E' forse giunto il momento di parlare della memoria dell'Olocausto partendo dal presente. Domenica prossima saranno numerose anche a Bergamo e in provincia le iniziative per ricordare la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte delle truppe dell'Armata Rossa. Le celebrazioni, che coinvolgeranno anche e soprattutto gli studenti, sono importanti: lo ribadiscono in ogni circostanza i sopravvissuti alla follia nazista per i quali trasmettere il racconto di quello che è stato è da sempre una missione. Viene da chiedersi però cosa succeda al di là degli appuntamenti che ci ricorda il calendario. Due mesi fa Mattia Feltri sulla "Stampa" citava un sondaggio realizzato dalla Cnn in Europa, dal quale emergeva che su 7mila persone interpellate, 1400 ritenevano che l'antisemitismo fosse una reazione al comportamento degli ebrei. Secondo uno studio, un austriaco su dieci di età compresa tra i 18 e i 34 anni non avrebbe mai sentito parlare (addirittura un francese su cinque)della Shoah. Nel 2012 una ricerca svolta in Germania aveva evidenziato che metà degli studenti tedeschi non avesse idea di chi fosse Hitler. E in Italia? Il 21% dei nostri connazionali nutrirebbe pregiudizi sugli ebrei. Nei giorni scorsi Elio Lannutti, presidente onorario di Adusbef e oggi senatore del Movimento 5 Stelle ha citato il "Protocollo dei Savi di Sion", falso storico che fu utilizzato dalla propaganda fascista e nazista per giustificare lo sterminio degli ebrei (un inesistente manifesto che sarebbe stato redatto da potenti rappresentanti del mondo ebraico, che gestirebbero il potere finanziario mondiale). A Sciesopoli, a Selvino, è stata rubata la targa posata in occasione della visita degli ex bambini ospitati dopo essere scampati allo sterminio. Se a questo uniamo la recrudescenza di movimenti di ispirazione dichiaratamente antisemita che anche nel nostro Paese stanno facendo proseliti soprattutto tra i più giovani, diventa urgente - e per niente retorico - l'appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in un suo recente discorso ha invitato gli studenti a "Rifiutare l'indifferenza: un male tra i peggiori". 80 anni fa l'Italia si rese colpevole dell'introduzione delle leggi razziali, approvate nell'indifferenza - o comunque nel silenzio - della maggioranza. La prima cosa che dobbiamo ricordare è che dal male nessuno si può mai dire immune.
E' forse giunto il momento di parlare della memoria dell'Olocausto partendo dal presente. Domenica prossima saranno numerose anche a Bergamo e in provincia le iniziative per ricordare la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte delle truppe dell'Armata Rossa. Le celebrazioni, che coinvolgeranno anche e soprattutto gli studenti, sono importanti: lo ribadiscono in ogni circostanza i sopravvissuti alla follia nazista per i quali trasmettere il racconto di quello che è stato è da sempre una missione. Viene da chiedersi però cosa succeda al di là degli appuntamenti che ci ricorda il calendario. Due mesi fa Mattia Feltri sulla "Stampa" citava un sondaggio realizzato dalla Cnn in Europa, dal quale emergeva che su 7mila persone interpellate, 1400 ritenevano che l'antisemitismo fosse una reazione al comportamento degli ebrei. Secondo uno studio, un austriaco su dieci di età compresa tra i 18 e i 34 anni non avrebbe mai sentito parlare (addirittura un francese su cinque)della Shoah. Nel 2012 una ricerca svolta in Germania aveva evidenziato che metà degli studenti tedeschi non avesse idea di chi fosse Hitler. E in Italia? Il 21% dei nostri connazionali nutrirebbe pregiudizi sugli ebrei. Nei giorni scorsi Elio Lannutti, presidente onorario di Adusbef e oggi senatore del Movimento 5 Stelle ha citato il "Protocollo dei Savi di Sion", falso storico che fu utilizzato dalla propaganda fascista e nazista per giustificare lo sterminio degli ebrei (un inesistente manifesto che sarebbe stato redatto da potenti rappresentanti del mondo ebraico, che gestirebbero il potere finanziario mondiale). A Sciesopoli, a Selvino, è stata rubata la targa posata in occasione della visita degli ex bambini ospitati dopo essere scampati allo sterminio. Se a questo uniamo la recrudescenza di movimenti di ispirazione dichiaratamente antisemita che anche nel nostro Paese stanno facendo proseliti soprattutto tra i più giovani, diventa urgente - e per niente retorico - l'appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che in un suo recente discorso ha invitato gli studenti a "Rifiutare l'indifferenza: un male tra i peggiori". 80 anni fa l'Italia si rese colpevole dell'introduzione delle leggi razziali, approvate nell'indifferenza - o comunque nel silenzio - della maggioranza. La prima cosa che dobbiamo ricordare è che dal male nessuno si può mai dire immune.