-C'è chi fa pipì in un cespuglio e viene licenziato, c'è chi, sempre dipendente pubblico, sottrae fondi alla pubblica amministrazione o combina di peggio e nessuno può toccarlo. Succede anche questo nel marasma della burocratica e incomprensibile legislazione italiana e pure nella nostra provincia. Intanto sul web e, in particolare sui social, si scatena la campagna a sotegno di Stefano Rho, il professore di Filosofia che si è ritrovato senza lavoro, dopo 15anni di professione per aver omesso, al momento dell'assunzione, di avere ricevuto una multa dal Giudice di pace di Zogno, nel 2005, per «atti contrari alla pubblica decenza». La vicenda la conosciamo oramai tutti; era stato fermato dai carabinieri mentre con un amico, alle 2 di notte, faceva pipì su un cespuglio non avendo trovato ad Averara locali aperti per poter utilizzare i servizi. E così, dopo il provvedimento minimo, una censura, deciso dal Provveditorato è stata la ragioneria territoriale dello Stato a segnalare la cosa alla Corte dei Conti che ha imposto invece il licenziamento. Che solerzia, fosse sempre così per ladri e truffatori della pubblica amministrazione. Su Facebook intanto, in migliaia si sono schierati con lui, creando il gruppo: "Io sto con il prof. Stefano Rho", mentre su Change.org è stata lanciata una petizione in sua difesa. Anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori sta dalla parte del giovane docente con tanto di post in Facebook e Twitter. "Licenziamento irragionevole - ha commentato il parlamentare Pd Antonio Misiani". E per domani, i ragazzi del liceo linguistico Falcone hanno proclamato una giornata di sciopero.
-C'è chi fa pipì in un cespuglio e viene licenziato, c'è chi, sempre dipendente pubblico, sottrae fondi alla pubblica amministrazione o combina di peggio e nessuno può toccarlo. Succede anche questo nel marasma della burocratica e incomprensibile legislazione italiana e pure nella nostra provincia. Intanto sul web e, in particolare sui social, si scatena la campagna a sotegno di Stefano Rho, il professore di Filosofia che si è ritrovato senza lavoro, dopo 15anni di professione per aver omesso, al momento dell'assunzione, di avere ricevuto una multa dal Giudice di pace di Zogno, nel 2005, per «atti contrari alla pubblica decenza». La vicenda la conosciamo oramai tutti; era stato fermato dai carabinieri mentre con un amico, alle 2 di notte, faceva pipì su un cespuglio non avendo trovato ad Averara locali aperti per poter utilizzare i servizi. E così, dopo il provvedimento minimo, una censura, deciso dal Provveditorato è stata la ragioneria territoriale dello Stato a segnalare la cosa alla Corte dei Conti che ha imposto invece il licenziamento. Che solerzia, fosse sempre così per ladri e truffatori della pubblica amministrazione. Su Facebook intanto, in migliaia si sono schierati con lui, creando il gruppo: "Io sto con il prof. Stefano Rho", mentre su Change.org è stata lanciata una petizione in sua difesa. Anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori sta dalla parte del giovane docente con tanto di post in Facebook e Twitter. "Licenziamento irragionevole - ha commentato il parlamentare Pd Antonio Misiani". E per domani, i ragazzi del liceo linguistico Falcone hanno proclamato una giornata di sciopero.