La bellezza di Penelope, il volto espressivo di Ulisse, le scenografie grandiose. Nessuno degli ospiti ha visto tutto questo, ma tutti l’hanno apprezzato. “The Blind Odissey” (Odissea Cieca) andata in scena in prima assoluta al Casinò di San Pellegrino Terme non è solo l’ennesimo successo della compagnia Teatro Sì di Bergamo. E’ con tutta probabilità l’inizio di una nuova era espressiva, che libera la fantasia in una sfera virtuale dove il poema di Omero viene immaginato. Più di trenta attori guidati dalla regista Irma Gervasoni hanno interagito con il pubblico in maniera davvero efficace. In platea tutti erano “alla pari” nello scoprire i misteri di una rappresentazione da vivere ad occhi chiusi, insieme a numerosi non vedenti. Gli spettatori, già bendati, sono stati accompagnati in sala dagli attori, immediatamente immersi in sorprendenti e coinvolgenti dinamiche. Come abbia vissuto la serata ogni singolo spettatore e quali siano stati i mezzi di interazione utilizzati per sollecitare tatto, gusto, olfatto, udito e fantasia, finisce per essere un piccolo segreto da preservare in vista di nuove repliche, che già si annunciano al Donizetti di Bergamo ed in altre città.
La bellezza di Penelope, il volto espressivo di Ulisse, le scenografie grandiose. Nessuno degli ospiti ha visto tutto questo, ma tutti l’hanno apprezzato. “The Blind Odissey” (Odissea Cieca) andata in scena in prima assoluta al Casinò di San Pellegrino Terme non è solo l’ennesimo successo della compagnia Teatro Sì di Bergamo. E’ con tutta probabilità l’inizio di una nuova era espressiva, che libera la fantasia in una sfera virtuale dove il poema di Omero viene immaginato. Più di trenta attori guidati dalla regista Irma Gervasoni hanno interagito con il pubblico in maniera davvero efficace. In platea tutti erano “alla pari” nello scoprire i misteri di una rappresentazione da vivere ad occhi chiusi, insieme a numerosi non vedenti. Gli spettatori, già bendati, sono stati accompagnati in sala dagli attori, immediatamente immersi in sorprendenti e coinvolgenti dinamiche. Come abbia vissuto la serata ogni singolo spettatore e quali siano stati i mezzi di interazione utilizzati per sollecitare tatto, gusto, olfatto, udito e fantasia, finisce per essere un piccolo segreto da preservare in vista di nuove repliche, che già si annunciano al Donizetti di Bergamo ed in altre città.