Dopo la perdita di milioni di euro di fatturato si spera in un luglio e agosto in ripresa. E si spera di ripartire da dove eravamo rimasti. Il 2019 è stato un anno da record con quasi 2,5 milioni di presenze, in aumento del 4% sul 2018. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori conta di tornare a consolidare le tendenze che in 10 anni hanno visto un aumento del 60% di arrivi. A restituire fiducia anche in vista di Bergamo e Brescia Capitali italiane della cultura 2023 e delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Ha lanciato il bando «Quanto sei bella Bergamo!», in questi giorni appariranno mega-immagini delle Orobie. E a settembre Città Alta stretta tra le sue Mura passerà anche in tv. Simona Befani
Bergamo ha pagato un caro prezzo al Covid, anche sotto il profilo del turismo. Il lockdown è costato infatti la bellezza di 65 milioni. Nei primi sei mesi del 2020 si registra infatti un calo un calo del 60% delle presenze e una caduta vertiginosa delle assunzioni nel settore che supera il 70%. Parliamo dell'alberghiero, ristorazione, agenzie viaggi, attività sportive e di intrattenimento. Se a marzo ed aprile, in pieno lockdown con le strutture ricettive chiuse i conti sono presto fatti, a maggio la curva torna a risalire e a giugno arriva al -76,8%. Timidi segnali di ripresa, grazie soprattutto agli italiani. Qualche trolley comincia a rivedersi anche in città, ma siamo ancora davvero indietro. Nei primi sei mesi del 2020 quasi due turisti su tre sono di nazionalità italiana (66,8%), a fronte di quasi uno su due dello scorso anno (53,9%). Sono cambiati anche i tempi di soggiorno che in questi due mesi si sono allungati (da 1,8 a 2,1), perché le persone tendono a restare nella stessa struttura per esplorare il territorio. Dopo la perdita di milioni di euro di fatturato si spera in un luglio e agosto in ripresa. E si spera di ripartire da dove eravamo rimasti. Il 2019 è stato un anno da record con quasi 2,5 milioni di presenze, in aumento del 4% sul 2018. Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori conta di tornare a consolidare le tendenze che in 10 anni hanno visto un aumento del 60% di arrivi. A restituire fiducia anche in vista di Bergamo e Brescia Capitali italiane della cultura 2023 e delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Ha lanciato il bando «Quanto sei bella Bergamo!», in questi giorni appariranno mega-immagini delle Orobie. E a settembre Città Alta stretta tra le sue Mura passerà anche in tv. Simona Befani