La Sanità sembra essere un terreno minato in Regione Lombardia. Gli ultimi anni hanno visto una successione di vicende che spesso hanno portato i protagonisti di questo settore, per altri versi eccellenza in ambito nazionale, sul banco degli imputati. E quella che ci raccontano le cronache è una storia lunga vent'anni: si comincia nel 1997 con Giuseppe Poggi Longostrevi, titolare di una rete di cliniche private. Un'inchiesta accertò che centinaia di medici avevano prescritto esami presso le strutture convenzionate di proprietà dell'imprenditore , dietro il pagamento di tangenti sostanziose. Molti di questi esami non venivano nemmeno eseguiti, ma puntuali arrivavano i rimborsi da parte della Regione Lombardia: il costo per lo Stato fu di 60 miliardi di lire. Dall'inchiesta emerse anche una tangente pagata dall'imprenditore a Giancarlo Abelli, all'epoca presidente della Commissione Sanità al Pirellone, stretto collaboratore di Roberto Formigoni. Con l'ex-presidente della giunta regionale arriviamo al 2011, anno della vicenda del San Raffaele in cui venne coinvolto Pierangelo Daccò; il suo nome compare anche nello scandalo della Fondazione Maugeri di Pavia, che per anni sarebbe stata favorita da delibere regionali per circa 200 milioni di euro di rimborsi aggiuntivi per prestazioni sanitarie. Parte di quei soldi sarebbe finita in tangenti per corrompere i vertici lombardi. E' di tempi recenti, ottobre 2015, la vicenda che riguarda il vice di Maroni ed ex assessore alla Sanità, Mario Mantovani, che viene arrestato con l'accusa di corruzione e concussione per appalti nel settore sanitario. Coinvolto nella vicenda giudiziaria anche Massimo Garavaglia, assessore regionale all'Economia, sospettato di avere turbato la gara per l'affidamento di servizi a pazienti dializzati.
La Sanità sembra essere un terreno minato in Regione Lombardia. Gli ultimi anni hanno visto una successione di vicende che spesso hanno portato i protagonisti di questo settore, per altri versi eccellenza in ambito nazionale, sul banco degli imputati. E quella che ci raccontano le cronache è una storia lunga vent'anni: si comincia nel 1997 con Giuseppe Poggi Longostrevi, titolare di una rete di cliniche private. Un'inchiesta accertò che centinaia di medici avevano prescritto esami presso le strutture convenzionate di proprietà dell'imprenditore , dietro il pagamento di tangenti sostanziose. Molti di questi esami non venivano nemmeno eseguiti, ma puntuali arrivavano i rimborsi da parte della Regione Lombardia: il costo per lo Stato fu di 60 miliardi di lire. Dall'inchiesta emerse anche una tangente pagata dall'imprenditore a Giancarlo Abelli, all'epoca presidente della Commissione Sanità al Pirellone, stretto collaboratore di Roberto Formigoni. Con l'ex-presidente della giunta regionale arriviamo al 2011, anno della vicenda del San Raffaele in cui venne coinvolto Pierangelo Daccò; il suo nome compare anche nello scandalo della Fondazione Maugeri di Pavia, che per anni sarebbe stata favorita da delibere regionali per circa 200 milioni di euro di rimborsi aggiuntivi per prestazioni sanitarie. Parte di quei soldi sarebbe finita in tangenti per corrompere i vertici lombardi. E' di tempi recenti, ottobre 2015, la vicenda che riguarda il vice di Maroni ed ex assessore alla Sanità, Mario Mantovani, che viene arrestato con l'accusa di corruzione e concussione per appalti nel settore sanitario. Coinvolto nella vicenda giudiziaria anche Massimo Garavaglia, assessore regionale all'Economia, sospettato di avere turbato la gara per l'affidamento di servizi a pazienti dializzati.