Diminuiscono gli sfratti in provincia di Bergamo: in un anno, confrontando il 2016 con il 2017, le sentenze sono scese del 25% (dato superiore tanto al resto della regione, quanto soprattutto alla percentuale nazionale, che si è fermata a al 6,7). la situazione si ribalta quando si parla degli sfratti effettivamente eseguiti: in Bergamasca la riduzione è stata pari al 4,7%, mentre la media italiana ha raggiunto il 9,33%). Nella nostra provincia, secondo i dati resi noti dal Ministero degli Interni, lo scorso anno sono stati eseguiti 542 sfratti - una media di due al giorno -, anche se è diminuito il numero delle richieste di esecuzione. Dati positivi, anche se, secondo l'Unione Inquilini, si tratta di una riduzione "solo in parte legata ai minimi segnali di ripresa che si notano qua e là". Il sindacato la ritiene piuttosto una diminuzione "fisiologica": gli sfratti diminuirebbero cioè perché dopo anni caratterizzati da un alto numero di esecuzioni, si sarebbe ridotta la platea degli inquilini a rischio insolvenza. Il quadro sociale mostra però una situazione di difficoltà: molte delle famiglie sfrattate infatti non riescono più a tornare sul mercato della locazione: aumentano quindi le coabitazioni e gli affitti di camere o di letti 'in nero'.
Diminuiscono gli sfratti in provincia di Bergamo: in un anno, confrontando il 2016 con il 2017, le sentenze sono scese del 25% (dato superiore tanto al resto della regione, quanto soprattutto alla percentuale nazionale, che si è fermata a al 6,7). la situazione si ribalta quando si parla degli sfratti effettivamente eseguiti: in Bergamasca la riduzione è stata pari al 4,7%, mentre la media italiana ha raggiunto il 9,33%). Nella nostra provincia, secondo i dati resi noti dal Ministero degli Interni, lo scorso anno sono stati eseguiti 542 sfratti - una media di due al giorno -, anche se è diminuito il numero delle richieste di esecuzione. Dati positivi, anche se, secondo l'Unione Inquilini, si tratta di una riduzione "solo in parte legata ai minimi segnali di ripresa che si notano qua e là". Il sindacato la ritiene piuttosto una diminuzione "fisiologica": gli sfratti diminuirebbero cioè perché dopo anni caratterizzati da un alto numero di esecuzioni, si sarebbe ridotta la platea degli inquilini a rischio insolvenza. Il quadro sociale mostra però una situazione di difficoltà: molte delle famiglie sfrattate infatti non riescono più a tornare sul mercato della locazione: aumentano quindi le coabitazioni e gli affitti di camere o di letti 'in nero'.