C'è anche un bergamasco tra i quattro tecnici della IX Delegazione lombarda del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico già partiti per partecipare alle operazioni di recupero di Mark Dickey, uno speleologo statunitense bloccato in una grotta a 1120 metri di profondità in Turchia dopo essersi ammalato tre giorni fa durante una missione di esplorazione internazionale. In totale sono 46 gli operatori italiani adesso presenti in Turchia. Nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 settembre è giunta al campo base situato nei pressi della grotta Morca la prima squadra partita dall'Italia e nel pomeriggio di giovedì 7 settembre sono entrate nella grotta i primi 6 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico, compresi un medico e un infermiere che poche ore fa ha raggiunto lo speleologo statunitense. È decollato invece nella serata di giovedì 7 settembre da Pratica di Mare un volo dell'Aeronautica Militare che ha trasportato in Turchia altri 33 tecnici italiani esperti nel soccorso in grotte profonde, a supporto di chi sta già sta operando. Una volta atterrati in loco, l'esercito turco li ha trasportati nei pressi dell'ingresso della grotta dove nei scorsi giorni è stato allestito un campo base. Un'ulteriore squadra composta da 5 tecnici, a bordo di due furgoni contenenti materiale logistico, si è imbarcata mercoledì 6 settembre dal porto di Brindisi alla volta della Grecia.«Uno speleologo esperto impiega circa 15 ore per riuscire a risalire in superficie dal campo base dove si trova Dickey. Nella grotta ci sono passaggi stretti e tortuosi e numerose calate in corda doppia», ha fatto sapere la Federazione Speleologica di Turchia secondo cui l’operazione di salvataggio in corso, con 150 persone, è «a livello tecnico e logistico una delle più grandi al mondo». Il servizio di Matteo De Sanctis per Bergamo Tv.
C'è anche un bergamasco tra i quattro tecnici della IX Delegazione lombarda del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico già partiti per partecipare alle operazioni di recupero di Mark Dickey, uno speleologo statunitense bloccato in una grotta a 1120 metri di profondità in Turchia dopo essersi ammalato tre giorni fa durante una missione di esplorazione internazionale. In totale sono 46 gli operatori italiani adesso presenti in Turchia. Nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 settembre è giunta al campo base situato nei pressi della grotta Morca la prima squadra partita dall'Italia e nel pomeriggio di giovedì 7 settembre sono entrate nella grotta i primi 6 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico, compresi un medico e un infermiere che poche ore fa ha raggiunto lo speleologo statunitense. È decollato invece nella serata di giovedì 7 settembre da Pratica di Mare un volo dell'Aeronautica Militare che ha trasportato in Turchia altri 33 tecnici italiani esperti nel soccorso in grotte profonde, a supporto di chi sta già sta operando. Una volta atterrati in loco, l'esercito turco li ha trasportati nei pressi dell'ingresso della grotta dove nei scorsi giorni è stato allestito un campo base. Un'ulteriore squadra composta da 5 tecnici, a bordo di due furgoni contenenti materiale logistico, si è imbarcata mercoledì 6 settembre dal porto di Brindisi alla volta della Grecia.«Uno speleologo esperto impiega circa 15 ore per riuscire a risalire in superficie dal campo base dove si trova Dickey. Nella grotta ci sono passaggi stretti e tortuosi e numerose calate in corda doppia», ha fatto sapere la Federazione Speleologica di Turchia secondo cui l’operazione di salvataggio in corso, con 150 persone, è «a livello tecnico e logistico una delle più grandi al mondo». Il servizio di Matteo De Sanctis per Bergamo Tv.